Uno sguardo dalla finestra di Enza Doria

Uno sguardo dalla finestra di Enza Doria

Il distacco

Ti lasciai, o mia terra,
nella speranza di trovare un futuro migliore
ma presto capii che la salita era molto difficile,
mi sono ambientata, mi sono adattata
non ho rimpianti, ma vivo lontano
dalle mie origini, ho sradicato le mie radici
il dolore è forte
è come perdere la propria mamma,
chi parte lo sa bene e lo sente dentro il cuore
si ripercorre il passato, i momenti che hai lasciato
ed il tempo sembra fermarsi.

***

Un raggio di sole

Un raggio di sole illumina la mia mente,
mi fa germogliare e partorire idee belle.
Mi riportano alle mattine del sorgere del sole
l’aurora illuminava la campagna, si sentiva solo
il suono della natura, era una musica perenne,
il profumo dei fiori dei campi, appena sbocciati
mi inebriava di momenti belli,
ero una bambina sempre coccolata,
ero la piccina di mamma e papà,
come era bello essere gaia, amata
e protetta nella campagna d’estate soleggiata.

***

Essenza di vita

Essenza di vita,
tutto è finito dov’é cominciato,
tutto se n’è andato,
soltanto la scia del tuo passato è rimasta.
Come tutte le cose del passato
si ricordano con rimpianto,
solo l’essenza di vita è rimasta
per continuare il percorso del tuo vivere.
Come un granello sei germogliato,
come polvere sei sparito.
Solo è rimasta l’essenza di vita.

***

Nora (mia madre)

Con i tuoi occhi neri guardavi all’infinito
con le tue braccia forti abbracciavi il tuo destino
eri intraprendente, piena di estro,
sapevi dare amore, ci avvolgevi di attenzioni
ci proteggevi, ci curavi, ci assecondavi,
ci adoravi, eri una vera mamma.

***

La morale

Mamma, non mi fare la morale,
lo so, la vita è dura
è una gatta da pelare
ma la vita è mia
le mie esperienze voglio fare.

***
Uno sguardo dalla finestra
di Enza Doria
2014, pag. 89
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Il commento di NICLA MORLETTI

“Oltre lo sguardo” è un florilegio di poesie che catturano l’anima immersa nei magici colori dell’infinito mentre il soffio del vento, come violino, “singhiozza tra i rami di foglia vestiti.” E placida scende la sera, si fa quieta l’aria.
L’elaborazione dei componimenti di Marzia Serpi scaturisce da notevoli matrici estetiche e culturali, dalle quali l’autrice ripropone in una forma dolce e originale, con accenti chiaramente simbolisti, il parallelo tra natura e condizione umana, tra condizione umana e concezione esistenziale. Dominano i sentimenti, i ricordi, le emozioni, la consapevolezza dell’ineluttabilità della vita e del destino. Il tutto avvolto da un’estetica solare, per la trasparenza delle immagini attraverso la mediazione del sentimento che, di verso in verso, si fa sempre più puro e cristallino come acqua di sorgente.

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