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Candidato al Consiglio d’Istituto di Massimo Cortese

Mia figlia frequenta la prima elementare di una scuola della periferia della città dove vivo. lo, oltre ad essere rappresentante dei genitori al Consiglio di Interclasse ed al Consiglio d’Istituto, sono pure Babbo Natale uscente. Quando ancora la bimba andava alla scuola materna, d’accordo con le maestre, un giorno di dicembre prendevo le ferie o un permesso orario e interpretavo questo ruolo di cui sono sempre andato molto fiero. L’ultimo anno sono arrivato con dei sacchi di juta quasi fossero gerle, il campanaccio, la videocamera, così le maestre mi hanno pure ripreso, e ho distribuito anche dei regalini: un carro dei pompieri per i maschietti e delle fermezze per i capelli per le femminucce. Quest’anno, purtroppo, non mi si ripresenterà più l’occasione!
Ebbene, ogni tre anni nella scuola frequentata da mia figlia, come del resto in tutta Italia, si tengono le elezioni del Consiglio di Istituto, e siccome è difficile trovare i genitori disponibili a presentarsi, la direttrice indice un’assemblea l’ultimo giorno di presentazione delle liste, in modo da coinvolgere il maggior numero di persone, per poi convincerle a candidarsi. Vengono allora predisposte due liste: una per la sede centrale ed un’altra per le frazioni. Quest’anno il martedì dell’ultima settimana utile per la presentazione delle liste sono andato a scuola a comunicare la mia disponibilità a candidarmi al Consiglio d’Istituto, e un’impiegata mi ha dato un modulo, che io ho preso, sebbene ritenessi inutile prenderlo perché tanto l’avremmo compilato l’ultimo giorno. Su indicazione di Stefania, la Vicepresidente uscente del Consiglio d’Istituto e residente nella frazione pure lei, ho portato la lista da compilare alla locale scuola elementare per prendere le firme.
Ogni anno – dice Stefania – non si riescono mai a trovare le firme per tempo, e poi le diamo alla direttrice come lista delle frazioni.
Così vengono raccolte le firme per la lista che poi Stefania porterà alla riunione di sabato.
Arriva finalmente l’ultimo giorno, il sabato.
Giungo a scuola, vi sono alcuni genitori. Li saluto, perché per me il saluto è cosa importantissima, ma vedo che parlottano tra loro e comunque non desiderano dialogare con me. Stefania non è ancora arrivata.
Giunge la direttrice, che fa il solito discorso sull’importanza del Consiglio d’Istituto e sulla questione delle due liste, in modo da garantire la presenza di tutti i genitori.
Interviene subito un papà, che dice che lui presenta una lista con altre persone che tra loro si conoscono da diversi anni. Poi prende la parola un altro signore, questo me lo ricordo bene, che dice che in tanti anni non ha mai visto un genitore eletto al Consiglio di Istituto, e che quindi la sua lista si propone di fare qualcosa per la scuola dei propri figli, visto che i rappresentanti passati non hanno mai fatto niente. La direttrice è sbigottita, io pure, essendo Consigliere uscente, ma non dico niente.
C’è qualche consigliere d’Istituto? – domanda il genitore.
Io – dico imbarazzato ed orgoglioso ad un tempo.
Ecco – fa lui – uno su otto, è un ‘ulteriore dimostrazione di quello che andavo dicendo.
In me cresce l’imbarazzo: ma che cosa sta succedendo?
Finalmente arriva Stefania con la lista, e appena viene a sapere che ne è stata presentata una, chiede ingenuamente di poterne fare parte.
Lascia perdere – dico a Stefania, che non si deve ancora essere resa conto della situazione imprevista, tanto che la vedo parlare, ma molto animatamente, con quei genitori, ma io non li ascolto e mi isolo volutamente. Finisce la riunione, e la loro lista con cinque nominativi è stata chiusa con un tratto di penna e presentata alla direttrice: è insomma una lista blindata. Si dice che alle ore 12.00, termine per la presentazione delle liste, quei genitori torneranno a scuola per farsi dare il numero di protocollo dalla segreteria e per controllare che gli altri non facciano i furbi.
Gli altri siamo noi.
Tra noi cresce il panico: mancano due ore e non abbiamo i candidati, a parte i sottoscritti. Stefania parla allora con due mamme, le uniche rimaste nell’aula, in quanto quelli dell’altra lista se ne sono andati e si sono portati via anche i genitori che li sostenevano, e chiede loro se desiderano presentarsi con noi: esse accettano. Poi, di fronte alle nostre suppliche, due rappresentanti del Consiglio d’Istituto uscente danno la propria disponibilità a ricandidarsi. Manca la firma della presentatrice di lista, cioè della prima firmataria, che si è dimenticata di firmare nell’apposito spazio e che pertanto va ricontattata, e per fortuna mi dicono che lavora al negozio di generi alimentari della frazione. Prendo la macchina e vado da lei per la firma: ha in mano una cassetta con l’insalata. Poi torno a scuola e inventiamo il motto: sarà Per una scuola educante. Non abbiamo un programma, mentre quelli dell’altra lista ce l’hanno.
Prima di mezzogiorno i genitori dell’altra lista arrivano, come avevano annunciato.
Conoscendo i poteri del Consiglio d’Istituto, mi sembra davvero troppo. Ci salutiamo nervosamente. Nel primo pomeriggio Stefania mi telefona e mi dice che quelli dell’altra lista pretendono da noi un programma. Il disagio aumenta.
Va bene, dammi mezz’ora e scriverò il programma – faccio io.
Stefania: Poi lunedì ci vediamo con le altre ragazze perché dobbiamo presentarlo al massimo per mercoledì.
Mi metto subito al lavoro e scrivo un programma, che si articola su sei punti: risorse, rapporti con le istituzioni, rapporti con enti privati, Unione Europea, valori ed integrazione, situazioni di disagio, oltre ad una breve introduzione e a delle conclusioni, dove scrivo:”In pochi e molto sintetici punti abbiamo detto le ragioni per cui ci candidiamo. Non dimentichiamo però che i veri programmi sono insiti nel dialogo e nella buona volontà dei singoli”.

***
Dal libro Candidato al Consiglio d’Istituto di Massimo Cortese – EDIZIONI MONTAG, 2009 – p. 53
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Il commento di NICLA MORLETTI

Un libro dall’eccellente incipit e dai contenuti che hanno presa sul lettore. “Talvolta la realtà supera la fantasia” scrive l’autore. Ed è così. Certe volte nella vita capitano cose talmente inaspettate da non rendercene neppure conto. Massimo Cortese, con la sua scrittura attenta e con abilità magistrale, narra una storia fatta di passioni, una cronaca persuadente e convincente di una vicenda grottesca, ma che rientra nella realtà con la quale, purtroppo, dobbiamo fare i conti ogni giorno. Questa è la storia di un padre che ha a cuore l’educazione della figlia. Lascio ai lettori la scoperta di pagine che difficilmente si potranno dimenticare.

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