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Ciel tinto rosa

Striature rosa nel cielo verso ovest mentre sta tornando a casa. Fosse possibile accostare e scendere, proprio in quel punto un po’ alto della strada dove si ha l’impressione che la pianura si distenda lungo quel tramonto dai colori inattesi. Ma non può, e così continua a guidare e ad ascoltare quel piano che accarezza i minuti che restano, prima che arrivi a casa. Allora rallenta: uno stratagemma per avere più tempo. Più tempo, ora che il pensiero si fa finalmente fluido che sembra di scorgerne la consistenza, come se fosse materia. Un pensiero da toccare. La consapevolezza d’averlo. Dipanarlo. Chiarirlo. Tenerlo, lasciandolo libero d’andare. Macchine che sorpassano e le sfrecciano accanto. Ma dove corrono tutti? E lei rallenta, ancora. Ci sarebbe da lasciare andare l’auto dove vorrebbe, per non fermare questo dilatato momento d’intimità con il suo pensiero. Che non è un pensiero preciso, piuttosto un pensiero che racchiude il sentire della vita. Non riuscirebbe a spiegarlo. Ma non vuole nemmeno provarci, dopotutto, perchè le toglierebbe la concentrazione di quell’attimo. Ci sono singoli attimi che si vivono intensamente anche se solo stai pensando. C’è qualcosa di straordinario in questo. Nel rettilineo che le si dispiega davanti, una fila di lumini rossi s’accendono. Frena. Dolcemente. Svolta. Pochi metri e poi parcheggia. Spegne le luci. Smorza la musica. Sconnette il pensiero. Scende e chiude la portiera. Da ora farà le cose di sempre. Però c’è che stasera, sarà stato anche per quel cielo tinto rosa, sorride dentro.

Immagine: foto di Arsomnia

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