
Tu eri l’aria che respiravo;
eri ogni musica immaginabile
bella, senza tempo, esagerata;
eri ogni dolore che mi affascinava,
mi digustava, mi rabbrividiva.
Eri il terreno su cui camminavo,
cadevo,
rotolavo,
e la mano che mi rialzava, accarezzava.
Eri la voce che mi scorreva nelle vene,
eri il tempo che mi sovrastava,
eri il verde della vita.
Il mio colore.
Ora sono solo un punto
nè bianco
nè nero, ma
trasparente
a te
a me.
Immagine: “Green moment” by Karyl


