
Benché
non sia il fiume a rientrare
ma il passo
che a stento torna
nelle stanze del vuoto,
ho ascoltato,
le voci dissipate dal tempo
sui binari,
di un attesa fuggita via
nell’affanno
di inseguire, uno sguardo, una mano,
nella nebbia
del mio respiro sul vetro dei domani
voli, di silenzio scivolano
dagli occhi, e
– mentre autunno edifica –
in questo mio buio
ho pianto.


