La mia rosa spina

Un cespuglio di rose bianche mi aspettava ogni domenica mattina all’ingresso della casa dei nonni.
Era un groviglio di rami, foglie, petali e spine. Lo guardavo ammirata perché, anche se fiore selvaggio cresciuto ai bordi di una strada di campagna, aveva una straordinaria forza che solo gli esseri indipendenti posseggono.
Immaginavo la sua lotta con il vento, il sole, la pioggia, ma la sua resistenza era pari alla sua voglia di vivere.
Un giorno, in punta di piedi, allungai la mia mano di bambina per cogliere una rosa da portare con me, una spina mi punse, una goccia di sangue sgorgò dal mio dito che ritrassi subito più per paura che per il lieve dolore. Forse il mio fiore non voleva perdere la sua libertà, forse non voleva lasciare gli altri compagni, forse la bellezza della natura va ammirata e conservata nella sua integrità. Da quel giorno il mio cespuglio divenne un amico da rispettare, in effetti, stava lì, piantato nella terra da prima che io nascessi, orgoglioso baluardo di una dimora semplice, immersa nel verde, vegliata dai ritmi naturali delle stagioni.
Da solo, ma con tenacia, resisteva alle folate gelide dell’inverno e si lasciava accarezzare dalle tiepide brezze estive.
Ascoltava le tempeste di dolore nei cuori della gente che passava, ascoltava i timidi sussurri degli innamorati al loro primo bacio, ascoltava i silenzi tristi delle mamme in attesa del ritorno del proprio figlio partito chissà per dove, ascoltava i rimpianti delle mogli insoddisfatte del loro ruolo di angelo del focolare, ascoltava l’incapacità degli uomini di comunicare tra loro idee, pensieri, sogni, ascoltava i respiri affannosi degli anziani lasciati soli al tramonto del loro percorso.
Quella rosa, d’integro candore, era un miscuglio di fragilità e fierezza, severità e mitezza, generosità e crudeltà, saggezza e ribellione. Quella rosa con le sue spine proteggeva la sua dignità di essere al mondo.

***
Immagine: The rose garden di Carl Frederik Aagard

1 commento

  1. Le spine proteggono la rosa dell’anima…
    Con il tuo racconto che è straordinaria allegoria
    rendi chiara l’idea di quanto l’amore possa celarsi dietro
    petali di raso, colori purpurei, profumo intenso
    e… silenzio…
    Ti rinnovo i complimenti!!!

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