La legge di un addio

Non era bastato un addio per quell’amore. Scoppiato come un uragano, con tutta la passione, sembrava unico e per sempre tanto da progettare mille progetti.
Era stato suggellato da un ministro del Signore e da un anello perché si stava per guastare.
Il bimbo nato da quel letto ufficiale era biondo e molto bello, la casa nuova e linda, gli sforzi si ripetevano ogni giorno, ed anche i diritti ed i doveri.
E lentamente quella gabbia diventava stretta, si sentivano compromessi i sogni, finite le illusioni.
Nuovi giorni senza spazi per il cuore, nuove notti consumate nell’abitudine e nell’indifferenza.
Scoppiava colpendo tutti quanti quella rabbia e il letto del dovere diventava angusto quanto quello di una cella di prigione. Il vento aveva spento tutto il fuoco. Di mondi sconosciuti non era rimasta che una leggera scia, di occhi che si guardavano ammirati, ora si vedevano solo dei difetti.
Non bastava più un addio per quell’amore che oramai era solo rancore. Adesso disprezzo e risentimento.
Era finita la poesia e al posto di prati in fiore c’erano foglie spezzate dal vento.
Di mille giuramenti non erano rimasti neppure pallidi rimpianti.
Non esistevano che cocci da recuperare, restava solo il frutto di un impossibile accordo.
Il bimbo era cresciuto ed era sempre bello, ma andava malvolentieri a scuola, era piccolo ma ogni giorno capiva più di un poco.
Attendeva in un’attesa dolorosa. Un uomo in toga avrebbe deciso adesso il suo futuro. Quanti alimenti e quanto amore gli toccava a giorni alterni, per quanto doveva ancora essere una palla.
Quante ripicche avrebbe dovuto sopportare e quante case ancora da cambiare. Senza sapere se aveva avuto lui pure qualche colpa, sarebbe diventato un uomo ma forse, finalmente, avrebbe deciso lui come doveva finire un amore.

5 Commenti

  1. Quanto mai appropriata la definizione di “Verismo romantico” lanciata per questa nuova corrente letteraria. Sogni, illusioni e passioni che lasciano spazio ad altri ben più tristi sentimenti quando un amore e sodalizio si dissolve miseramente lasciando terribili strascichi su tutti, attori protagonisti e comparse. Purtroppo vere queste realtà su cui si appunta il nostro sguardo “pietoso”. E speriamo sempre che analizzando i sentimenti si possano evitare o arginare queste dolorose realtà.
    Lucia Sallustio

  2. La legge di un addio è crudele tra due cuori che ormai non si riconoscono più, anzi non capiscono neanche come hanno fatto a pensare di stare insieme l’uno con l’altro facendo nascere anche un frutto dal loro amore. Purtroppo, ogni cosa ha un inizio senza sapere quando si prevede la sua fine e succube di questa situazione è il frutto di quell’amore finito che rimbalza come una palla da una casa all’altra senza capire il perchè da quei genitori fosse stato concepito.

  3. Tristezza ed amarezza per una coppia che si rompe, ed un bambino tirato in ballo “quanti alimenti e quanto amore gli toccava a giorni alterni”
    Perfettamente calzante, il titolo.

  4. Rappresentazione icastica e moldo efficace di un nodo della vita reale, di una crisi del rapporto di coppia esaminata dal punto di vista di chi, come un figlio, incolpevolmente la subisce in tutta la sua durezza.
    E pur senza accenti morali questo breve racconto punta l’indice sull’infinito egoismo e la definitiva scomparsa della dimensione del sacrificio che caratterizza oggi i rapporti d’amore.

  5. Purtroppo la realtà così ben descritta nel racconto è sempre più diffusa. Anche se è difficile, i genitori dovrebbero cercare di superare ciò che appartiene al loro passato per il bene dei figli.
    Cordialmente

    Daniela Quieti

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