La notte di S. Lorenzo

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Resto a guardare,

questo pezzo di cielo

stiracchiato

tra tetti e finestre accese.

E le stelle annoiate,

sparse a caso sul soffitto sbiadito,

ché, magari, qualcuna decide di cadere

proprio qui, sopra il mio balcone.

Allora le suggerirei il tuo nome.

E che mi perdoni

il disturbo mentre attraversa

lo sfondo pallido della luna piena

e ne brucia un pezzetto.

Ma senza parole,

come un soffio
sulle candeline accese


il mio pensiero urlerebbe
per farsi sentire


perché non si perda nel silenzio

su questa trottola piena di vite,

perché non passi inosservato

il mio bisogno di sentirti un pò più vicino.

E le chiederei se, per caso,

anche lei sa cosa vuol dire

avere fretta di dormire

per poterti incontrare dietro le palpebre chiuse,

perchè la notte non ha bisogno di treni

e di viaggi e i chilometri,

forse non sa nemmeno a cosa possono servire.

3 Commenti

  1. Bellissima Ky.

    Sai, tu guardi quel pezzo di cielo ma anche le stelle ti guardano perché riflesse nei tuoi occhi sono più belle e non sembrano “annoiate” ma compiaciute 😉

    A presto leggerti poetessa.

  2. “E le chiederei se, per caso,

    anche lei sa cosa vuol dire

    avere fretta di dormire

    per poterti incontrare dietro le palpebre chiuse,

    perchè la notte non ha bisogno di treni

    e di viaggi e i chilometri,

    forse non sa nemmeno a cosa possono servire.”

    Mi piace questa chiusa..

    Un abbraccio

    Ars

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