Il sogno incantato di Marcello Signorini

Nell’ampia spianata alle porte della città di Nottingham si sta svolgendo l'annuale festa popolare all’aperto. Nei vari piazzali della sagra è tutto un susseguirsi di manifestazioni, sfide, curiosità, tornei cavallereschi.

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Il sogno incantato di Marcello Signorini

Il sogno incantato di Marcello Signorini

Inghilterra del XIII secolo
Contea di Nottingham

Nell’ampia spianata alle porte della città di Nottingham si sta svolgendo l’annuale festa popolare all’aperto.
Nei vari piazzali della sagra è tutto un susseguirsi di manifestazioni, sfide, curiosità, tornei cavallereschi.
In un primo piazzale alcuni saltimbanchi si esibiscono nei loro esercizi acrobatici. Due giovani, a turno, sospingono in volo verso il cielo una ragazza che, dopo una piroetta, ricade nelle braccia del compare.
Poco più in là dieci giovani sono impilati uno sulle spalle dell’altro e sorreggono un ragazzino che con agilità sta scalando la piramide umana per portarsi all’ultimo gradino della schiera.
La folla incita il funambolo.
In un altro piazzale un addestratore sprona con la frusta i propri cavalli di razza araba per far loro percorrere in cerchio i bordi di una pista improvvisata. I cavalli sono sormontati da scimmiette che, per nulla impaurite, sgranocchiano noccioline e semi offerti dal domatore.
La folla, impressionata dalla bellezza dei cavalli e divertita dall’atteggiamento disinibito delle scimmie, segue compiaciuta il carosello.
In un terzo piazzale, poco lontano, due saltimbanchi si esibiscono nel loro repertorio di scherzi e lazzi.
Il primo giullare, con una buffa parrucca in testa, rincorre un cane ammaestrato. L’altro buffone allunga la propria gamba sulla traiettoria del compare, che inciampa e finisce a gambe all’aria.
La folla ride divertita.
Il primo saltimbanco allora si alza e rincorre l’altro, finché, alla fine, riesce a dargli una sonora pedata.
La folla applaude compiaciuta.
In un quarto piazzale due lottatori si affrontano a torso nudo, in una contesa senza esclusione di colpi.
Dopo una prima fase di studio, il primo lottatore riesce a cinturare l’altro alla vita e a stringerlo, quasi soffocandolo, fra le sue possenti braccia.
La folla è in trepidazione.
Finché il secondo lottatore, raccogliendo tutte le sue forze, riesce a liberarsi dalla presa e ad afferrare a sua volta l’avversario per il collo. Un formidabile colpo d’anca e il primo lottatore cade al suolo. L’altro gli è subito sopra e lo mette spalle a terra.
L’arbitro dell’incontro ferma la lotta ed alza il braccio del secondo lottatore in segno di vittoria.
La folla in delirio acclama il vincitore.
Più oltre, in un’ampia radura, si svolgono le fasi di un torneo cavalleresco. Qui la folla è più numerosa e circonda tutto attorno l’arena, dove due cavalieri stanno per affrontarsi in singolar tenzone. Entrambi vestono una luccicante armatura che protegge il loro busto e la loro testa.
Dall’armatura spunta una cotta di maglia di ferro, che copre gli arti superiori e inferiori.
L’uno indossa una vistosa maschera di ferro, sormontata da un imponente pennacchio di piume, che ondeggia seguendo i movimenti della sua testa. L’altro ha un elmo più massiccio, con la visiera sollevata che lascia intravvedere il volto del cavaliere.
Entrambi montano due robusti cavalli coperti da drappi di stoffa sgargiante e da un’armatura che riveste il loro corpo su su lungo il collo, fin sopra la testa degli animali.
Al fianco i cavalieri portano una possente spada, custodita in un fodero intarsiato.
In una mano reggono una lunga lancia affusolata, mentre con l’altra mano sostengono uno scudo, su cui sono impressi i loro stemmi nobiliari.
I due cavalieri, a cavalcioni sui loro destrieri, sostano ciascuno all’estremità di una lunga staccionata, impazienti di percorrerla per affrontarsi.
Sono di fronte, l’uno da una parte dello steccato e l’altro dal lato opposto, e fanno fatica a tenere in linea i loro cavalli che recalcitrano nervosi, pronti a lanciarsi al galoppo.
Al centro della lunga staccionata, distante una decina di metri, si erge il palco delle Autorità, dove i nobili e i notabili della città siedono avvolti nelle loro preziose vesti ricamate.
Una bella dama, seduta in prima fila, fa bella mostra di sé come madrina della manifestazione.
Ai piedi del palco due araldi emettono squilli di tromba.
La madrina sventola un fazzoletto che tiene fra le dita: la contesa ha inizio.
La folla rumoreggia.
Entrambi controllano che l’armatura sia a posto.
Il secondo cavaliere abbassa la visiera del proprio elmo.
1 cavalli nitriscono, eccitati dal clamore della folla e, sospinti dal morso delle redini, si accostano alla staccionata.
Un colpo di sperone sul garretto e i cavalli partono di slancio lungo lo steccato.
I cavalieri si protendono in avanti per prendere maggiore slancio ed offrire meno spazio all’arma dell’avversario. Alzano le loro lance in resta, posizionano i loro scudi per difendersi dall’inevitabile impatto con l’asta del rivale, infine spronano gli animali al galoppo.
La folla trattiene il fiato in attesa dello scontro inevitabile.
In piena corsa i due cavalieri si avvicinano sempre più. Sporgono la propria lancia al di là della staccionata, pronti a colpire il rivale.

