Alla Musa

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Da un libro spoglio d’anima
ti trassi,
e provai quella gioia fiabesca
che da noi non si sa chiamare con alcun nome

7 Commenti

  1. Ciao amici autori del blog, grazie per i commenti che mi lasciate sempre! tengo particolarmente a questa breve poesia, l’ho scritta a 14 anni, e non so perchè ma ogn volta che mi sento ispirato a scrivere ripenso a quei versi, come se davvero quella “doona che in realtà non esiste”, come perfettamente avete notato, tornasse a sussurrarmi nuovi versi, nuove parole.. Grazie di cuore

  2. Sono d’accordo con Francesco Ballero. Questi versi sono di grande intensità. Forse li pronuncia chi assume a propria Musa una donna che in realtà non esiste ed è, appunto, fiaba. C’è anche l’idea dell’illusione d’amore. Del sentimento che non si nomina perché forse non esiste nemmeno…

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