Alzheimer e dintorni

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Una casa padronale
una residenza nobile
un tempo
una corte interna

dita scorrono sulle tastiere
sfiorano note
polka, mazurka, valzer
mantici come ventagli

arti circolari si muovono a comando
a sopperire un’assenza senza speranza

qualcuno balla seguendo il ritmo
i passi, le giravolte
ricordi della giovinezza

dimenticato è il loro nome
la loro età
il numero dei figli
il loro passato remoto confuso con l’imperfetto ed il prossimo

si vedono sorrisi
c’è chi dice che è felice
la non presenza degli affetti non si fa sentire

c’è chi si incupisce
occhi velati da lacrime in uno sprazzo di lucidità
prima di piombare nuovamente nel caos.

Lovaria, maggio 2005

Immagine: Erwartung di Marianne Korbien-Braun

9 COMMENTS

  1. La sofferenza logora chi affianca persone con il morbo di Alzeheimer perchè si sentono messe da parte dal familiare che si rifiutano di accettare in quello stato. Il familiare smemorato ha pochi attimi di lucidità che essendo troppo brevi gli impediscono di recuperare la sua vera personalità mentre chi lo affianca deve pazientemente stare al suo gioco, facendo un ritorno al suo passato, nella speranza infinita che la ricerca scientifica riesca a combattere al più presto questo morbo sempre più diffuso nella gente anziana detto anche malattia del secolo. La forza dell’amore per il tuo familiare ti aiuterà a resistere Mikrokosmos.

  2. Cara Mikrokosmos,ho letto la tua bellissima poesia che descrive questa grave malattia.
    invio la mia solidarietà,con la speranza che la ricerca scientifica possa studiare la possibilità di diminuire i casi di questo grave morbo.

    Con affetto,
    sergio doretti.

  3. Cara Raffaella,
    nel verso “il loro passato remoto confuso con l’imperfetto ed il prossimo” c’é tutta la sintomatologia della malattia. Un fluttuare senza Tempo. E proprio l’antica ossessione dell’uomo, il Tempo,quello che non ci basta mai o é troppo lungo, torna prepotente nella malattia a confondere la mente, a non farla nemmeno soffrire dell’assenza di affetti o gioire, forse, della presenza.
    Purtroppo è dal dolore che scaturisce, a volte, la bella poesia e noi, per non farti sentire sola, almeno per il tempo della lettura e della scrittura del commento, ti siamo stati vicini.
    Con affetto
    Lucia Sallustio

  4. In questa poesia si legge tristezza, malinconia, e anche un pizzico di amarezza. Sentimenti forti, che fanno parte del nostro sangue e della nostra pelle.
    Cosa succederebbe se venissimo dimenticati dal mondo? Esiliati come esseri senza futuro, alle spalle tanti anni e tanti rimpianti… solo qualche piccola gioia quotidiana ad alleviare le lacrime.

    Una realtà che stai vivendo sulla pelle, e si sente tra le tue parole, questo ribollire del sangue alla vista del dolore umano…
    Ci hai fatto partecipi della tua sofferenza, e attraverso le tue parole mi stringo vicino alla tua tristezza.

    Marghy

  5. Mia cara,
    ho letto la tua poesia, non ho dovuto pensare troppo per dirti
    ” mi unisco al tuo cammino frammentato d’amore e di pazienza”.

    Cordiali saluti

    marinella (nonnameri)

  6. Buongiorno,
    ringrazio il sig. Lenio Vallati e la sig.ra Daniela Quieti (rispettando il loro ordine d’ingresso) per aver regalato un po’ del loro prezioso tempo alla lettura (e non solo) di questo mio “delirio mentale”…
    Vorrei, con tutta me stessa, contraccambiare la loro gentilezza… ma, a causa di un “Alzheimer e dintorni” (mia mamma) sono quasi stanziale al Pad. 6, stanza 112, dal 3 ottobre…

    una felice fine settimana…

  7. Sono contento di essere io il primo a commentare questa bellisima poesia dai toni tenui che rappresenta con efficacia questa terribile malattia. La vita é uno sprazzo di lucidità nel caos quotidiano, e l’Alzhaimer, mostro senza poetà alcuna, si é divorato tutti i nostri ricordi e la nostra memoria. Complimenti, Lenio Vallati.

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