Cambio di stagione di Simona Conti Manetti

Ah, finalmente ci siamo!!! Era tanto tempo che volevo scrivere ed ora eccomi qua alla mia scrivania con il computer davanti … Che liberazione! Finalmente potrò dire quello che voglio su chi voglio, tanto non possono mica interrompermi o fare finta di non avere capito!!! No, no, ora sarà tutto nero su bianco e … sotto a chi tocca!
Intendiamoci: non è che il mio scopo sia un massacro sociale ma, credo, una specie di sfogo letterario (o giù di lì).
Questa calda domenica di fine luglio sarà il punto di partenza di questo iter sperimentale nella mia coscienza, sempre che ne abbia una!
Inizierei col dire che tutto ciò che mi accingo a scrivere non ha come fine quello di essere compreso e forse è anche sbagliato partire dal presupposto che qualcuno debba per forza capirti … non lo so!
Sono soltanto certa che scrivo per tirare fuori ciò che ho dentro e che non potrei esprimere a parole perché sarebbero troppo forti, di “disturbo”, direbbero alcuni. Oggi quasi tutti hanno scritto qualcosa, cani e porci, la maggior parte per uno scopo prettamente commerciale … Io me ne infischio del commerciale. Forse questo libro rimarrà per sempre in questa cartella-documenti e chi se ne frega se Marzullo non mi chiederà mai di farmi una domanda e di darmi una risposta!
Mi basterà sapere che la mia testa si sentirà più leggera e libera dai suoi vecchi e malvagi fantasmi alla fine di questo esperimento di auto-analisi computerizzata!

Partiamo dalle origini. La mia nascita. Dire che non era stata prevista è usare un enorme e spudorato eufemismo! Diciamo più correttamente che sono piombata tra capo e collo sui miei giovanissimi ed inesperti genitori, vent’anni mamma e ventidue papà, che forse avrebbero preferito una congestione multipla prima di doversi ritrovare fra pappine e pannolini!!! Fatto sta che, non appena potevano, mi parcheggiavano dai miei nonni materni, i quali in pratica mi hanno cresciuto ed educato secondo i loro opinabilissimi canoni: mangia, bevi, guarda la tv che c’è la garetta de’ Il pranzo è servito … Praticamente Oxford!!! Nonostante tutto, ho adorato i miei due mitici nonni trash e li ho sempre considerati veri genitori. Ricordo le loro calorosissime liti sul niente, della serie “complicazione affari semplici”, che servivano ad animare il rapporto, ma ancor di più a far ridere a crepapelle i vicini di casa ed i miei amici accorsi per le merende sponsorizzate, nelle quali la cosa più sana era il sacco maxi di patatine fritte!
Mi sono sempre vergognata della loro grettezza e ancor di più della loro ignoranza, del fatto di non aver avuto mai un nonno colto, vestito bene, che parlasse un italiano da far invidia ad Umberto Eco …
Ora invece mi vergogno di essermene vergognata!
Cosa pagherei per risentire le bestemmie artistiche del nonno e le urla di nonna che, con il grembiule macchiato di sugo, si affacciava dal pianerottolo per dirgli che era in ritardo o che si doveva portare dietro le chiavi perché era stanca di dovergli aprire ogni volta!
Il momento clou della giornata, durante la bella stagione, era verso le sei del pomeriggio, quando scendevamo giù nell’orto dietro casa: classico cortile popolare dove i bambini si riunivano a giocare e gli anziani del condominio a … spettegolare! Una vera agenzia di stampa scandalistica, di cui la caporedattrice era, senza ombra di dubbio, mia nonna.
Sapevano tutto di tutti ed il bello è che stavano sempre in casa, al massimo in piazzetta il lunedì mattina al mercato o dall’immancabile dottore il mercoledì pomeriggio… Inspiegabile… Gli agenti segreti dovrebbero imparare da gente così!!! La tizia più clamorosa di tutti era la vecchietta che abitava accanto a noi, la classica sorda a convenienza che già quando ero piccola io era vecchia. Tuttora penso che sia un highlander. ha quasi cento anni e riesce a mangiare come un camionista e non si sente mai male … mah!
Un ambiente molto stimolante in cui crescere!!!
Provo adesso a riassumere gli episodi più importanti della mia traumatizzante vita, facendo conto che ognuno di essi appartenga ad un “cassetto” diverso di un grande “armadio”, la mia memoria, e aprendone uno per uno riesca a fare una sorta di riassetto generale, come quando si fa il “cambio di stagione”.

