Dal tempo di dopo di Paolo Cappai

Quando questi ricatti…

quando questi ricatti spontanei della mente
avvertirò come innocue barzellette
e le grigie, ineluttabili strade,
verdi prati in fioritura,
quando le gabbie immaginarie si smonteranno da dentro
ed il sapore aspro della paura
sarà naturale avvertimento all’attenzione,
quando l’onda calda del sentimento
tornerà a lambirmi libera e copiosa
e la rabbia covata in solitudine diverrà musica per tutti,
allora, forse,
mi sembrerà che era sempre stato ovvio
che quello che sono non mi ha mai tradito.

***

Se prima non vibro…

se prima non vibro di rabbia
poi non risuonerò d’armonia,
se prima non accetto la paura
niente conoscerò di quel che da dentro,
spietate leggi di natura,
altro che lodi di raccomandazione al cielo,
questa è la dura verità.

***

Perché non rivolgi…

perché non rivolgi dolcemente a me
la tua attenzione,
non mi cerchi con la bocca molle e le chiare mani,
perché non plachi con la pelle
questo desiderio tiranno che mi plasma
e mi dispone ad aspettarti avidamente,
tu,
mio complemento,
che fai viaggiare i flussi dentro
e mi conduci al pieno appagamento.

***

Musica dentro m’ubriaca…

musica dentro m’ubriaca
e mi fa cercare a tentoni
chi risponda ai miei vuoti,
chi, libero di essere,
la stessa febbre avverte
e pretende di dissetarsi alla fonte degli intelletti
condivisi
in un mondo di autistici incanalati.
sentimento che scava
e mi raggiunge dove nient’altro
e tutto diviene semplice e chiaro,
ho le redini in mano.

***

Dal libro Dal tempo di dopo di Paolo Cappai, recensito da Nicla Morletti nel Portale Manuale di Mari.

6 Commenti

  1. la vita fa tanti giri, è proprio vero!
    mi è capitato tra le mani il tuo libro di poesie e sono tornata indietro di più di vent’anni quando con amici comuni ci trovavamo a piazza dei Giochi Delfici, e una mia carissima amica era innamorata di te
    strana coincidenza…
    laura

  2. La tua poesia evidenzia efficacia emotiva, coinvolgendo intensamente il cuore e la mente. I versi
    ” se prima non vibro di rabbia
    poi non risuonerò d’armonia”
    evidenziano il bisogno insopprimibile di essere in sintonia con te stesso, con gli altri e con la natura. E’ vero che dopo la tempesta la quiete si assapora meglio, però, per essere in pace con te stesso, con tutti e con tutto, non è necessario passare attraverso le turbolenze quotidiane. Cerca di fare del tuo cuore l’alcova della serenità, senza attendere alcun temporale. Fai abitare dentro di te il positivo, e nega al negativo di stabilirsi nel tuo intimo. Ciao
    Giuseppina Mira

  3. La poesia – a volte – e’ la cronaca intima di noi stessi. E allora pubblicizza il nostro animo con tutti gli attributi del cuore.
    Paolo Cappai lo fa splendidamente. E cerca cosi’, anche, di esorcizzare le paure che – in ognuno – blocca la comunicazione dei segreti dell’ Io affinche’ diventino perle (di parole) per il Tu.

    Gaetano

  4. Le sue poesie sono molto espressive e ricche di immagini, mi affascinano anche per ciò che non dicono. Mi ha colpito quest’idea di un’io vivente, che ha le redini della propria vita, che non è mai stato tradito da sè stesso. Spero con tutto il cuore che siano autibiografiche, perchè sono concetti molto belli che dovremmo augurare a tutti. Complimenti per ciò che ha scritto e spero tanto di poter leggere anche le altre sue poesie.

  5. Paolo, perchè pensare al dopo? Prendi, vivi, distilla la tua rabbia, il tuo scontento, apri le braccia e lasciati andare…… Grande scrittura, giù il cappello di fronte ad un innovatore per eccellenza, un pochino dissacrante, soprattutto verso se stesso, sarebbe molto interessante conoscerlo meglio. Mariarosa, alias la tigre.

  6. Il tempo di dopo è una dimensione che non esiste, va persino oltre l’immaginazione. E’ dove si cristallizzano ricordi ed emozioni. E’ quell’anfratto di sentimenti sofferti e spasmo di vita. Ma alla fine di questo viaggio al di fuori dei riferimenti spazio-temporali tutto diventa chiaro. Lo dici tu stesso: “mi sembrerà che era sempre stato ovvio
    che quello che sono non mi ha mai tradito”.
    Non ti conosco, ma di certo questi versi “tradiscono” grandi slanci. Belli

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