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Solo tu

Scheggiar di stelle
infiamma la laguna d’opalina allegra.
Arco di violino sulla pelle.
Tu solo infrangi la tela
di ragno che tesse il mio stupore triste.
Piano posi il tuo segreto sulla radice molle
dello sguardo, senza rumore.
E scivola lo scialle dalle spalle.
Scivola la malinconia del tempo.
Tutto cade, nelle pieghe del destino.
Muta farfalla nottambula
nel sole del mattino,
osa oltre l’Averno, e più non torna,
ma è ciò che vuole.
Libera ed adorna d’aria quieta.
Tu solo, adagio di piano,
e poi il sospiro della carne,
e poi il sonno sereno.
Solo tu, e nella mano
a pugno chiuso
ali ed il sorriso.
Viso che si desta, nella silenti ore.
Ed è già dì di festa se lo svela il cuore.

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