Non c’è canto
ch’io possa cantare
l’ultima notte d’estate,
che sfiora di brezza leggera
– e già fredda –
le ali piegate del giorno.
Non c’è sogno
ch’io possa sognare
l’ultima notte d’estate,
quando il tempo scolora
– e rimane sospeso –
fra le braccia pietose del buio.
Non c’è poesia
ch’io possa scrivere
l’ultima notte d’estate,
che mi esplode nell’anima
– sfuggente illusione –
dall’aurora del tempo.
È grandissima e fragile
come quando la vita
era solo pensata,
quasi un tulle da sposa
adagiato sul mare.
È di vento e di sale,
come un’onda che danza,
di celeste vestita
– tra il pensiero e il respiro –
ma di fuoco creata.
Ora è persa per sempre
nelle notti d’estate,
viaggia insieme alle stelle
senza fare rumore.
Immagine: Miremos la luna di Didier Lourenco