Quando
la furia della tua certezza
si schiantava sulle mie pareti
aprendo spasimi lancinanti e ciechi
quando
l’immobilismo della tua incontestabilità
si conficcava nei baratri irraggiungibili della tua essenza
eri come un massiccio impervio ed implacabile
Quando allora mi abbarbicavo
incespicando
alle nudità sdrucciolevoli dei tuoi declivi
e mendicavo nuovi varchi per raccapezzarmi
tu mi sbarravi tutti i tragitti
quivi io rimanevo come trafitta ed incolmabile
Il tempo della tua sigillata irrefutabilità
si estendeva inesorabile ed indeterminato
carpendomi una qualsiasi tregua
Ma ora
quando l’uragano dei nostri tormenti
si abbatte sulle nostre anime
lastricando i nostri sentieri di dubbi ed incertezze
io non trovo più lo stesso immobilismo
io non trovo più lo stesso ostruzionismo
incappo, altresì, in scoscese e ripide mulattiere
che mi conducono ai tuoi crepacci
o che si aprono a piccoli altipiani
dove mi posso anche rifugiare momentaneamente
dal furore dei tuoi elementi
e mi concedi di issarmi
lungo i tuoi costoni a strapiombo
non negandomi un seppur parziale ricongiungimento
E quella che prima era una tempesta interminabile
si è trasformata in un temporale estivo