Orgoglio

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Along Came a Spider di Jack Vettriano

Udiva quelle parole, e lo stava a guardare, attonita, stordita. Lui diceva quello di lei. Lui quello pensava o diceva solo per ferirla, o tentava così di alleviare la sua stessa rabbia? Parlava di lei o di una che non conosceva, aveva conosciuto lei o quello che lei non era? Lei lo guardava e non riusciva ancora a capire. Sapeva solo che non poteva difendersi da colpe che non conosceva. Chi era quella donna che lui adesso dipingeva? Ascoltava quelle parole che con calma la ferivano, e vedeva ferito lui che ne parlava. E pensava alla vita, a quanto è strana: lei che si era sentita vittima adesso era additata a carnefice. Il suo carnefice si sentiva vittima, avevano sofferto forse tutti e due, e non sapevano parlarne ancora adesso. Lui sputava tutto il suo rancore e lei non sapeva più chi fossero e chi erano stati prima. E il suo tormento aumentava.Cosa aveva fatto a quell’uomo, perché lui non glielo diceva? Lei ricordava bene le sue sofferenze, quanto si era sentita tradita, quanto aveva sofferto allora, ma adesso lui che diceva? Voleva mettere in discussione lei e tutta la sua vita, voleva farle ancora male e dare a lei la colpa. Perché parlava e poi taceva, perché non diceva tutto quello che sentiva, perché ancora non c’erano risposte ai suoi perché di allora? Non riusciva a farsi una ragione, lei si interrogava e non trovava le risposte, pensava e ripensava e non lo perdonava.
Poteva essere facile eppure era così difficile, come tutto, come tutto nella vita, si poteva essere felici eppure si era infelici, si potevano fare delle scelte eppure se ne facevano altre. Alcune persone riuscivano a parlare, altre neppure a stare zitti. E lei pensava a quante cose si potevano dire che non
si erano mai detti, quante cose brutte potevano succedere e quante belle non sono mai successe.
Pensava alla vita, a quanto è assurda, e che non si poteva fare nulla per cambiarla, perché esisteva quell’ insensato stupido orgoglio che non serve, che non dice la verità e che non mente, che non ha consistenza e non consiste in niente, l’orgoglio dovrebbe essere fierezza non rivoltare sé stessi contro sé. Perché?

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Immagine: Along Came a Spider di Jack Vettriano

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Teresa Carere

Teresa Carere vive e lavora a Reggio Calabria dove svolge la professione di impiegata di banca. E’ presidente dell’Associazione “Il Posto delle bricole” – scambi artistici culturali – dove cura e si dedica alla sua passione per l’antiquariato. Dopo la sua prima pubblicazione “Sconosciuto… conosciuto in chat”, scrive per la Gazzetta di Reggio, periodico di attualità e informazione, dove ha già pubblicato quattro dei suoi saggi.
Esce nel mese di dicembre 2008 il nuovo libro di Teresa Carere.
Il titolo è: “Un Vestito alla Moda – Racconti”, edito da Club Ausonia Editore, 256 pagine.
Una raccolta di racconti in cui vengono trattati i vari temi della vita: amore ma anche sofferenza, rabbia, gelosia, invidia, ironia, ipocrisia, attesa. Il tutto colto dal punto di vista delle emozioni.
Scrive il sociologo Pino Rotta:
“Teresa Carere è una donna che va contro ogni stereotipo della “calabresità”… accostandosi ai suoi racconti può venire in mente il piglio orgoglioso ed ecclettico di Mia Martini. La scrittura di Teresa Carere infatti è quella dolce, poetica ed arrabbiata dell’artista che non rinuncia al potere di trasformare la realtà con la poesia…”.

1 commento

  1. E’ sempre bello leggere i tuoi scritti. Dici sempre cose interessanti
    e vere, mai banali.Non si può sempre
    esaltare l’amore e quanto è bello.
    La realtà è che ci sono aspetti difficili e complicati e sopratutto
    l’orgoglio. Ciao

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