Martino il marziano di Gabriella Tabbò

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Una incredibile novità a Luponia

E’ già scesa la notte nel Paese di Luponia, coperto dalla bianca coltre della neve di gennaio, che dagli altissimi monti che lo circondano, nasconde tutto: le case, i campi, le piste da sci, le strade, simile ad una lucida glassa bianca su di una gigantesca torta. E’ una notte buia, limpida ma così fredda, così fredda, che, se si parlasse all’aperto, le parole si scriverebbero come nei fumetti e resterebbero sospese sulle teste delle persone in forma di nuvole per qualche minuto, finché il vento le spazzi via. Ma ora il silenzio domina sovrano, creando una sensazione magica, irreale, e ogni cosa pare stranamente sospesa in attesa di qualcosa, che renderà questa notte UNA NOTTE SPECIALE. Le strade, illuminate dai gialli lampioni antinebbia, sono completamente deserte, gli abitanti stanno tutti chiusi nelle loro case o nei bar e nei pubs o nei ristoranti e in giro non c’é anima viva.
Più esattamente, NEL PAESE , non c’è nessuno per strada, MA … dalle parti del bosco …
Sotto l’immensa volta del cielo, punteggiata dall’infinità delle luci delle stelle, non molto diversa dal cielo di carta metallizzata, spruzzato di brillantini dorati, di un presepio, qualcosa di infinitamente piccolo è apparso nei più alti strati. E’ una lucetta intermittente simile a una lucciola, che si sposta freneticamente di qua e di là, a destra e a sinistra, come in preda all’indecisione. Poi, improvvisamente, la luce pare convincersi e si avvicina maggiormente. Per un poco riprende la sua strana danza … sembra allontanarsi … Ma subito ritorna, come se le fosse stato impartito un ordine definitivo e si fionda sulla terra gelata! All’ultimo istante comincia a frenare, per scendere negli ultimi metri ondeggiando lievemente con la grazia di una libellula, anche se veramente assomiglia molto più ad una medusa lattiginosa, bianchiccia, e fluttuante. Poi la pseudo-medusa cala dalla pancia quattro piedi incredibilmente forti, e il tutto sprofonda di parecchio nella neve soffice, rivelando un peso notevole.
L’essere che è dentro di essa ne esce, rischiando di annegare nella neve stessa, data la sua bassa statura. Ne riemerge sputacchiando, e, alla luce fioca dei fari di quella specie di disco volante, che si vanno spegnendo, pare quasi nudo, tranne per una specie di mutandine bianche sorrette da due bretellone … Ma la cosa più incredibile è il colore della pelle, certamente illividita dal freddo, visto che ha riflessi verdi …. No, per l’esattezza, la sua pelle è DAVVERO VERDE, tutta verde come quella di un ramarro. Non rugosa però, ma liscia e delicata come quella di un bambino, … solo che è verde, innegabilmente di un bel verde smeraldo, non un verdino gialliccio o grigiastro o marcetto, o pistacchio, ma un bel verde forte, indice della sua buona salute e della sua gioventù. E i capelli, folti e ricci, un bel caschetto corto, da maschio, sono del viola delle violette, né più né meno, mentre gli occhi hanno il colore giallo del topazio, proprio come quello di certi gatti. A suo modo, è un bel ragazzo. Certo un tantino insolito … O