A fatica

Poiché la vita mi è resa più faticosa
ho appoggiato il mio futuro
sul tuo passo incerto.
Ma il cammino è impervio
e pieno di sassi,
perciò se avrai paura di cadere
gettalo pure lungo il percorso.
Non vuole esserti d’impaccio
questo fardello; è leggero come
il sussurro degli amanti,
è la carezza materna che
perdo sul tuo viso bambino.
Ma se le mie mani
perderanno la sicurezza
che tu cerchi nei miei abbracci,
allora, sfuggimi e non avere mai
alcun moto di commiserazione.

Stefania Calledda

11 Commenti

  1. sono tristi queste parole …
    dettate da una pesantezza interiore
    e da una consapevole impotenza di dirigere la propria vita come vorremmo…
    ma quando c’è un grande Amore non dobbiamo aver paura di nulla
    un abbraccio

    Alanis

  2. Trovandomi nella stessa condizione (malata cronica che peggiorerà con il trascorrere del tempo) ho ben compreso questi tuoi versi che mi hanno molto colpito, in profondità. Sono autentici e sentiti, complimenti. Spero, come te, di avere sempre a fianco il mio compagno per amore, com’è oggi, e non per pietà o per dovere. E spesso mi domando quale sarebbe la mia reazione ed il mio comportamento se la situazione fosse ribaltata.Quando una bella poesia riesce anche a far riflettere.

    Penso anche che il caro Robert abbia ragione quando dice che l’amore non è mai fifty-fifty. C’è sempre, a mio avviso, uno dei due che ama di più, uno che ha più necessità d’essere amato, uno che si appoggia di più all’altro, ecc. ecc. Insomma, l’amore è sbilanciato.

    Scusate se mi sono dilungata.

  3. Lucida auto-determinazione.

    Condividere Amicizia/Amore nel suo significato più profondo per vivere, non sopravvivere.

    Condivido totalmente questo punto di vista e questa scelta.
    Saperlo anche esprimere in versi, non è da tutti.
    I.

  4. Credo che la lettura che voi date a questa poesia non rispecchia esattamente le mie intenzioni. Queste parole si riferiscono alla mia condizione di malata cronica, alla possibilità che nel futuro peserò gravemente sulle spalle delle persone con cui vivo. Chiedo al mio uomo di lasciarmi se il peso sarà insopportabile, di non stare con me solo per una questione di pena, di commiserazione, di coscienza. Chiedo cioè di stare con me solo per amore.

  5. Carissime Irina e Ars, io credo che la nostra amica Stefania dica la stessa cosa che voi pensate, ma in modo diverso. Poi, in realtà, non sempre è così facile capire chi sta nella braccia dell’altro/a…

    Lei ti ama e tu non ami lei. Si direbbe che tu stai in braccio a lei. E lei no? Se tu le stai accanto?

    Ahimè l’amore non è mai una società fifty-fifty.

  6. Amore generoso… mmmh, fammici pensare… non credo nel sacrificarsi completamente e sempre, dalle mie esperienze personali ho imparato che il più delle volte è solo logorante… e logora lento fino alla rottura inesorabile.
    No alla commiserazione: d’accordo; ma il fardello, dell’uno e dell’altra, secondo me, devon essere alternati sulle spalle di entrambi. Si cammina insieme. Mai uno/a in braccio all’altro/a.
    Comunque… incuriosita. Stimola la riflessione. Soprattutto: non banale. Complimenti…

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