Prigioniero di questa sera

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2046, Wong Kar-wai

Prigioniero di questa sera
distratte le vigili ombre
tiro le somme del giorno
stappato ad una vita infeconda.
Quanto ho perso, quanto ho guadagnato
quanto sudore di pena è grondato
da questa sterilità straripante!
Qui il corpo, fermo e pesante,
l’anima che all’alto aspira
bipede non si è staccata in volo:
la gravità si fa sentire
le esili ali sono fragili e deboli
per vincerne spinta e resistenza.
Si spoeta la vita tra stupori.
Mentre ne rileggo il peggio
una solitudine mi riabbraccia
nessun fumo di morgana
resta nella mano se tenta di afferrarlo
l’informe sostituisce ogni forma
che si delinei col suo contorno
i cristalli pure opacizzano
se incolumi superano urti mortali,
poco o nulla da franamenti e smottamenti
si recupera e resta utile
e sempre è raro che da incidenti
sortiscano benefici venturi.
Se si svuota nel tempo
la cassaforte delle illusioni
la miseria si diffonde
e un’angoscia resta nel cuore.
La vita desiderata è appena
una finta proiezione di sogni.
Pusillanimi si sosta davanti alla porta
della verità senza mai entrarvi
sbirciando dalla toppa
vedi chiuse le finestre
del passato e del futuro
da qualche oblò forse appena giunge
un timido raggio di presente.
Non vi è salto che ci sbalzi nell’aldilà
alla deriva, in un mare di interrogativi,
tra maree di oscurità e sprazzi di luce
naufraghi galleggiamo inzuppati di paura.
Non c’è transumanza o traslazione
che ci adduca nei cambi di stagione
a prati di serenità e quiete interiore.

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amcozza

Sono nato a Valva (Sa), un piccolo paese della valle del Sele, il 16 gennaio 1947…..abbandono Napoli la città adottiva per dimenticare amori e miserie. La precarietà è sconfitta. Il filo dell’avvenire si dipana secondo i canoni fissi del copione borghese: mi sposo, ho dei figli, l’automobile, la casa. Gli anni passano ma nel fondo del cuore, assopito, vive il mio passato; a poco a poco si riaffaccia e in un sodalizio si somma alla delusione di una vita monca e sempre uguale. Uno scoramento si perpetua condito da scialbi giorni. Ma bisogna pure andare avanti, aggrapparsi a un’illusione, denudarsi e mostrare cosa siamo, cosa vorremmo essere, le paure, le speranze….Da qui ho timidamente incominciato perché altri sapessero

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