www.viraccontoiltg1.rai.it di Alma Maria Grandin

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Tgitalmente…

L’intelletto è l’elemento divino nell’uomo, e la sua esperienza è comunicabile solo attraverso un linguaggio che non segue le regole del pensiero razionale, un linguaggio denso, che parla attraverso immagini dai molteplici significati: il mito.
Platone –

L’INFORMAZIONE AL TELEGIORNALE NELL’ERA DI INTERNET
Aristotele sosteneva che «l’anima non pensa mai senza un’immagine».  Una verità quanto mai attuale, che era già chiara al filosofo greco oltre duemila anni fa.
La nostra necessità, di dare una rappresentazione sensibile alle idee, è quella che anche Kant definiva «un’arte nascosta nella profondità dell’animo umano», e che presiede proprio all’opera di visualizzazione dei concetti, difficile ma indispensabile. Il libro è ispirato a questa filosofia, declinata nel mondo della comunicazione all’era di internet.
L’idea iniziale è stata quella di partire da un’esperienza di comunicazione positiva, come il nuovo sito del Tg1, dove lavoro, per percorrere le connessioni reticolari dell’informazione web.  Quando si scrive di comunicazione si rischia di proporre concetti che per tanti sono scontati, ma se ci si addentra nei meccanismi della web communication, ci si rende conto di quanto i sentieri della Rete diventino più tortuosi e sconosciuti, perché paralleli all’avanzare delle nuove tecnologie.
L’obiettivo del testo è percorrere queste strade, scoprirne gli anfratti più remoti, partendo dal presupposto che i new media hanno creato una diversa dimensione, dalla quale non si torna più indietro.  La Rete, come la televisione italiana degli anni ’50, uniformando i comportamenti, le lingue e i dialetti, ha compiuto un’autentica rivoluzione culturale.  Così come la comunicazione ha raggiunto livelli planetari, il web ha allargato ulteriormente gli orizzonti ed ha costituito quel grande “villaggio globale” nel quale i flussi informativi arrivano ovunque e da chiunque, in tempi incredibilmente brevi. Osservando questa nuova “media realtà”, ho sentito l’esigenza di scrivere un libro sulla comunicazione online, che servisse a decifrarne le coordinate. Nel mare aperto della Rete, la nostra rotta sarà tracciata da internet, come medium e mezzo, per fare un’informazione più accurata e meno faziosa. Al centro del sistema rimane sempre il giornalista, che però deve essere identificato non esclusivamente nella figura professionale tradizionale che conosciamo, e che si è arricchito culturalmente proprio per la necessaria conoscenza dei new media, ma si fa spazio anche lo stesso utente. L’utente della Rete, il fruitore e creatore di flussi informativi, la cui attendibilità rimane sempre da accertare. Un soggetto passivo trasformatosi in attivo. «Il giornalismo del futuro sarà sempre più dipendente dal contributo degli utenti» sosteneva, anni fa, Marco Pratellesi. Ho quindi provato a raccontare questo nuovo “mestiere di scrivere”, partendo dalla mia esperienza fino alla creazione del sito del Tg1 e del lavoro svolto in questi suoi due anni di vita.

