Si spacca il mattino come una melograna
con rosse crepe lucide.
Ah, quando arriverà domani l’aurora, tardi,
biancheggiando oltre il letto,
vigile mi troverà ai cancelli del matrimonio,
mentre aspetto che si diffonda la luce
su di lui, che sazio dorme
con la testa sprofondata, incosciente.
E quando l’alba s’insinuerà dentro
cauta m’alzerò
per osservare la vittoria della luce
sul primo dei miei giorni
che lui mi mostra, addormentato nel sonno
in cui con me cadde, ed il mio sguardo
meno vago diverrà.
Saprò allora a quale immagine di Dio
è fatto il mio uomo:
certo egli sarà ricchezza di vita per me.
E allora aperto ai miei occhi, chiaro
dormirà,
affidando a me la sua realtà, ed io
guarderò l’alba illuminare il mio destino.
Guardando splendere la debole luce
su quel sonno colmo di me,
sulla sua fronte, ove i riccioli
negligenti s’accoppiano e si appiccicano,
sulle sue labbra, ove il respiro leggero va e viene,
inconsapevole, sulle sue membra finalmente, stese,
indifese,
piangerò lo so, oh se piangerò
di gioia.
Immagine: Adam and Eve – Sabzi