Mi manchi

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Caro, qui dove
il sogno s’incaglia
in un giorno d’autunno
e profumo in frana
è petalo d’amore  
su prato falciato
da pugnale
epitaffio a graffiare
terra esiliata
il ritmo è instabile.
Ma è ancora vero
sai, mi manchi.
Quando il cuore
smette di soffiare
e la mia abrasione
si obliqua su te
il tuo cielo percorro
diventa arsenico
il tempo
e tace nel brivido
il grido invocato
d’una riconsacrazione.

Dalla silloge “Graffi obliqui” Premio Scriveredonna 2009

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Daniela Quieti

Daniela Quieti è nata e vive a Pescara. Docente di Lingua e Letteratura Inglese, dirige le collane I campi magnetici e Dal mito alla storia per le Edizioni Tracce. Iscritta all’Albo dei giornalisti pubblicisti, cura rubriche di cultura e tradizioni per le testate online Thema L’informazione, Agricoltura Oggi, L’eterno Ulisse, e per le riviste I fiori del male e Il Porticciolo. Ha partecipato attivamente a rassegne e convegni internazionali ed è membro di giuria e consulente linguistica di concorsi letterari. Ha pubblicato i libri di poesia I colori del parco, Cerco un pensiero, Uno squarcio di sogno, L’ultima fuga; di narrativa Altri Tempi, Echi di riti e miti, Quel che resta del tempo; di saggistica Francis Bacon La visione del futuro. Ha vinto numerosi premi e riconoscimenti alla Cultura tra cui Città di Penne, Un Bosco per Kyoto, Città delle rose, Scriveredonna, Città di Empoli Domenico Rea, Città di Pontremoli, Città di Cattolica.

4 Commenti

  1. Mia cara dolce Amica, quanto appassionato lirismo in questa poesia che ha del metafisico e rende pieno omaggio all’idea del ‘dono’ insita nella natura della donna! Spendido l’ossimoro “tace nel brivido / il grido invocato…Il silenzio dell’attesa della Redenzione, un silenzio che fa rumore, come tutte le forme di passione, come ogni spinta emotiva, come la tensione verso l’alto, così presente in te! Grazie. Sei la poetessa della vera empatia!

    • Maria carissima, grazie, di cuore, per avermi letto e dedicato parole così belle. Il silenzio dell’attesa fa rumore, è vero, ma non spaventa quando non cela voragini interiori. Riesce a invadere di nulla solo se si è già in un nulla trascendentale. Ti stringo forte.

  2. La musicalità della prima parte, più “mossa” e con aggettivazione diversa dalle poesie di “Uno squarcio di sogno”, prepara benissimo quel potente MA posto in posizione “forte”, a iniziare una seconda parte in cui tutto sembra ricomporsi, anche se il “grido d’una riconsacrazione”, tace (ma io dico “per ora, tace”). Mi piace molto questa poesia, Daniela, molto. Mi è congeniale. E ti ho lasciato un’impressione “immediata”, “a caldo”.

    • Gentile Amico,
      grazie infinite per questo tuo intervento che mi è particolarmente gradito.
      Come hai acutamente notato, l’aggettivazione delle liriche inserite nella raccolta “Uno squarcio di sogno”, che abbraccia un più ampio arco esistenziale, è, forse, differente da quella delle liriche presenti in “Graffi obliqui” correlate, invece, a un più definito, tormentato e denso ambito. Questa nuova silloge, che sarà pubblicata, probabilmente, tra la fine dell’anno in corso o l’inizio del nuovo, è stata premiata nel Concorso “Scriveredonna”, il cui Presidente di Giuria è la grande Maria Luisa Spaziani. E, poiché la vita è fatta di “incontri” con i “Maestri”, di quegli attimi intensi che, anche quando possono apparire brevi e di circostanza, lasciano un indimenticabile scavo nel vissuto personale, considero questo, con tutti gli altri che non elenco ora, con “Il Molinello” e con Manuale di Mari, una incancellabile impronta umana e letteraria. Ti rinnovo i complimenti per il tuo impegno nelle belle iniziative che sai realizzare e ti saluto caramente

      Daniela Quieti

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