tale deve sembrare a chi non sa vedere al di là del suo naso e non vuole uscire dalle sue abitudini. Indubbiamente, la bocca, e la testa sono molto grossi, mentre le braccia e le gambe paiono rametti secchi. Ma di sicuro al suo paese (chissà qual’è?) deve piacere molto, e certamente la sua mamma lo ama comunque. Perché è vero il detto che “non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace” e soprattutto che si ama! E il ragazzo ha il passo sicuro di chi ha fiducia in se stesso. Al momento, veramente, arranca penosamente nella neve lasciando orme enormi e insolite.
“Uuatch, uuatch.” Starnuta“ Uuatch!” Poi tocca ansiosamente un tasto incorporato dietro al suo orecchio, sottopelle.
“Martino chiama base AIUTO! Martino chiama base! Sono caduto in una cosa bianca, che mi fa tremare tutto. Cosa faccio? AIUTO, PRESTO!AIUT!”
“Base a Martino: calma! “ Dice una voce autorevole nel suo auricolare. “Trattasi di un fenomeno terrestre chiamato neve. Non costituisce pericolo. Ripeto:no pericolo. Occorre urgentemente ti procuri vestiti.”
“ Ves…cosa?”
“ Vestiti. Roba per coprirsi.”
“ Ma io ho la mia bella pelle robusta …” obbietta Martino, perplesso
“ Non basta, laggiù. Tieni presente che la temperatura, lì dove sei, è inferiore di circa duecento gradi alla nostra. Devi trovare della roba come le nostre mutande e mettertela addosso dappertutto, piedi e testa compresi.”
“ Piedi e testa pure!?? Ma roba da pazzi! Se sapevo che la missione comportava una cosa così scandalosa! Vestirsi! Io sono un bravo ragazzo e non ho mai fatto una cosa simile in vita mia!” Martino è sconvolto. E’ evidente che gli usi del suo paese sono molto diversi dai nostri.
“ Ricorda che è un grandissimo onore quello che hai ricevuto: essere scelto per questa Missione Esplorativa! Ti avevamo avvertito che avresti dovuto sopportare anche dei grandi sacrifici. Inoltre i vestiti ti nasconderanno. Ricordati che nessuno, ma proprio nessuno deve accorgesi del tuo bel colore, dei tuoi bei capelli. Sopporta di travestirti come uno schifoso, pallido terrestre. E’UN ORDINE, PER IL BENE DEL TUO PAESE E DELLA SCIENZA! Fine trasmissione. Passo e chiudo!” la voce autorevole svanisce nello spazio lasciando il ragazzo completamente solo.
Però sentire quelle parole lo ha rinfrancato e gli ha ricordato che è in Missione sulla Terra. Ha un Dovere da compiere a tutti i costi. Non ci mette molto ad individuare una sfilza di indumenti da sci appesi ad un corda ad asciugare. Invece è complesso indovinare come si indossano e il tutto è complicato dal fatto che gli abiti, per il gelo, paiono tanti stoccafissi essiccati e crocchiano rumorosamente. Quando finalmente riesce a capire che i guanti si mettono nelle mani e non nei piedi e viceversa gli scarponi, si infila un passamontagna sulla testa a nascondere tutto, ed è pronto.
E’ lui che incontriamo ora, aggirarsi come unico essere vivente nelle strade di Luponia, col passo felpato e circospetto di un ladro. Malgrado gli abiti, che per un terrestre sarebbero più che sufficienti, il poverino è in preda a un tremito convulso, che gli fa battere incessantemente i denti. Anzi, per l’esattezza, le sue gengive, perché lui, di denti non ne ha proprio, e ha invece splendide gengive e lingua, entrambe di un bel blu metallizzato.
