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Un’opera dalle molte pretese di Massimo Cortese

E’ tempo di bilanci.
A distanza di un anno dalla pubblicazione del mio primo libro Candidato al Consiglio d’Istituto, desidero riportare le sensazioni e le emozioni che hanno caratterizzato questa mia esperienza. Non voglio annoiarvi, sia ben chiaro, non desidero raccontare per filo e per segno tutto quanto è accaduto, e non tanto per la ragione di non esserne capace: chi mi conosce sa bene che non mi tirerei indietro di fronte ad una tale bizzarria. Riporterò solo alcuni fatti, magari anche i meno significativi: l’importante è la loro idoneità a rivelare uno stato d’animo a metà strada tra il tormentato e il soddisfatto.
La vicenda prende inizio il 14 ottobre del 2008, quando la Casa Editrice organizzatrice di un Premio Letterario, dopo aver ritenuto degno di una segnalazione un mio scritto, mi propose di pubblicarlo. Pur avendo previsto che, prima o poi, anche a me sarebbe stata rivolta una tale proposta, ed in particolare ero certo che quella Casa Editrice l’avrebbe fatto, non ero abituato a gestire certe situazioni. Dalla fine di luglio dell’anno precedente avevo cominciato a partecipare con qualche racconto ad alcuni Premi Letterari, ma non avevo mai avuto alcun riconoscimento, a parte un paio di segnalazioni, qualche pubblicazione passata inosservata ed un avviso di garanzia, che avevo immortalato in un appassionato scritto di cronaca.(1)
Dopo aver firmato il contratto, entrai in uno stato di agitazione tale da perdere il sonno, senza però darlo ad intendere alla mia famiglia.
All’iniziale e naturale euforia, era succeduta la preoccupazione per la responsabilità di un tale passo, che sicuramente mi avrebbe creato delle grane: non avevo però la più pallida idea che una tale percezione sarebbe divenuta, da lì a poco, una triste realtà.
La comunicazione telefonica che annunciava la vittoria del mio racconto Il carnevale dei ragazzi al Premio Nazionale Riviera Adriatica, se da un lato mi tornò gradita, aggravò la situazione, come risulterà da questo piccolo aneddoto.
A manifestazione terminata mi si avvicina una signora, che mi grida Complimenti, complimenti con tutta la voce di cui dispone, ma io non comprendo la ragione di una tale invadenza. Allora mi rivolgo all’elegante signora, e le domando:
“Scusi, ma lei chi è?”.
La signora mi risponde giustamente infastidita: “Sono stata io a leggere la motivazione del premio, come ha potuto non accorgersene?”.
Era vero, come è dimostrato dalle fotografie scattate da un amico. Il fatto è che quando venni chiamato per la premiazione, mi alzai dal posto per andare a ricevere il riconoscimento, ma perdetti temporaneamente il senso dell’udito. Ricordo che la segretaria dell’Associazione Organizzatrice disse al pubblico “E’ un Premio importante”. E a premiarmi venne chiamato il sindaco di Ancona. Ricevetti una coppa, un libro, un diploma, tanti complimenti dal sindaco, al quale diedi la mano: mi fu chiesto di leggere un brano del racconto, mi tolsi gli occhiali e domandai alla segretaria:
Posso leggere questo?
Quello che le pare – fu questa la risposta della donna, a evidenziare che, in quel momento, ero diventato una persona davvero importante.
L’emozione era stata tale da non farmi sentire gli applausi, elargiti a piene mani dal pubblico presente nella sala del Consiglio Comunale.
Al tempo stesso, però, non potevo lasciar perdere la grande opportunità che mi era stata offerta con la pubblicazione dello scritto, e allora ho cercato di pianificare al meglio la mia iniziativa libraria.
Prima di entrare nel merito della vicenda, posso dire che era nell’aria, almeno per me, il rapido successo dell’iniziativa: come remotissima ipotesi, non avevo escluso la possibilità di un fallimento.
Solo in quel caso, per fronteggiare l’impatto con il mio sistema nervoso della cocente delusione che ne sarebbe derivata, avrei tenuto una sorta di diario della situazione, che avrei intitolato “Operazione flop”  la cui finalità era quella di contenere al massimo la disfatta.

(1) Italians, Una giornata nel mondo, Rizzoli 2008, pag.135, racconto La segnalazione, reperibile su www.corriere.it, rubrica Italians.

***
Dal libro Un’opera dalle molte pretese di Massimo Cortese – EDIZIONI MONTAG, 2011 – p. 63
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Il commento di NICLA MORLETTI

Dopo “Candidato al Consiglio d’Istituto” e “Non dobbiamo perderci d’animo”, opere che hanno fatto sorridere e piangere i lettori, Massimo Cortese esce con questo nuovo libro “Un’opera dalle molte pretese”. Ne consiglio la lettura a tutti perché chiunque di noi, nel nostro Paese, potrebbe ritrovarsi a vivere una vicenda del genere. Il consenso da parte della critica e dei lettori sarà certamente assicurato perché l’autore è abile nel narrare di fatti ed emozioni e la sua scrittura invita alla riflessione.
Un libro diverso e particolare questo, in cui lo scrittore narra di una vicenda davvero inquietante. E narra di sé. Una strana storia in cui convergono luci ed ombre, ansie e spaventi. Corrono le emozioni. Molto interessante e particolare questo libro con cui si conclude la “Trilogia della speranza” di Massimo Cortese. “Poi si vedrà” – dichiara l’autore
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