L’elemento del buio –
La navata deserta, sbrecciata
le pareti chiazzate di ruggine,
il tetto sfondato. Uno squallido
antro rifugio di qualche sbandato.
Le colonne reggono il vuoto
del cielo che manda una notte
gelida e illune. La nebbia s’insinua
all’interno con le ombre rintanate
ed ostili. Il battito d’ali d’un predatore
notturno lascia il posto a una cascata ‘
di fiori appassiti risucchiati dai muri
in concrezioni gessose che formano
scritte, paccottiglia di simboli vuoti.
Basta col vuoto, basta alle acque profonde
d’un sogno svanito, al risveglio nel muto
fragore del gelo. So di non essere solo.
Dal fiume sale un vapore leggero che
si spande lungo la valle e uno sciame
di bianche figure, di rigidi spettri
che salgono verso la strada. Verso
i bagliori d’un cielo incupito
dai lampi d’una notte perpetua
che inghiotte le ombre come cocci
di vetro che grondano sangue
e gocce di latte nel denso spessore
del buio.
***
La neve
La neve, la sabbia e il vento
tra le fenditure di roccia
dove si alza la bufera. Sabbia
bianca, quasi ghiaccio
e il suo lento cadere davanti
a una parete che fa da schermo
alla visione d’una prossima
notte. Cala il silenzio rotto
dal latrato che invoca 1’assenza
di qualsiasi luce prima di scavare
nel ghiaccio o nella sabbia dura
che ha reso impervio il transitare
su strade solitarie in cerca
d’una traccia che la bufera ha
cancellato. Resta il grido come
unica prova che precede il giorno.
***
Poesia numero tre
Mi sta seguendo una luna enorme
mentre mi avvio per il sentiero
tra gli alberi piegati e scarmigliati
dal vento. Il cuore dilaniato,
la mente distratta da improbabili
sogni e desideri come lacrime
disperse nel muggito di tempesta
che percuote la mia scarsa sicurezza
e mi consuma l’anima mentre
mi dirigo verso i fantasmi dei miei
anni solitari. Adesso sotto la luna
che attende la sagoma del lupo
stagliarsi contro la sua luce, affronto
il dolore, irrigidito nel sospetto
di sguardi traditori, di nubi sfilacciate
come serpi evase nella notte
tra lampi di sospetto e invocazioni
rassegnate, infrante sul ghiaccio
che stritola il cammino.
***
Lune doppie di Andrea Venzi – Edizioni Pendragon, 2011 – pag. 85
Il commento di NICLA MORLETTI
Andrea Venzi, oltre ad essere un ottimo poeta, è anche pittore, fotografo e viaggiatore. E questo libro dal titolo “Lune doppie” è dedicato alla sua adorata moglie Benedetta. La raccolta che ci presenta racchiude in versi le emozioni, sensazioni e descrizioni dell’ultimo viaggio in Canada compiuto insieme alla moglie che è venuta a mancare. “Da quel momento il mondo mi è crollato addosso” dice l’autore. C’è inquietudine tra le righe, aleggiano nebbie e battiti d’ali, bianche figure e rigidi spettri, ma anche farfalle che guizzano nella luce, finché le nuvole si specchiano nel lago. Un libro prezioso, dove la parola esercita un forte impatto emotivo. Andrea Venzi è maestro del verso, supera i confini terreni per elevarsi oltre la materia e il suo raccontarsi tocca profondamente le corde del cuore, divenendo così sublime poesia ricca di contenuti e sentimenti dagli accenti vibranti. Un’analisi della vita, del mondo quotidiano, delle persone e dei luoghi che ama e ha amato. Forte è il messaggio: “Pur nel dolore che affligge la vita, non siamo soli.”
Consiglio a tutti la lettura di questo bellissimo libro dove regna sovrana la poesia della mente e del cuore.