Gli animali raccontano di Simona Sgherri

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Ambrogio, lupo gentile

Ambrogio era un lupo dall’aspetto veramente terrificante. Interiormente però era dolcissimo e molto gentile ma tutti appena lo vedevano scappavano veloci senza dargli il tempo di parlare o di dimostrare la propria indole buona. Non poteva avvicinarsi al paese perché i cacciatori gli sparavano subito con i loro grossi e potenti fucili.
Costretto a vivere solo, spesso era triste e depresso e passava le giornate chiuso nella sua casetta nel bosco. Aveva costruito i mobili dipinti con colori allegri, ricamato tende e coperte e realizzato giochi che però ancora non era riuscito a regalare a nessuno perché non aveva amici. Un pomeriggio poco prima di Natale aveva sentito alla radio: “Cercasi babbo Natale!”.
“Che bello sarebbe, se potessi farlo! E quanti doni avrei da portare ai bambini giù in paese, ma come fare?”. Ebbe un’idea … per prima cosa iniziò a cucire un rosso vestito bordato di pelliccia bianca, lo indossò e guardandosi allo specchio esclamò:
«Le mie brutte orecchie le coprirò con questo cappello! Taglierò le unghie, i denti davanti potrei limarli un po’ e gli occhi? Certo, basteranno un paio di occhiali da sole! Ora devo addolcire la mia voce e imparare un bel canto melodioso».
Per tutta la notte provò e riprovò l’intonazione guardandosi allo specchio e al mattino c’era riuscito, non si riconosceva neppure lui stesso, la sua voce non era più feroce.
«Sono pronto, ho riempito il sacco con centinaia di doni bellissimi, ora posso scendere in paese e vedremo cosa succederà!».
L’atmosfera era colma di quella sensazione di gioia che solo il Natale regala, lucine colorate ad ogni angolo, musiche di zampognari per le vie e guardando dalle finestre illuminate delle case, quadretti familiari commoventi. Tavole apparecchiate adornate con ghirlande dorate, caminetti accesi, bambini buoni ad aspettare sotto l’albero l’atteso evento dell’arrivo di Babbo Natale. “Eccomi ragazzi, sto arrivando per rendervi felici!” pensava Ambrogio “questo è il giorno più bello della mia vita!”. Per strada c’era poca gente e nessuno si era accorto che sotto il vestito stava un lupo, chi lo vedeva lo salutava con riconoscenza.
Cominciò a suonare il campanello di una casa dove fu accolto con grande euforia, poi di un’altra casa e così via per tutto il paese. Nessuno lo aveva riconosciuto e tutti erano rimasti soddisfatti del suo lavoro. Ambrogio era stanchissimo, non aveva mai lavorato così tanto ma soprattutto non era abituato a sopportare quelle fortissime emozioni di gioia. Mentre si avviava a tornare nel bosco, col freddo intenso della notte, sentì una fitta al petto che lo fece cadere a terra. Cosa poteva essergli successo?
Al mattino il lattaio mentre passava lì vicino lo scorse disteso per strada ancora avvolto nel bel vestito rosso:
«Babbo Natale si svegli, sta male?».
Nessuna risposta, così chiamò aiuto e accorsero in molti per salvare il bravo Babbo Natale. Lo portarono in ospedale e solo allora si accorsero chi era e lo riconobbero tutti.
«Com’è possibile che non ce ne siamo accorti!».
«Abbiamo fatto entrare nelle nostre case un lupo malvagio!».
«Ma da noi è stato gentilissimo» esclamò una bambina.
«Anche da noi lo è stato» rispose un bambino.
«È vero, lui è buono e ce lo ha dimostrato».
«Aiutiamolo a guarire!».
Piano piano Ambrogio aprì gli occhi e si svegliò, i medici dissero che il suo cuore era debole e non doveva affaticarsi troppo. I bambini volevano stargli vicino e speravano che guarisse presto. Ambrogio non si era mai sentito così coccolato ed amato e si meravigliava di non essere più spaventoso ed emarginato dal resto del mondo. Per merito dell’affetto che si rivelò la migliore medicina guarì e tornò a casa dove non era più triste né solo perché ogni giorno qualcuno veniva a trovarlo e lui preparava sorprese in continuazione e giocava con i bambini del paese facendo Babbo Natale tutti i giorni dell’anno.

***
Dal libro Gli animali raccontano di Simona Sgherri

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Simona Sgherri

Simona Sgherri, è nata a Cecina (Li). Diplomata in pianoforte e laureata in Scienze della Formazione Primaria, specializzata nel recupero dei bambini in situazione di handicap, insegna presso l’Istituto Comprensivo Mazzoni di Prato.
Ha conseguito i seguenti premi: secondo premio sezione narrativa al Concorso di Poesia Città di Campi Bisenzio (Fi) 2008 con la fiaba “Mino tartarugo” pubblicato sull’antologia “Mosaico di emozioni” Aliberti Ed. 2011. Terzo premio sezione narrativa Premio Viareggio Carnevale 2008 col racconto “In viaggio con Berto” pubblicato sull’antologia “Pensieri in viaggio” Ibiskos Ed. 2010. Quinto premio sezione narrativa al Concorso “Lella Razza2007” col racconto “Il paese dell’arcobaleno” Melegnano Milano e nono premio al medesimo concorso 2008 col racconto “Una magica goccia torta”. Primo premio nella sezione Scuola dell’Infanzia Premio Andersen 2009 con la fiaba “Lucilla la lucciola”. Quinto premio sezione Fiaba inedita al Premio Alpi Apuane, Massa Carrara 2009.
Ha pubblicato con la casa editrice Montedit il libro “L’albero Gelsomino” luglio 2008, classificato finalista al Premio Viareggio Carnevale 2010. Ha pubblicato con la casa editrice Albatros il libro “Gli animali raccontano” dicembre 2010.

3 COMMENTS

  1. Gent.ma Simona,
    è vero l’apparenza inganna sempre. Io non so cosa voglia raccontare in fondo con il suo racconto del lupo, perchè bisognerebbe leggerlo fino in fondo, però suppongo che ci sia qualcosa che vada al di la del regno animale e che torni nel regno umano.
    In questo caso in bocca al lupo mai più azzeccato.
    Sabato P.

  2. L’ apparenza inganna. Il proverbio discende dalla sapienza greca. Presso la quale gli attori erano chiamati ipocriti. Ossia espressione di un travestimento interiore prima che esteriore.
    E mai questa verita’ e’ tangibile come nella nostra societa’ delle immagini.
    Sei cio’ che appari, sussurra la pubblicita’. No, sei come senti, vuoi ed agisci.
    Simona, nel suo ” Gli aninali rccontano ” ce lo spiega magnificamente.
    Auguri di successo.

    Gaetano

  3. Ambrogio il lupo… chi di noi non e’ a volte come lui? L’apparenza inganna, l’abito non fa il monaco… quanti detti potremmo rispolverare! Il significato profondo che ne emerge e’ quello che bisogna sempre andare in profondita’ nelle cose, perche’ sotto sotto ci puo’ stare una realta’ ben diversa da quella che sembra.
    Mi farebbe davvero piacere poter leggere questo libro con i miei figli, affinche’ da un racconto piacevole possano trarre qualche insegnamento di vita!

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