Memoriale di un cuore errante di Alice Alberini

(…) La notte fu troppo breve e troppo fredda. Kalindi era avvolta da tanta irrequietezza e rimaneva rannicchiata nella sua insicurezza, stesa su di un pagliericcio. Guardava la luna attraverso la piccola grata sopra la sua testa. Lo sguardo fisso a scrutare la sfera perlacea, cercando di immaginare le sue imperfezioni senza riuscire a coglierle. Più strizzava gli occhi e maggiore era la rotondità estenuante del pianeta; intorno a esso tanti lumini quanti i grani di terriccio tra i solchi del viso della vecchia signora, ma decisamente più nobili. Tuttavia, nonostante la superiorità quantitativa delle piccole stelle, era la luna a troneggiare, padrona della notte e di quel cielo soffocantemente immenso, denso di vita, ma nel quale Kalindi si sentiva perduta, vuota e sola. Amava osservare per ore tutto ciò che aveva sopra quando era sdraiata: la prospettiva era completamente diversa e ci si sentiva quasi piacevolmente schiacciati dal peso atmosferico. L’aria cominciava a impallidire e il cielo a risvegliarsi. Mancava poco all’alba. Chiuse gli occhi per stringere a sé qualche minuto di riposo.

L’umidità del mattino bagnava il vestito di Kalindi infiltrandosi tra i fili di paglia. Tutto era stranamente silenzioso e immobile. Socchiuse le palpebre, ma il primo sole abbagliava impudentemente il suo viso. Come per abituarsi alla luce del giorno dopo una vita intera passata nell’oscurità della sua anima, Kal permise agli occhi di aprirsi lentamente e ripetutamente. Ma ora una sagoma impediva al sole di raggiungerla e, come una visione, si circondava di un alone di raggi luminosi. Non si spaventò Kalindi; rimase ferma, con le ginocchia raccolte sullo stomaco vuoto e le braccia appesantite sotto il capo bagnato. Quegli sguardi si fissarono per un intero minuto. Il profilo apparteneva a un ragazzo, anch’egli sporco di terra, bruno come un corvo e tante lentiggini arrossate dall’arido sole. Due iridi di un morbido castano, spensierate e gioviali, come solo quelle di uno spirito libero potevano essere. Le mani a conca sul mento potevano avvolgere due mele ciascuna, così sproporzionate se paragonate all’esile busto. Seduto su una cassa di legno, il ragazzo fissava Kal con indifferente curiosità e un sorriso appena accennato, quasi malizioso. Fece scorrere ripetutamente le pupille lungo le gambe della ragazza e su su fino alla scollatura per poi irrigidirsi definitivamente sul suo volto. Imbarazzata, Kal si sollevò dal pagliericcio, tirando la veste fino alle caviglie e, incrociando un braccio sulla spalla sinistra, si lisciò i capelli con la mano libera, senza mai distogliere gli occhi dall’uomo di fronte, finché questi si alzò e, voltandosi ancora una volta a mostrare uno sguardo di furbizia, sparì oltre la stalla. Il sole era ormai già alto, nonostante un nugolo cominciasse ad accumularsi intorno a esso. L’inverno stava cessando, ma, come fosse ancorato all’animo della ragazza, ancora non dava segni di lasciar completo spazio alla fresca primavera. Kal rimase a fissare l’erba che tentava faticosamente di riordinarsi dopo i pesanti passi del misterioso ragazzo. Poi notò tracce furtive della donna: appoggiati a un grosso baule di legno, divorato dagli anni, sonnecchiavano un catino d’acqua e uno straccio sporco di un unto indelebile… come la sua sofferenza, pensò. Non faceva altro che riscontrare, ovunque poggiasse il suo sguardo, l’equipollente del suo stato d’animo. Ciò le accadeva sempre più spesso, tanto da temere di essere in preda ad allucinazioni… eppure era certa di ciò che sentiva, quasi percepisse simbioticamente l’essenza intrinseca del mondo che l’avvolgeva. Per distrarsi dai suoi dubbi si alzò verso il baule, ormai obsoleto e fatiscente come la casa di Achala; l’acqua era gelida e la sua pelle rabbrividì. (…)

***

Leggiamo e commentiamo insieme questo brano tratto dal libro Memoriale di un cuore errante di Alice Alberini, recensito da Nicla Morletti nel Portale Manuale di Mari.

20 Commenti

  1. Complimenti, i personaggi sembrano dipinti a mano e la storia è talmente piena di emozioni e dettagli che sembra di viverla per davvero. Mi piace molto il suo modo di scrivere, appassiona veramente. In bocca al lupo.

    • Carissimo Sabato Petrone,
      come ho scritto sopra, se non avessi dei problemi con la casa editrice, Le spedirei davvero volentieri una copia del romanzo! Sono lusingata che il Suo animo sia in sintonia con il mio modo di scrivere.
      Grazie davvero.

  2. Kalindi e’ in perenne fuga da se stessa cercando un’imtrovabile approdo per la sua inquietudine.
    Artista, vorrebbe danzare per le strade dell’anima, dissetando nel suo cuore
    la sete della felicita’.
    Destino delle persone eccezionali, che aborrono la massa in favore di partner adeguati.
    Ma difficilmente ne trovano. Perche’ la mediocrita’ e’ il marchio di questo mondo e – in particolare – della nostra societa’.

    Gaetano

    • Grazie mille Gaetano,
      se non avessi dei problemi con la casa editrice, vorrei spedire una copia del romanzo a tutti voi che con queste splendide parole riuscite a incoraggiarmi a scrivere ancora!

  3. Ho notato che pone molta cura nei dettagli, uno stile corposo che ci fa vivere dentro la scena. Anche la mia pelle è rabbrividita alla fine del brano e mi ha lasciato con la curiosità di saperne di più.

