Il sesto numero di Stefano Sani

Stava immobile, ormai da diversi minuti, davanti al grande specchio della camera da letto, aspettando un responso deciso.
Quando era sola e senza impegni pressanti, Lydia adorava prendersi cura di se stessa, con quel rituale che sapeva bene quanto relax potesse donarle. Niente di meglio che un bel bagno caldo, strofinando energicamente il corpo ancora sodo, nonostante i quarantadue anni già compiuti.
Le lozioni profumate erano seguite immancabilmente da una bella spazzolata ai lunghi capelli color rame. Naturali, non tinti, come precisava sempre – a volte accalorandosi, se ciò veniva messo in dubbio – alle sue amiche, che di certo le invidiavano non poco la splendida capigliatura. Colpi di spazzola lenti, studiati, che rimandavano il momento di togliersi il comodo e caldo accappatoio, per mettersi addosso qualcosa di informale. Infine, e sempre senza fretta, scendere giù, nell’ampio salone, a versarsi qualcosa da bere.
Aveva un corpo ben proporzionato, molto alta, certamente sopra la media, e di una bellezza, se non proprio sconvolgente, ancora capace di far voltare gli uomini per strada.
‘Magari non proprio tutti… ma quelli più maturi certamente sì!’ precisava spesso a se stessa, non senza una punta di sano orgoglio femminile. E se quell’inutile specchio non voleva renderle giustizia, gli sguardi ammirati di decine di uomini le confermavano, ovunque si trovasse, che non era davvero giunto il momento di sventolare bandiera bianca. Quella sua bellezza che spesso era fonte di invidia per le amiche coetanee, quotidianamente obbligate a dover fare i conti con cellulite, rilassamento cutaneo, vene varicose.
Lo specchio diceva altro, secondo lei: che era meno seducente di qualche anno prima. Con un sospiro Lydia scosse la testa, facendo volare i capelli in una nube rossastra, per scacciare l’immagine che non voleva combaciare con i suoi desideri. Indossò un maglioncino leggero, senza reggiseno perché odiava decisamente quel capo di biancheria intima e lo metteva solo se necessario, comunque mai tra le mura domestiche. A completare l’abbigliamento decisamente informale, un paio di pantaloncini corti, che mettevano in risalto le sue lunghissime gambe, pezzo forte della collezione. E poi, senza fretta evidente, scese al piano di sotto.
Mentre si versava da bere, accese il televisore per sentire le ultime notizie, e quindi si lasciò andare sul grande divano arancio-albicocca che aveva fortemente voluto, lei sola contro marito, arredatore e amiche. E se sul colore poteva anche ammettere di avere un po’ esagerato, almeno sulla comodità nessuno poteva obiettare: era soffice, caldo, accogliente, una nuvola di vero benessere e relax. E d’incanto sentì che il corpo, già tonificato dal bagno e dai massaggi, si stava rilassando piacevolmente.
Lydia non aveva bisogno di lavorare, e se lo faceva era perché si sentiva inutile e sola in quella grande casa, progettata e costruita per confortare una famiglia più numerosa. E invece aveva visto solo tanta, inutile, sterile tristezza. Scattava quel ricordo, e subito Lydia sentiva gli occhi riempirsi di lacrime e salire quel senso di angoscia che, come una morsa che stringe lo stomaco, spintonava per rifarsi vivo. Sempre violento, duro, e nitido, come se non fosse trascorso neppure un giorno da allora. E dire ho da quell’ estate erano ormai passati più di sei anni, sei lunghissimi anni durante i quali Lydia era stata spesso vicina alla pazzia, con robuste dosi di tranquillanti, a cercare di allontanare il suo pensiero da insani propositi. Che sempre, notte e giorno, 24 ore su 24, venivano a bussare alla sua mente fragile. Immergersi nel lavoro era stato un toccasana, la medicina principe che le aveva permesso di non cedere alle lusinghe di una facile ma inutile fuga dal reale.

IL SESTO NUMERO di Stefano Sani – IBISKOS EDITRICE RISOLO, 2011 pag. 245

Il commento di NICLA MORLETTI

Stefano Sani, attento osservatore della psicologia umana, scavando a fondo nell’animo dei personaggi descritti, ci offre un thriller denso di pathos, suspense e colpi di scena inaspettati. Originale e coinvolgente, “Il sesto numero” affascina il lettore per il tessuto narrativo eccellente. Tra le pagine emerge il fascino suadente della fortuna e l’ipotesi che all’improvviso la vita possa cambiare per una casualità. Tre donne, un uomo e un bambino: vite che si incontrano, si intrecciano, si fondono. Tutto sembra un gioco. Ma ogni azzardo nasconde sorprese impreviste. Geniale, dinamico, moderno, “Il sesto numero” vi attende per scoprire l’enigma che racchiude in sé.

10 Commenti

  1. Direi che racchiude un po’ tutto lasciandolo trapelare piano piano interessante e intrigante .
    Questo inizio stimola proprio la voglia di andare avanti a leggerlo .(e non tutti i libri danno questa voglia )
    Complimenti

    Barbara

  2. Mi piace il genere e credo di aver inquadrato il libro. Un romanzo psicologico che diventa però ricco di suspence e pathos. A cominciare dal titolo così enigmatico che ti mette la voglia di leggerlo.

    Spero di poter avere l’onore e il piacere di leggerlo presto.
    Complimenti all’autore.
    Saluti

    Stefania C.

  3. Complimenti allo scrittore per la ricerca dettagliata, studiata e puntuale degli aggettivi nella descrizione di questi attimi di vita e di relax quotidiano di Lydia… uno squarcio scritto in modo semplice, forse direi troppo semplice a primo acchito..e quindi credo che ciò ci prepara ad aspettarci un qualcosa che accadrà nel corso del romanzo..

  4. La sola introduzione mi ha suscitato molta curiosità: ho apprezzato subito le caratteristiche descrittive dell’autore e la capacità di non raccontare “troppo in fretta”, togliendo il gusto della lettura…
    Poi la recensione della Morletti ha confermato ciò che avevo già “sentito di pancia”!

  5. Lydia macera l’ angoscia che la trafigge col pestone della superficialita’.
    Mai vorrebbe ricordare. E non ostante tutto la memoria la perseguita.
    Gli anni passano. La bellezza sembra svanire un poco. Tuttavia il fascino resta. Come un marchio di turbolenza.
    Lydia trova una piccola pace (interiore) nel grande salone di casa. Giusto la durata di uno stiracchiamento sul divano relax.
    E poi..
    E’ un racconto che vorrei leggere per intero.

    Gaetano

  6. Storia interessante e molto affasciante il personaggio di Lydia descritto con maestria e attenzione al lato psicologico più nascosto. Un donna dal fascino sottile e dalla sensibilità forte.
    L’autore ci accompagna lungo la narrazione invogliandoci a proseguire per conoscere fino in fondo tutta la storia. Faccio i miei compliemti all’autore per il suo stile e per il suo modo di descivere con attenzione anche i più piccoli particolari.

    P.S.
    Invito l’autore a visitare anche la pagina che ospita il mio libro “La stanza vuota” per lasciare un suo commento, grazie.
    Giulia Madonna

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