Le strade vanno e vengono senza un ordine apparente. Giungono da lontano per incontrarsi da qualche parte e poi andarsene per proprio conto. Ma a ben guardare sono tutte legate da un filo sottile ed il disordine che a prima vista appare è soltanto il dettaglio di un disegno vasto e grande.
“Giacomo! Sei davvero tu?” disse la donna sgranando gli splendidi occhi verdi pieni di stupore.
“Guarda chi si rivede! Claudia!” esclamò l’uomo sorpreso.
“Non mi par vero. Avrei immaginato piuttosto d’incontrarti al polo, tra gli esquimesi e gli orsi bianchi, ma mai qui, ad un congresso sulle nuove strategie di mercato.”
“Come vedi la vita è piena di sorprese. Che ci fai da queste parti?”
“Curo l’organizzazione del congresso. Tu, invece, che ci fai qui?”
“Faccio l’inviato di cortile per un giornale di provincia.”
“L’inviato di cortile? Che vuoi dire?”
“Che razzolano più pavoni che aquile da queste parti.”
“Non hai perso smalto col passare del tempo.”
“Beh, lo smalto è un genere che tratti tu e non voglio portarti via l’esclusiva.”
“Non cominciare, per favore! Faccio solo un lavoro che mi piace e che mi permette di conoscere gente nuova ed idee nuove.” rispose la donna accennando una smorfia amabile.
“Fai solo cose senza senso che spacci per una vita creativa.” disse l’uomo sorridendo dello sberleffo, che aggiunse: “Hai messo su famiglia?”
“Con un marito che vedo poco e male.”
“Mica l’imprenditore con cui condividevo le grazie che generosamente elargivi?”
“Risparmiami almeno il sarcasmo, per favore. Ti avevo chiesto qualche giorno per decidere se restare con lui o rompere il fidanzamento e per tutta risposta mi hai voltato le spalle e te ne sei andato. Ci sono rimasta male e sono tornata alla vita di tutti i giorni. Che altro potevo fare?”
“Ti sei solo incaparbita nel recitare la favola della principessa e del ranocchio che non fa parte del tuo repertorio e che ti ha creato qualche problema di troppo.”
“Posso aver fatto degli errori, ma non è tutto scontato come vuoi far credere e troppe domande sono rimaste senza risposta.”
“O troppe domande hanno ricevuto una risposta scomoda ed hai preferito tornartene su strade più agevoli e sicure.”
“Non essere indisponente, per favore. Serve solo a ferire. Ho cercato tante volte, invano, di scoprire le ragioni di certi tuoi comportamenti, ed ora, che si presenta l’occasione per un chiarimento, sono in un mare di guai e temo di non avere neppure le parole adatte per chiederti di rinviare il nostro incontro al dopo congresso.”
“Stai facendo un bel giro di parole per defilarti ancora una volta con eleganza da certe questioni spinose.”
“Non sto mettendo le questioni personali in secondo piano rispetto il lavoro e non sto nemmeno tentando di riaprire vecchi discorsi definitivamente chiusi. Stai fraintendendo.” disse la donna accendendosi in viso.
“Sei tu a fraintendere bisogni con ambizioni. Bisognerebbe evitare di barare, quando ci si rivolge al cuore, perché i bluff potrebbero tornare indietro come boomerang e fare molto male.” esclamò Giacomo pronto a ribattere colpo su colpo.
“Non sei per nulla cambiato. Ti piace sempre togliere gli appoggi e veder cadere la gente, vero?”
“Che t’aspetti da un barbone che vive in mezzo alla spazzatura in cerca di qualche barlume di verità?”
“Il tuo gioco al ribasso è il vero bluff. Se scendessi dalla torre d’avorio dove te ne stai compiaciuto e parlassi davvero con la gente, troveresti quegli spiragli di luce che dici tanto di andar cercando.” ribatté Claudia per nulla turbata dallo sguardo tagliente dell’uomo.
“Potrei fare allora un salto nel salotto di casa tua e tra stuoli di camerieri, posate argentate e tazze di thè, potrei parlare con qualche deliziosa signora del male di vivere. Che ne pensi?”
“In fondo hai ragione a farmi terra bruciata attorno. Ho un marito ricco, ho una posizione sociale invidiabile e mi circondo di cose belle e costose che non bastano mai. Che voglio ancora? E’ che… qualcosa non torna. Non riesco a colmare in nessun modo il vuoto che ho dentro ed anche se certe volte mi dico che tutto va bene, che sono sciocchezze e che si tratta soltanto di stanchezza, non ne sono poi tanto sicura.” rispose Claudia, mettendo in campo una dolcezza inaspettata.
“Non si possono separare i piaceri del mondo dai veleni che contengono. Prendere gli uni vuol dire prendere gli altri. Mi spiace Claudia.” commentò Giacomo accettando di buon grado la tregua.
“Forse l’ho sempre saputo e l’ho accuratamente rimosso.”
“Mi rincresce, ma prima o poi arriva il momento…”
“Dottoressa… dottoressa Neri, mi scusi se la disturbo. Il professor Roggero ha fatto sapere di non poter intervenire oggi pomeriggio al congresso. Dovrebbe mettersi subito in contatto con il palco per il riordino della scaletta.” interruppe il commesso con discrezione, facendo in modo che Giacomo non sentisse.
Claudia si ricompose sfoggiando uno splendido sorriso di circostanza. Diede un cenno di assenso e, quando vide il commesso tornare sui suoi passi, riprese a parlare cercando con gli occhi un appiglio.
“Devo andare. Non posso fare diversamente. Davvero.”
“Non ti sto trattenendo.”
“Torno prima che posso. Mi aspetti?”
“No. Vado.”
“Non imparo mai. Sono proprio una testa dura. Che posso dire?”
Giacomo non rispose. Voltò le spalle alla donna e se ne andò.
Claudia sembrò restare sospesa in aria, come un acrobata in cerca di un punto d’equilibrio, ma fu solo l’impressione di un momento, poi, decisa, prese la via del palco.
***
Dal libro Il riflesso della luna sull’acqua di Antonio De Santanna, recensito da Nicla Morletti nel Portale Manuale di Mari.
Premio Speciale Manuale di Mari 2009 per il Libro dell’Anno.
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