pomeriggio d’Estate

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    L’uomo scivolava sulla sua vita come un tocco di campana nel pomeriggio d’Estate ,soffuso pigro come quel sole che non vuole lasciare campo alla notte.
    Notte ma poi perchè lasciarsi andare dagli effluvi della sera e dalla sua frescura invece di godersi questi mesi della stagione del sole e i suoi raggi dorati?
    Forse era meglio giocare ancora un poco con l’astro ,cercare di catturarlo rinchiuderlo nella  pelle.farne raccolta da portare con se e tirar fuori nelle fredde notti d’Inverno,crudele tremendo solitario come quello che era appena passato.
    Scese verso il piccolo bar ,giù nel centro del suo piccolo borgo,ogni pietra che lastricava i vicoli stretti aveva un nome ,erano come simboli di una vita che passava,ma che lasciava immutata simboli di riferimento per coloro che sarebbero venuti poi.
    Si sedette nel suo tavolo preferito,il barista gli fece nzinga con la testa nel saluto silenzioso e tipicamente siciliano ,che fa della pigrizia estiva una cultura,che non fa sprecare nessun gesto nè dispensare inutile sudore ,insomma un adattamento tipico dell’uomo di fronte alla calura e alla caligine .
    L’uomo leggeva quel libricinno di poesia che aveva fatto confezionare e rilegare per il suo ormai finito amore e che non gli avrebbe mai piu’ regalato,lo rigirava forse accarezzando con la sua forte mano quei pensieri che lo riportavano a lei,ma era ormai solo un gesto quasi pudico dal quale vergognrasi con se stesso.
    Non serviva piu’ niente,il corso delle cose era cambiato,ora era tempo di dimenticare,ripose il libercolo nella tasca della sua giacca ed ordino’ una fresca granita,
    Ciao Saro si sentì chiamare improvvisamente,si voltò e vide Maria ,hei piccola da quanto,dove sei stata?
    Accomodati,un bacio sulle guance e lei facendo frusciare l’aria ,con la sua ampia gonna estiva si accomodo’ accanto a lui,cosa stavi leggendo,chiese?
    Mah rispose lui solo alcune poesie che ho scritto tanto tempo fa,fammele leggere dai disse lei,con sguardo malizioso ,l’uomo senti’ che un calore che nulla aveva a che fare con il caldo atmosferico si impoessessava della sua faccia,e balbettando riusci’ solo a dire,proprio ora ?
    Magari un’altra volta,lei mostrando i suoi denti e il suo smagliante sorriso disse,dai per piacere,so che scrivi bene,anche io lo faccio .
    Lui con mano tremante gli diede il libretto e lei assorta lcominciò a leggerlo con attenzione , sottolineando ogni tanto i passaggi da una strofa all’altra con un breve cenno del capo o sorridendo piano.
    Passo’ il pomeriggio,piano piano il sole scemava dai monti lontani e cercava il mare sul quale tuffarsi come un uomo nel bacio della donna che ama.
    Alla fine lei  sorrise chiuse il libretto e disse soltanto,grazie per averle condivise con me,vorrei solo che fossero state scritte per me.
    Si alzo’aggiustandosi i suoi lunghi e neri capelli,cosi’ simili a quelli di una persona lontana,gli sorrise lo bacio’ sulla guancia e mentre lui non ci faceva caso ,gli fece scivolare piano con noncuranza un piccolo notes nella tasca della giacca .
    La sera quando torno’ a casa Saro,mentre cercava le chiavi trovo’ il piccolo blocchetto che lei aveva lasciato ,sulla copertina c’era semplicemente scritto "PER TE" e dentro tante poesie scritte con la grafia roteggiante di lei e che parlavano solo e soltanto di lui.
    Allora si rese conto che l’amore non è mai logico ne sensato dispensa le sue frecce all’impazzata e mentre tu piangi per una donna lontana forse accanto a te c’è qualcuna che nello stesso istante magari sta piangendo per te.
     

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