Due lunghe figure accostate al muro, accanto alla finestra. Dai loro corpi emana un chiarore pallido, lunare. Parlottano sottovoce.
– Dorme?
– Sì. Guarda, è bellissima…
– Già, e non si può far nulla per evitarlo?
– No, è impossibile. Conosci le regole.
– E noi qui! qui a spiare, impotenti?
– Se è per questo, non dovremmo neanche star qui. Andiamo, o finiremo per svegliarla; è la sua ultima notte.
– L’ultima notte, sì … L’ultima nella sua casa, nel suo letto … l’ultima notte. E’ così bella, giovane…
– E innamorata.
– Ma sei proprio sicuro che non si possa intercedere? se provassimo a…
Per sempre…
– Aspetta! Voglio fare qualcosa per lei, un’ultima cosa, un regalo.
– Cosa?
– Un sogno, almeno un sogno, per la sua ultima notte. Ecco!
Un frullo d’ali, e la stanza torna a immergersi nel silenzio.
La notte profuma di umido e scivola dentro, palpabile, a riempire la stanza di Giulia.
Una notte liquida, di un blu intenso, che piano si stende e colma lo spazio, come un mare tranquillo; stringendosi attorno al letto, quasi cullandolo.
Il letto, come un vascello di legno chiaro, splendente contro un cielo stellato.
Giulia sogna.
Sogna di navigare su un mare deserto e monotono, senza orizzonte. Le onde piano carezzano la chiglia, in un pigro va e vieni, ripetitivo, sempre uguale, rassicurante. Le vele pendono inerti, fosforescenti nella notte senza vento. Il legno parla una sua lingua antica, di gemiti e scricchiolii, mentre scivola sull’acqua.
Nella stanza vuota lei dorme serena, e gode un mare sconfinato; senza porti o approdi, senza mete da raggiungere o direzioni da scegliere. Sogna la libertà di lasciarsi andare al proprio destino senza opposizioni, priva di volontà. Sola, sul mare, che in un abbraccio la conforta.
Il vascello rolla senza meta nel buio di pece, e lei sorride, ammaliata da tanta pace, i capelli sciolti pregni di salsedine.
Presto, l’alba s’insinuerà infida, nell’ombra della stanza, fugando le visioni.
Il mare seccherà di schianto; e il fantastico vascello smetterà le sue bianche ali, arenandosi per sempre.
Nel letto Giulia dormirà ancora, le braccia strette attorno al cuscino.
Tra le lenzuola, per un po’, la sua vita calda lascerà un tepore, forse un odore.
Ancora qualche ora e poi il suo letto, ormai freddo, sarà sigillato.
– E’ tutto inutile, credimi. Vieni, andiamo via.
Ma grazie, come siete carini…
Una pagina d’amore carica di dolcezza e nostalgia.
CHe bello quel frullo d’ali e poi il sapore del silenzio…
Complimenti!
Marilena
Troppo triste, per me, malgrado il sogno, anche se è scritto veramente bene ed è ricco di immagini ed emozioni. Complimenti, ciao, antonietta
concordo con Annaluna…questo tuo racconto è molto bello …dolce e triste
un saluto
Alanis
Bellissimo racconto …dolce e triste…ma forse nelle chimere sono racchiusi i sogni.
Un abbraccio
Annaluna
Un racconto di struggente dolcezza. Un sogno è il regalo più bello, sempre…
Un caro saluto
Maya