Giuro di aver vissuto si apre con una lettera di Paolo del 2017 che parla alla sua Monica del 2022 come se fosse accanto a lei per festeggiare insieme i loro compleanni. Un passo molto emozionante e che svela perché il libro è stato scritto. Questo prologo si chiude con Monica che nel presente esaudisce le volontà del compagno e inizia a scrivere il libro.
Grazie ai diversi registri narrativi si conoscono le varie persone e si entra in simbiosi con loro scoprendo le loro anime e le loro menti, in maniera particolare conosciamo a 360° Paolo che è il protagonista.
Già a due anni e mezzo Paolo scopre il suo grande talento per la musica grazie al suo maestro che diventa anche un amico che lo sostiene nella crescita personale e nella coltivazione delle sue grandi abilità. La sua vita scorre tra gioie e dolori anche con momenti di vita sregolata con un grido di aiuto che per anni rimane inascoltato. Pagina dopo pagina è impressionante ritrovarsi in qualche pensiero o parola di Paolo e di conseguenza essere curiosi di sapere cosa ha fatto lui per apprendere come è andata e se può essere messo in pratica anche da altre persone. Si riflette sulla propria vita e la domanda che viene spontanea è: <<Stiamo usando bene il tempo a nostra disposizione?>>.
Le aspettative su questo volume non vengono deluse anzi vengono di gran lunga superate: ogni parola, ogni ricordo, ogni emozione, tutto insomma dentro dentro. Si rimane colpiti perché non solo si legge un libro ma lo si vive totalmente, ecco che allora è come leggere in prima persona i diari di Paolo, come se si stesse assistendo ai dialoghi o le persone parlassero direttamente al lettore. Si conoscono cioè Monica e Paolo come si fa con degli amici per cui occorre del tempo per capire il loro modo di pensare e agire.
Scrivere anche di avvenimenti brutti non è semplice, piangere è inevitabile ma Monica è riuscita ad impostare la narrazione in modo tale che si potesse proseguire nella lettura per far comprendere al lettore che sì ci sono delle battute di arresto nella vita ma occorre andare avanti proseguendo per vedere cosa ci riserva il futuro perché la luce arriverà di nuovo. Un non mollare mai non scritto ma che entra dentro il lettore man mano che si prosegue nella lettura.
Cosa ho imparato? Che molte, troppe, volte si danno per scontate tante cose, si dà importanza ad altre che in uno sguardo più generale e meditato in realtà sono delle sciocchezze e, soprattutto, che occorre usare al meglio il tempo che abbiamo a nostra disposizione scoprendo i nostri talenti ed il motivo per il quale siamo al mondo perché non ci è dato sapere quanto tempo abbiamo a disposizione e sprecarlo è un attimo.
Il volume è curato in ogni minimo dettaglio a partire dalla copertina dove c’è un bambino vestito da aviatore che guarda il cielo e accanto a lui un antico biplano. Ci ho visto tre significati nella mia fase di conoscenza del volume.
- Prima impressione senza sapere nulla della storia – Passato, presente e futuro perché l’ho interpretato come i sogni e le speranze che un bambino ha per il suo futuro e che si augura che si possano realizzare. L’incertezza del futuro che suscita paura ma curiosità allo stesso tempo.
- Dopo aver letto la trama – Il dettaglio del volo visto come l’anima di una persona buona che ascende al cielo e chi la ricorda che guarda ogni tanto in alto pensando e/o parlando con lui.
- Alla fine della lettura – riferimento ad una delle volontà di Paolo che è stata realizzata da Monica e dalle altre persone a cui teneva.
In ogni caso mi ha colpito molto il dettaglio del cuore che chiude il nome dell’autrice a rimarcare il fatto che è un libro scritto con sentimento e che l’amore non svanirà mai ma che anzi, come diceva anche Dante, move il sole e l’altre stelle.
Grazie all’autrice Monica Pezzopane ma anche a Paolo e a tutte le persone che sono presenti nel libro perché, nella vita frenetica di tutti i giorni, permettono al lettore di fermarsi un attimo e fanno capire a cosa prestare attenzione e a cosa no, a pesare con il giusto metro di giudizio tutto quello che ci accade attorno e a cercare di stare più attenti anche alle cose più piccole perché possono nascondere significati profondi.
Grazie ancora a Paolo che ha voluto che la sua vita fosse raccontata per non essere dimenticato ma anche per dare preziosi insegnanti e grazie a Monica che è riuscita a realizzare le volontà di Paolo al meglio delle sue possibilità e, senza ombra di dubbio, con successo perché si comprende bene quanto lei ci tenga e si sente proprio l’anima.