Al mio mestiere ovvero “allevatore di bambini”

Trentanni e quattro mesi,
con ogni luna della notte,
ho scritto su ‘fogli di pelle’
e il pennino era una lama affilata;
e venivano a galla ‘pupazzi di carne’
scocciati di nuotare nell’aria.
Adesso uso ‘penne di filo’
e ricamo cianfrusaglie di umori.

2 Commenti

    • Grazie di cuore per le tue parole,tanto più gradite perchè mi fa particolarmente piacere che ,ispirati in gran parte dalla straordinaria figura femminile,i miei versi semplici incontrino il gradimento benevolo delle donne;che se poi,come in questo caso,il giudizio viene da una competente appassionata della poesia,c’è solo il rischio che cominci a montarmi la testa e a pensare che sono davvero un poeta!(la cosa mi diverte non poco,visto che continuo a considerarmi un discreto verseggiatore elementare del Capo di Lèuca).
      Ciao e arrivederci da qualche parte e comunque,cose piccole e belle.
      Mario P.

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