Il commento di Nicla Morletti nel Portale Manuale di Mari

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Eventi

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Presentazione ufficiale del romanzo a Marzocca di Senigallia il 19-02-16

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Concorso Letterario Internazionale “Il Molinello”Premiazione con il Diploma d’Onore della Giuria per il Libro Fantasy “Il sogno incantato”

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Il sogno incantato
di Marcello Signorini
2015, 144 p., brossura
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Marcello Signorini

Marcello Signorini è nato a Milano il 26 luglio 1939 da geni­tori toscani. Nonostante la Guerra Mondia­le, scoppiata subito dopo, ha vissuto un’infanzia serena, sfol­lato con la famiglia a Comerio in provincia di Varese. È cresciuto poi a Milano con la mamma Rina, casalinga, e il padre Duilio, ingegnere alla Pi­relli. Ha frequentato le Scuole Medie e il Liceo Classico in scuole pubbliche del capoluogo Lombardo. Ha conseguito la Laurea in Economia alla Università Boc­coni di Milano. È stato Alpino della Tridentina durante il servizio militare, che ha svolto in Alto Adige, a Brunico e a San Candido. Si è sposato a Milano con Gianna, da cui ha avuto due figli, una femmina, Raffaella, e un maschio, Davide. Ha inizialmente svolto le funzio­ni di Responsabile Amministra­tivo presso alcune aziende di Milano e provincia. Nel 1972 si è trasferito all’Estero, nel Principato di Monaco, come Dirigente Indu­striale presso una grossa Multi­nazionale Americana. Rientrato in Italia, ha continuato a lavorare per alcuni anni per la stessa Azienda Americana, a Belluno e nel Canavese vicino ad Ivrea. Lasciata la Ditta Americana, si è trasferito in provincia di Ancona, a Senigallia, dove ha aperto uno Studio di Consulenza Aziendale.Attualmente è in pensione e si dedica a diverse attività culturali e ricreative. Recita infatti a Teatro con Com­pagnie teatrali dilettantistiche Marchigiane. Tiene Corsi di Dizione e Lettura presso Associazioni di Volonta­riato della zona. Nonostante l’età, tiene anche Corsi di Ginnastica Dolce per Adulti, applicando una partico­lare disciplina (Metodoplurima) composta da esercizi legati alla respirazione. È iscritto al Club Alpino di Ancona, essendo un grande appassionato di montagna. Pratica da circa un anno la disciplina del Nord Walking (camminata veloce con l’aiuto di particolari bastoncini). L’intensa attività lavorativa svolta fino alla pensione ha in parte frenato la sua vena artisti­ca in passato. Ha sempre composto comun­que poesie fin da giovane e ha scritto Novelle, Romanzi e Testi Teatrali da quando è in pensio­ne…

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