    L’autrice ha saputo creare quel mistero che ci spinge a leggere di più, ha creare pathos e sensazioni forti. E’ proprio questo ciò che dovrebbe avere un buon racconto, darmi qualcosa e portarmi in un altro mondo. Riuscire a far vivere il lettore con i propri personaggi non è cosa facile e Lei sembra ci sia riuscita.
    Affettuosi saluti.

    Stefania C.

    • Gentilissima Stefania,
      grazie infinite per il commento. In verità le Sue parole mi onorano!
      Approfitto per dire a Lei, e a tutti coloro che in maniera così splendida mi lasciano una loro opinione, che vorrei poter inviare a ognuno di voi una copia del mio romanzo, ma, a quanto pare, la casa editrice rende non reperibili le mie copie. Ho provato io stessa a ordinare delle copie, ma l’ordine è addirittura decaduto. Purtroppo è una delle tante oscene mancanze che spesso ricadono sugli esordienti.

      • Mi spiace non poter leggere il suo racconto e che Lei abbia questo problema con le copie, spero lo risolvi e se un giorno lo potrò leggere ne sarò felice.
        Mi scuso per l’errore di ortografia, nel digitare è succeso.
        Intanto Le auguro di continuare a scrivere e di smettere di essere un’esordiente!!

        Un abbraccio.

        Stefania C.

  4. E’ difficile da esprimere quello che ho provato leggendo le primissime righe del romanzo…una sensazione di angoscia mista ad impotenza quasi al limite della claustrofobia.
    Il ragazzo, secondo me, darà una svolta importante alla vita di Kal, con la speranza che il suo cuore, seppur nelle mille peregrinazioni, trovi presto la quiete.

    COMPLIMENTI!

    • Grazie Maria Grazia,
      le tue sensazioni erano condivise da me mentre scrivevo. E forse hai ragione, un ragazzo che si impone già di prima mattina dovrà avere un ruolo particolare:)

  5. Credo proprio che potrebbe piacermi.
    Mi piacciono i dettagli, mi piace l’ambientazione…le sensazioni..riesco quasi a percecipirne gli odori.
    Non so se è il caso, ma queste poche righe mi riportano alla Yoshimoto, è con lei che sono cresciuta..
    Mi piace, si! Credo che potrebbe piacermi!!

    • Grazie Federica! Semplice e sincera. Pensa che nella mia libreria ho diversi romanzi della Yoshimoto e ora sei tu che mi hai fatto nascere la curiosità di leggerla. Mia madre l’ha letta molto, forse mi ha trasmesso qualcosa! Diciamo che io leggo la Nothomb, che in Giappone ha vissuto a lungo.

    • Non so se è il caso, ma queste poche righe mi riportano alla Yoshimoto, è con lei che sono cresciuta..
      Mi piace, si! Credo che potrebbe piacermi!!
      Mi viene in mente quando da ragazzo viveno nell’Alta Maremma Toscana coperta da una bellissima macchia mediterranea. Autunno inverno era frequentata da boscaioli e carbonai che si costruivano su misura una capanna per dormire. Forse le loro sistemazioni nel bosco potevano somigliare alla sistemazione provvisoria di Kalindi?
      Anche in quel bosco la notte era troppo breve e troppo fredda e guardavano la luna attraverso delle piccole apertura nella loro capanna.
      Complimenti e auguri
      Sergio.

      • La ringrazio di cuore Sergio,
        probabilmente le sistemazioni erano molto simili, proprie di chi ha bisogno di ricostruire un po’ di tiepida familiarità anche quando è lontano da casa o quando una casa proprio non ce l’ha.
        Grazie mille
        Alice

  6. la curiosità mi spinge a saperne di più, poche parole che evocano molto e la ragazza sembra palpitare talmente è viva. Il baule accennato alla fine evoca mistero….
    Stefania

  7. Una scrittura preziosa e intensa.
    La bellezza sovrasta tutto ma pareggia in direzione di due occhi che si incontrano.

    Cattura e fa sognare.

    I miei complimenti.

    Un saluto.

    Anna Laura

    • Anna Laura, grazie infinite. E’ sempre emozionante ricevere parole da “colleghe”… A volte ho l’impressione di aver scritto questo romanzo in un’atmosfera onirica, dove i momenti in cui gli occhi si incontrano sono appigli in una realtà più fisica e concreta.

  8. Una descrizione così dettagliata che sembra di osservare il tutto come se si fosse invisibili all’interno della scena. Una magnifica sensazione di pace data inizialmente dalla notte e in seguito dal fatto che pare di trovarsi in uno sfondo color arancio, caldo e rassicurante. E lo sguardo vivo del ragazzo invoglia a seguirlo e vedere cosa andrà a fare.
    Cattura!

    • Ti ringrazio Stefania! Il ragazzo accennato in questo estratto del mio libro ha un carattere molto particolare, molto sfuggente. E’ misterioso come lo è questo primo incontro con la protagonista. Forse perchè anche dentro di me nasceva mentre scrivevo e ho imparato a conoscerlo insieme a Kalindi.

  9. Queste poche righe mi hanno fatto venire una curiosità immensa, tutto spiegato con molta eleganza. Il lettore riesce ad immaginare i personaggi come se li vedesse, l’autore fa nascere dalla sua penna le sue creature con molta cura nei dettagli e sicuramente con molto amore. Complimentoni sarà un libro emozionante e bellissimo.

    • Grazie infinite Maria per il tuo commento. L’immagine delle mie creature che nascono direttamente dalla penna è azzeccata. In effetti mentre scrivevo e descrivevo i miei personaggi mi sentivo guidata da un qualcosa di atavico e istintivo. E poi, anche al di fuori dei libri amo molto il dettaglio.

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