***
Dal libro Cambio di stagione ovvero, come auto psicoanalizzarsi «piegando» le parole di Simona Conti Manetti – GRUPPO ALBATROS IL FILO, 2011 – p. 48
Ordina questo libro con dedica autografa dell’autore (Prezzo di copertina: € 10,00)

Il commento di NICLA MORLETTI

Una giovane donna, un viaggio a ritroso nella vita per dare un taglio al passato. Questa vita che ci fa penare e soffrire. Un pizzico di gioia, un raggio di sole, un luccicar di foglie e poi pioggia a bagnare il cammino. E tanti ricordi nel cassetto. Un esordio felice questo di Simona Conti Manetti, con il libro “Cambio di stagione”. Bello il titolo, grande l’abilità nel narrare scene di vita, quella di tutti i giorni, fatta anche di episodi dolorosi. Uno stile fresco, un pizzico d’ironia che non guasta mai ed il gioco è fatto: nasce il romanzo ed il lettore rimarrà attratto sin dalla prima pagina e non lascerà il libro fino alla fine.

9 Commenti

  1. Bello. Diretto. Scrive ciò che molti avrebbero voluto scrivere. Un pò irriverente, quel tanto che non disturba, ma fa sorridere. Assolutamente simpatico e ben descritto, parla in modo tale che ognuno di noi si può riflettere nelle vicende della protagonista.
    L autrice non ha pretese, vuole solo scrivere la sua storia, per il piacere di farlo e liberarsi la mente. Con un pò di nostalgia.

  2. ” Cambio di stagione ” e’ un bel racconto di Simona in viaggio per la sua memoria.
    Rammenta la sua infanzia. O meglio, giovinezza. I suo nonni-genitori, in primis.
    E nella nostalgia trsfonde un carico di ricordi che purificaziono il suo presente.
    Bello. Mi piacerebbe gustarlo tutt’ intero.
    Gaetano .

  3. L’autrice regala al lettore verità semplici. Prezioso tesoro che arricchisce chiunque sia alla ricerca di pagine sincere che raccontano il bisogno di un’ anima alla ricerca di ricordi, di vissuti nei quali tutti possiamo ritrovarci e grazie a questi, rinnovarci. Quando giunge il momento di fare il cambio di stagione degli armadi si cerca sempre di rimandare, ma una volta effettuato si emette un autentico sospiro di sollievo e il più delle volte si riscopre qualcosa di nuovo!

  4. Ho letto tutto d’un fiato l’estratto, ridendo immaginandomi le scene e rilassandomi. Ho sempre desiderato anche io scrivere di me e della mia vita, scrivere ciò che mi passa per la testa e penso che questo sia liberatorio.
    Cambio di stagione… bel titolo. Mi immagino che indichi un profondo cambiamento nella sua vita, ciò che dovrei fare anche io in questo momento solo ne avessi la forza….

    La ringrazio per avermi dato la possibilità di leggere il suo estratto, mi sembra di avere alcune cose in comune con lei. Spero di poter leggere il libro per intero.
    Intanto Le auguro che il suo “cambio di stagione” le porti gioia in tutti i sensi.
    Cordiali saluti

    Stefania C.

  5. Narrativa piacevole e scorrevole, il racconto in flashback dell’esistenza di una donna… e da donna mi piacerebbe poterlo leggere completamente, per immedesimarmi nella sua storia e assieme a lei riviverla!!

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