Ai cavalli non si spara

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    "Quando sono molto stanco vado a letto  e spesso cado in un mezzo sogno. Vedo tutta una serie di volti sorridenti, volti tristi, volti stanchi, volti fiduciosi e ho come la sensazione che tutti questi volti appartengano a persone che mi chiedono di raccontare le loro storie".
    (Sherwood Anderson)

    Da sempre il ballo è la metafora della vita: il mondo è la sala dove ciascuno inscena la propria danza, ora leggiadra, ora priva di armonia, ora scadente..ma è sempre danza, sia in coppia che da soli..tutti balliamo.
    La grande Depressione, anni ’30, il ballo è in gara ma non per stabilire chi sia più bravo  più acrobatico ma chi sia più resistente, non bellezza o bravura ma forza.
    Per 1500 dollari si fa qualsiasi cosa, compresa una gara di ballo…non seduzione, non divertimento, non sfoggio di toilettes ma disperazione, mancanza di futuro in  un paese che sta pagando il prezzo di un’ eccessiva produzione industriale….il sogno americano è svanito, le persone sono diventate carne da macello…ma non sempre si spara ai cavalli, forse c’è una speranza di guarigione, forse si può guarire….forse si può smettere di danzare per i soldi…


    (Non si uccidono così anche i cavalli?, di Sydney Pollack)

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