Io vado in bicicletta di Maura Musy

Gigante

Sguardo ampio,
laggiù confini cerulei
nebbia di prima mattina, e le distanti
case sorprese del pallido sole.
Quando, bambina, passavo le ore
con quelle di cartone fra le mani.
Aprivo e chiudevo le ante, i davanzali.
Di fiori, senza profumo, cartapesta ai lati
come cespugli, sempre verdi, per un viottolo di ghiaie
rosate, e mi pareva d’essere una montagna enorme.
Gigantesca roccia saettata verso nuvole
di carta, e da qui, dalla cima vi colgo
tetti ondulati e voi, rose lontane, senza odore
e finestre che iniziano a parlare, e formiche di persone.
In mezzo a qualche confuso giardino, chissà
un bimbo si volge, e mi guarda.

***

Luogo sacro

Etereo fruscio di crinolina.
Levigato scanno se la porta
in cuore, l’abbraccio di un attimo
dell’amato alla sua donna.
Mentre l’Arte di due figure amanti
visita gli occhi del suo ultimo amatore
che seduto, in Lei si perde.

***

Passato

Respiro dal mare, e le mie membra
toccate da onde di secoli;
spiriti persi inspirano espirano
sabbia delle loro ossa sulle mie
sale d’antichi dolori, lacrimano i miei occhi
mentre la mente cavalca montagne
di anni infiniti a ritrovare
il nome e immagina di quelle solcate
dal sole, nulla di loro;
l’acqua limpida ai miei piedi
il mio viso di donna.

***

Ad un amico

Stammi in silenzio lungo
il magico divenire dell’unico
vero amore che io sento.
Guardami con l’occhio
della tua memoria, ed io farò lo stesso.
Ma così facili a ritrovarci,
come se il mio fosse il tuo,
una mattina, allo specchio.
E le nostre parole quando
Gli anni ci avranno a lungo
Divisi, avranno il suono
Armonioso di musica sempre ascoltata.

***

Dalla silloge inedita Io vado in bicicletta di Maura Musy, recensita da Nicla Morletti nel Portale Manuale di Mari.

Nell’immagine della copertina: Fleurs Bicyclette I – Stampa artistica

2 Commenti

  1. Molto toccata sia dalle poesie che ha recitato per me questa mattina a Villa Ada che da quelle che ho letto ora, Le faccio le mie congratulazioni più sentite ed i miei auguri per la Sua vita e la Sua opera poetica

  2. “Guardami con l’occhio della tua memoria”, che versi! Quelli che sento anch’io per dire, come hai fatto tu, che nulla si cancella, nulla si scorda, nulla si nega, se l’amore vero ci rende eterni. BRAVISSIMA!

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