-Che caspita mi è venuto in mente di accettare questa missione?- Sta riflettendo Martino sconfortato. -Potevo starmene al calduccio in casa mia, ai miei 200 gradi, col caminetto che scalda fino a 900 gradi. Questo “freddo” di cui parlavano i Grandi Sapienti di Marte è davvero spaventoso! Fortuna che devo essere capitato in una della zone più calde della Terra! Figurarsi i miei colleghi che hanno accettato di partire per l’Africa, come geleranno.!-
Bisogna dire che Martino è un tantino ingenuo, oltre che ignorantello. Essendo piuttosto pigro, si è preparato alla missione superficialmente, studiando un po’ troppo poco. Per questo motivo non ha ancora capito che a lui era stata affidata proprio la destinazione meno gradita per un marziano. Luponia, infatti, è un paese delle Alpi tra i più freddi del mondo.
-Ma … cosa sono quelle luci laggiù?- pensa, col cuore che gli fa un tuffo di gioia. – Luci uguale caldo. Non ho mai sentito che ci siano luci fredde … Però mi hanno detto di essere prudente… Ma qui, se continuo a essere prudente, sarò anche morto. Basta! Io vado!- decide con il coraggio dato dalla disperazione.
Poco dopo l’omino è in punta di piedi col naso schiacciato contro le vetrine di un bar, dalla scritta lampeggiante “ Paradiso dei Beoni.“
-Chissà chi saranno questi Beoni? – si domanda -Una razza particolare degli umani, un gruppo di Saggi, o cos’altro? Dal loro aspetto sembrano gente molto ma molto felice !- Facendosi coraggio, Martino sale i gradini ricoperti di ghiaccio e per ben tre volte si ritrova a terra. Al quarto tentativo, aggrappandosi alla ringhiera, ce la fa, pensando però:-Deve essere un club di scemi, se mettono questi specchi scivolosi per terra, invece di attaccarli alle pareti!- Si cala il passamontagna sulla faccia ed entra.
All’interno c’è un caldo soffocante, che a lui pare appena passabile, e nessuno gli fa caso. Così può osservare con calma la situazione. In maggioranza gli esseri sono di genere maschile, con quelle disgustose facce pallide, e tutti quei peli attorno al mento e sulle labbra. -Selvaggi!- pensa, trovando gradevole solo il naso bello rosso-pomodoro che hanno quasi tutti i bevitori. Seduti ai tavoli o davanti ad un alto bancone, bevono da grossi bicchieri liquidi quasi tutti colore del pipì di gatto; qualche bicchiere ha molta schiuma in cima ed è fornito di un manico. L’odore che stagna nel locale lo disgusta. Solo un uomo più anziano, e col naso pallido, sta bevendo in una piccola tazza qualcosa di molto scuro e profumato. Martino si avvicina al bancone così alto per lui, che arriva solo a far sporgere fuori la testa.
“Cosa vuoi tu, qui, ragazzino?” domanda il barista distrattamente. Martino non era preparato alla domanda, anche se ha studiato bene la lingua del posto prima di partire, e adesso non trova più le parole. Poi vede il signore che si avvicina con la sua tazzina e che dice: “Un altro caffè, per favore”
Allora anche lui balbetta: “ C..ca…caaa…caaaffè!”
“Alla tua età? “Domanda il barista scandalizzato.
“HICH,HIICH.”Fa Martino, che nella sua lingua significa. “Sono maggiorenne”.

