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“Il valore nelle orme del cuore” di Maria Lampa

Maria Lampa - Il valore nelle orme del cuore - Marcelli Editore

Forse non c’è da andar molto lontano per cercare la spiegazione di ciò che succede nella vita di tutti i giorni, nei rapporti inter-personali.
A me piacciono le grandi filosofie, le scuole di pensiero, le teorie e mi documento costantemente, ma poi concludo guardandomi meglio intorno e nella praticità e la semplicità trovo tutte le risposte che cerco.
Un oggetto che mi ispira e apprezzo molto è la calamita: sono innamorata delle sue proprietà e della sua funzionalità.
La calamita viene usata come strumento per provare la natura di alcuni acciai, perché si attacca solo su parti che contengono ferro in piccole e grandi quantità, ed è divertente avvicinarla ad un cesto in cui ci sono tanti oggetti di diversi tipi di metallo e osservare che pesca solo quelli compatibili, trascurando quelli che sono totalmente diversi da essa.
Nella vita sociale è la stessa cosa e il fenomeno è il medesimo.
Ci sono esseri umani che mi piacciono al solo vederli, quando li incontro provo una emozione piacevole, di simpatia, di curiosità e scatta automaticamente l’interesse a conoscerli meglio.
So per certo che quelle persone hanno almeno una caratteristica simile alla mia e questo provoca attrazione e fa da collante nel caso possa o voglia approfondire la conoscenza.
Diventa calamita anche un ideale, un interesse, una iniziativa che coinvolge e “incolla” diverse persone e le fa diventare gruppo, o addirittura un team, una squadra vincente, facendo nascere il senso di appartenenza che stimola e dà sicurezza e soddisfazione.
Ci sono altre persone che ho voglia di allontanare, pur non conoscendole, o che non attirano la mia attenzione: credo che siano distanti da me e molto differenti.
Per molti anni mi sono intestardita a coltivare amicizie dove non c’era un legame di attrazione: sono stati momenti di profonda sofferenza e mi sono fatta venire mille sensi di colpa, in ogni occasione che si presentava l’insuccesso, mentre il dispendio di energia era immenso, e il dispiacere mi provocava addirittura dolore fisico.
Non riuscivo a capire che eravamo su due diverse lunghezze d’onda, mi era impossibile comprendere che l’accanimento, l’insistere e il persistere non potevano modificare il dato di fatto della totale diversità di interessi e di valori che avevamo.
Con questo non voglio dire che stabilisco rapporti solo con coloro che hanno similitudini con il mio modo di pensare, anzi spesso imparo molto di più da coloro che sono all’opposto e che la pensano in modo decisamente differente.
I rapporti affettivi, profondi sono solo con persone con cui condivido idee ed emozioni e il legame è garantito dall’attrazione, dall’effetto calamita, dall’avere qualcosa in comune, una parte della stessa natura. (…)

Un altro oggetto che mi aiuta a comprendere i rapporti umani è il ventaglio.
Ce ne sono di tutti i tipi, di vari colori e grandezze, diversi modelli e con raffigurati fiori e paesaggi, ornati di trine e merletti, o semplici a colore unico.
Quando è chiuso io ho una immagine diversa da quella che osservo quando è completamente aperto.
Nei momenti in cui io sono chiusa, riservata, schiva, gli altri hanno una certa idea di me e in base a ciò che vedono giudicano, valutano e si comportano di conseguenza.
Quando mi fido un po’ di più e mi apro, portando all’esterno idee, emozioni, proposte, dubbi, allora gli altri percepiscono di me una immagine un pochino più ampia, articolata, più ricca di dettagli.
Questo permette il nascere di amicizie, lo scambio di una parte di me.
Solo quando decido e riesco ad aprire il mio ventaglio totalmente, offro la possibilità al mondo circostante di conoscere esattamente il disegno che vi è sopra stampato, fatto di fisico e pensieri, emozioni e obbiettivi, aspirazioni e desideri, paure e soddisfazioni, incertezze e grinta travolgente, entusiasmi e tentennamenti, sicurezze e fallimenti, e tanti sogni da realizzare.
Ognuno di noi è un ventaglio e nella società si incontrano ventagli chiusi, e altri leggermente aperti e alcuni completamente spalancati.
Valuto con cautela la persona chiusa, che nasconde gran parte di sé, e aspetto che abbia voglia aprirsi, tanto da capire di che disegno è fatta, quali colori predilige, quanti desideri coltiva, per poter arricchire il ricco rapporto inter-personale che cerco.
Non posso dimenticare tutto il tempo che ho vissuto chiusa, serrata, incastrata nei miei pensieri neri e funesti, arrabbiata con il mondo intero e so che questo non capita solo a me.
Ci vuole calore, affetto, sostegno, per fidarsi del mondo e riuscire ad aprire il ventaglio della vita!
Io ho avuto la fortuna di incontrare ed avere accanto in momenti strategici, delle amicizie che mi hanno insegnato e aiutata ad aprirmi piano, piano e mi sono vicine anche oggi che credo di aver acquisito l’abilità di aprire o chiudere per scelta consapevole, a seconda delle persone, delle situazioni e del contesto.
La calamita funziona e attira il ventaglio quando è aperto, perché può toccare tante caratteristiche visibili. Pertanto ritengo che sia opportuno per me vivere con il ventaglio aperto, per avere maggiori possibilità di contatto e maggiori opportunità di moltiplicare le conoscenze e le amicizie.

***

Dal libro Il valore nelle orme del cuore di Maria Lampa

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