LA CIVILTÀ DEL WEB
«Le immagini che vedi nel web parlano più forte delle parole». L’assioma è chiaro. La nostra è la civiltà dell’immagine. E i video, infatti, sono il contenuto più richiesto sul web.
Se prima dell’avvento di internet le immagini belle erano trasmesse solo dalla Tv, oggi l’invasione dei pc ha spostato l’attenzione sui monitor. Inoltre la diffusione delle notizie non passa più solo attraverso i telegiornali, ma sceglie la Rete, su cui spopolano anche i video amatoriali, che rimbalzano dal web per arrivare sugli schermi del computer. Ma sempre più anche sui mobile devices, smartphone e tablet in testa.
Le telecamere digitali, poi YouTube e lo streaming video hanno fatto crescere la comunità mondiale di online video maker and player, che ha abbondantemente superato il miliardo di persone. Anywhere, anytime. Per vedere una cosa che ci piace, e quando ci pare, ora c’è YouTube, che in realtà è diventata la piattaforma delle piattaforme video. Il luogo dove rivedere quello che ci siamo persi in Tv. Magari a pezzi, e solo per i minuti che ci interessano. Ecco non c’è più bisogno di sorbirsi un programma intero, ad orario preciso. Internet, infatti, cerco quello che mi interessa, mentre quando guardo la Tv trovo sempre, più o meno, ciò che viene reputato di interesse comune.  Infatti la fruizione della televisione è di tipo lay back, mi accomodo in poltrona e subisco il contenuto che viene proposto facendo zapping con il telecomando. Questa fruizione, indotta dal canale monodirezionale, tipico delle infrastrutture broadcast, è molto diversa da quella offerta dal personal computer che ci vede al posto di comando o, come si usa dire, lean forward. Nonostante alcuni tentativi fatti di recente per rendere “differibile” il contenuto televisivo, grazie a sistemi di registrazione automatica e programmabile a distanza, internet continua a restare imbattuto per la capacità di fornire informazioni in tempo reale e in qualunque momento. Tutte queste caratteristiche si riassumono in una circostanza essenziale, che possiamo sintetizzare nella parola “scrivibilità”: la Tv è una macchina che parla e si fa guardare, mentre i pc e tutti i mobile devices sono apparecchi per scrivere e registrare e, soprattutto, si connettono alla Rete.
Certo è che internet ha stravolto la televisione in modo molto più profondo che attraverso un semplice replay di programmi. Twitter e Facebook hanno decretato la fine del modello unico, facendo diventare la Tv sempre più social. Per ora, il piccolo schermo è già diventato il monitor dove mandare in sovraimpressione i tweet più efficaci. E se un tempo gran parte degli sms che arrivavano nelle trasmissioni erano ignorati, ora anche se il conduttore non li segnala i tweet viaggiano in Rete e continuano a girare e a creare conversazioni.

www.viraccontoiltg1.rai.it di Alma Maria Grandin – RAI ERI 2012 – pag. 211

Il commento di NICLA MORLETTI

Un libro che testimonia come le più moderne modalità di gestione dei flussi informativi nel web possono costituire l’esempio più virtuoso della massima integrazione possibile tra i vari media ai fini di un’informazione sempre più completa ed efficace. Alma Maria Grandin, caposervizio del TG1 online, racconta l’esperienza e l’importanza di una costante comunicazione offerta dalla redazione online del TG1, mettendo a confronto il sito del TG1 stesso con i maggiori esponenti della web communication 2.0, del giornalismo nazionale e internazionale. Un TG1 online della massima importanza che, nella progressiva inarrestabile convergenza tra TV ed Internet, riesce a trasformare i telespettatori in lettori, spettatori e attori al tempo stesso. Un volume di cui consiglio la lettura. Per essere nel cuore della redazione della “Rete Ammiraglia del Servizio Pubblico”.

2 Commenti

  1. Prima c’eran le parole,
    comunicazioni sole.
    Poi venne la televisione
    e l’ immagine la fece da padrone.
    E oggi il web impazza,
    in ogni dove, in ogni razza.
    Qui l’ utente diventa inviato,
    e anche se non e’ tutto oro colato,
    puo’ scegliere dove andare,
    cosa leggere, cosa ammirare.
    Siam diventati tutti navigatori
    nel mar del click, sissignori.
    E’ un progresso, non c’e’ discussione ;
    serve solo sapienza e decisione
    a nn lasciarsi irretire
    dalla menzogna, tanto per dire.
    Anna Maria nel suo saggio,
    che gradirei in omaggio,
    racconta bene le tappe passate
    e quelle dalla scienza progettate.
    Avrei un appunto da presentare;
    sia buona, lo devo fare :
    in una prossima stesura
    tagli l’ inglese, la nostra lingua e’ sicura.

    Gaetano

  2. E’ proprio vero.. se solo si pensa che tanti anni fa, quando il pc era solo un luogo per pochi, e internet era visto come un mostro con cui era difficile competere.. oggi invece, la realtà è molto diversa.. che salto di qualità ha fatto.. e a fruirne sono soprattutto i giovani e gli anziani.. sempre più spesso mi capita di sentire persone anziane che smanettano con il computer.. anche solo per usare facebook.. ma chi l’avrebbe detto che gli anziani avrebbero fatto questi passi da giganti… se solo pensiamo alle immagini che passa la tv, e anche il tg1 degli anni 50′ o 60′ quando gli anziani se ne stavano chiusi in casa..mentre adesso cercano di allargare i propri orizzonti..
    credo che mi piacerebbe essere uno spettatore di queste immagini e di queste cose descritte dall’autrice, e quindi mi piacerebbe tanto poter scorrere tutte le pagine e scoprire fin dove si spinge il mito..

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