Le peripezie di Popolino di Mario Longobardi

Salve sono Popolino so’ gagliardo e so’ carino mi fate un bel… sorriso, cosa hai capito volgare.
Sono stanco, ma felice di essere… di mettere nero su bianco le mie peripezie, fin adolescente ho sempre avuto due sogni nella mia vita, uno scrivere le mie peripezie per condividerle con i miei lettori, il secondo cantare con il grande Celentano … Celentano il re degli ignoranti … che poi non è vero che sia re è soltanto ignorante. A ogni modo per raggiungere il foglio di lavoro è stato un’odissea. Non c’è niente da fare il Popolino deve sempre subire perfino nei viaggi per motivi di “lavoro”… di fatti Omero ci canta le vicissitudini le peripezie di Ulisse e company nella grande opera dell’Odissea, appunto, il ritorno a casa di Ulisse, meno male che ha scritto solo il ritorno, perché se avesse redatto pure 1’andata era finita per noi studenti, cioè io sono un tifoso della cultura, ma quando è troppo è troppo a parte il fatto che Omero ha esagerato tanto è vero che leggendo l’opera pensavo che questo cantore fosse un politico decaduto, davvero!? Ci sono delle “fregnacce”: Scilla il mostro con tre teste, dico io se in ogni cultura i mostri hanno sempre avuto due teste che rappresentano la parte razionale e irrazionale dell’uomo, la terza testa era una testa di … volgare! e poi Ulisse un uomo travisato … oggi è conosciuto per la sua furbizia quasi se fosse un politico, è noto per la sua astuzia! In realtà ai suoi tempi era celebre per la sua jella, sì! Portava sfortuna, scusate: morirono tutti i soldati che viaggiarono con lui, è l’unico che ritorna a casa, e il suo cane Argo dopo tanti anni di vita, lo vide e cessò di vivere … non aggiungo altro, anche perché non saprei.
Vabbé ritorniamo al mio viaggio in treno, per giungere davanti ai fogli bianchi ove dipingerò i racconti per voi miei amati lettori, vi amo. Ero in stazione accompagnato da un mio amico, che poi vi racconterò nei successivi racconti, che dopo un abbraccio mi dice: «Ce la farai, in bocca al lupo!» risposi: «Pure in culo al lupo!». Entro nella mia postazione, all’inizio ero tranquillo, calmo, sereno, quieto come un albatros nel periodo della cova, a un certo punto, punto certo, sento, odo una voce arrogante: «Ma quello il popolino è credulone … possiamo fare quel che vogliamo … » al ché non ci ho sentito più, mi alzo con uno scatto felino e con occhi da uccello delle palude quando piove, mi avvicino alla bestia alla persona, scusate, or ora narrata e gli dico: «Scusi come si permette di parlare male di noi, a bruto?!». Lui: «Come si permette, lei non sa chi sono io! Sono un parlamentare, sono un senatore!». Risposi con temerarietà: «Fa piacere a suonato re, so’ Popolino so gagliardo e so’ carino … e tu suonatore di flauto di pelle mi hai offeso!».
Il suonatore con il flauto in mano, mentre si proponeva alla porta d’uscita: «Tu hai il complesso
d’inferiorità!» ribattei con una caparbia di un toro decaduto: «Sì! Ho il complesso … le è andato bene perché ora scende!».
Vi rendete conto lui diceva che il popolino è credulone e io gli ho fatto credere che ho un complesso quando poi a casa ho soltanto una chitarra, e quando ritorno la butto per dispetto quando ci vuole, ci vuole. Cosa? Mah! Tuttavia il tragitto è seguitato virtuosamente e a cinque minuti dall’arrivo, il treno cosa fa? Si mette a pensare: «Questo Giovine ha pagato il biglietto e già lo faccio scendere!?» mi ha fatto un’ ora di ritardo, nienteditutto! Al ché approda in stazione … Trieste è bella! Il primo pensiero è quello di telefonare a mia madre, perché so mammone, ma non pappone .. scurrile … mentre prendo il cellulare codesto mi cade per terra, raccogliendolo scruto con la mia vista di uccello predatore … che si è staccato una vita e mentre la recupero … a un certo punto, punto certo, sento: «O il cellulare o la vita!» perplesso a questa richiesta insolita, gli porgo la vita e dopo mi spingo con una sagacia da vero bradipo verso casa … in questa mi attende il portinaio e padrone di casa che mi chiede circa cento cinquanta euro in più di mensilità, vi rendete conto? Sì o no?!

LE PERIPEZIE DI POPOLINO di Mario Longobardi – GRUPPO ALBATROS IL FILO, 2010 – pag. 61

Il commento di NICLA MORLETTI

Divertente, fresco e frizzante. Ironico, satirico, rocambolesco. Questi gli aggettivi che userei per definire “Le peripezie di Popolino”, un mixage di racconti con personaggi e storie tutte nuove soprattutto per il modo in cui sono scritte. Il personaggio di Popolino si muove sulla scena in maniera disinvolta, non ha peli sulla lingua. E poi c’è la simpatica descrizione di giornate a pesca, dell’esame di maturità e del biglietto del pullman. Ci sono persone che, pensate, invece di parlare “cinguettano” o che addirittura “ululano”. Insomma, uno spasso, una lettura piacevole per un pomeriggio di pioggia come questo. Una vera e propria pièce teatrale di spettacolare humour.

1 commento

  1. Si legge in un fiato. ” Le peripezie di Popolino ” permettono quel relax che altrri racconti impediscono.
    Longobardi sa giostrare bene con le parole. E anche la trama, a prima vista ondivagante, ha una sua retta.
    Da gustarsi alla sera, dopo una giornata storta. Alla faccia del capufficio oppressivo e intrigante.

    Gaetano

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