MARTINO IL MARZIANO di Gabriella Tabbò – DE FERRARI, 2011 – pag. 57
Ordina questo libro con dedica autografa dell’autore

Il commento di NICLA MORLETTI

Una meravigliosa favola ideata, scritta e illustrata da Gabriella Tabbò, pittrice e acquerellista. Una storia nata per rendere felici le sue nipotine e tutti i bambini, dedicata anche ai ragazzi del Cepim di Genova. Il racconto di un piccolo e simpaticissimo “diverso” che va in missione sulla terra per riscoprire la felicità, l’amore ed altre emozioni. Tutto inizia con una incredibile novità a Luponia, dove c’è un lupo, tre signore ed anche un ballo al Grand Hotel. Ci sono anche canzoncine. Stupende le tavole illustrate con piccoli alieni, signore dai capelli rossi e paesaggi di montagna con la candida neve. Divertente, spassoso, piacevole il tutto, non solo per i più piccoli, ma anche per i lettori più adulti che potranno riscoprire così anche il piacere del ballo con cuori, stelle, signore in fruscianti abiti da sera e cavalieri.

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Gabriella Tabbò

Gabriella Tabbò, genovese, è laureata in lettere, ma ha praticato la professione arredatrice d’interni per molti anni. E’ conosciuta come pittrice acquerellista, esponendo da più di vent’anni in prestigiose gallerie in Italia e all’estero,( America, Islanda, Scozia, Croazia). La sua galleria di riferimento a Genova è ora la “Galleria S. Donato”. E’ presente nel celebre Annuario d’arte Comed (Comanducci), nonché in numerosi altri. La sua attività di scrittrice in prosa e in poesia inizia con la pubblicazione di una sua antologia, “Linfa vitale”, Roma 1988, come ricompensa per un premio vinto. È socia de “Il Corimbo” di Genova, nota associazione di Amici della poesia e ha collaborato più volte, con le riproduzioni di suoi quadri in antologie e libri, con l’Associazione “Tigullio Bacherontius” di S. Margherita Ligure, dalla quale ha ricevuto l’importante Targa“ Tigullio Events”. Ha vinto numerosi premi letterari e artistici, nazionali e internazionali.
Nel 2000 pubblica il suo primo romanzo”Veglia”; nel 2003 “ Nel cielo del Tramonto” ed Tigullio Bacherontius, col quale vince il premio “Spazio Donna” a Napoli; nel 2007 “. Segue “Lettera a Bianca”, ed KC Genova, che consegue nuovamente il premio di Napoli, nonché il Premio “Il Golfo” a La Spezia. Con l’ultimo romanzo “Il naufrago del bosco” ed .De Ferrari Genova 2010, consegue il Premio speciale Targa Il Molinello 2011. In tutti i suoi libri sono inserite nel contesto sue poesie e le immagini di copertina sono sempre acquerelli opera dell’autrice stessa.

11 COMMENTS

  1. Martino il Marziano e’ l’amico che tutti i bambini dovrebbero avere! peccato non essere riuscita a trovarlo per regalarlo ai miei figli!!

  2. E’ carinissimo una fiaba ambientata ai giorni nostri che simpatica.
    Veramente tutte le età sono in grado di apprezzare questo libro e di prendere da lui qualche cosa di utile.
    La mia bimba a cui ho letto questo piccolo assaggio mi ha posto un sacco di domande,su come se la caverà Martino a che cosa è venuto a fare ed altro,insomma direi che è intrigante.

    Complimenti
    Barbara

    • Mi è arrivato e la mia bimba (9 anni) ha subito iniziato a leggerlo a voce alta per rendermi partecipe alla storia e posso dire che ci è piaciuto molto, tocca molto l’amicizia e il rispetto per l’ambiente perciò è veramente adatto a tutti.
      Grazie
      Barbara

  3. Atmosfere magiche e fantastiche descrivono questo breve estratto. Una favola che fa ritornare bambini e spinge a sognare e ad immaginare mete fantastiche e fa volare in alto con la fantasia. Mette di buonumore il lettore. Sono rimasta molto affascinata da questo breve estratto. Tanti complimenti all’autrice!

  4. Mi piacerebbe molto poter ricevere questo libro per leggerlo assieme ai miei figli… capita davvero raramente di trovare un libro cosi’ allegro e brioso, che possa mettere d’accordo 2 generazioni! Leggere questo brano mi ha fatto venire la voglia di tornare al periodo dell’infanzia, o almeno di cercare di riviverlo leggendolo!!!

  5. Per scolari.. Anche di una certa eta’. Perche’ i racconti fantastici hanno un insegnamento senza tempo. Martino e’ un esploratore un po’ speciale, alle prese con novita’ e inquietudini.
    Gabriella Tabbo’ desegna cosi’ una parabola di vita. Dai molti insegnamenti nascosti e dalla gradevolissima lettura.
    ” Martino il marziano ” e’ piu’ umani di tanti umani. Forse perche’ ogni paese della galassia e’ uguale all’ altro. Almeno nell’ intima costituzione organica.

  6. Affascinante e magico. E poi, i marziani, hanno da sempre un alone di mistero e brivido che li rendono tremendamente attrattivi. Molto accattivante lo stile e bello e simpaticissimo il marziano Martino. Si sente che la scrittrice è una pittrice dalle pennellate calde e vivaci con cui ci accompagna lungo la storia, scritta per i suoi nipotini ma davvero affascinate anche agli occhi di noi adulti.

    • Grazie Gabriella, in una giornata fredda e noiosa la favola di Martino il marziano mi ha riportato il sorriso e il buonumore. Vorrei comprare il tuo libro per raccontarlo alla mia nipotina Marta.

      • Cara Anita Macchiavello, ti ringrazio per il tuo sincero entusiasmo. Se non dovessi trovare “Martino il Marziano” nelle librerie, scrivimi alla mia mail e te lo invierò volentieri. Gabriella

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