Eppure può esser solo primavera
quando la notte di provincia
si gonfia di venti carichi di odori,
e le ragazze senza calze sfilano
per modesti passeggi di paese
regalando sguardi e indifferenza
ai ragazzi fuori dalle macchine,
sui motorini o appoggiati alle colonne.
Ma chi ci crede che è primavera,
più in là, dietro l’angolo, lungo strade
che pure la provincia dimentica,
dove ubriachi e pazzi non sanno più
raccontare storie che conoscono a memoria,
e dove i bambini delle puttane corrono
a piedi nudi sull’asfalto davanti
ai bordelli dalle finestre accese.
E poi uomini persi in solitudini
che neanche gli occhi sopportano;
vale la pena allora che sia primavera
in queste assurde notti di provincia,
quando tu ridi e sbraiti e bevi e sputi
ogni cosa dentro un bicchiere di birra
mentre cento metri più avanti
dentro un garage un uomo s’impicca
e muore per non esser più solo?
Piccola Susy, dimmelo tu allora
quale primavera è mai questa,
tu che fra specchio e finestra
acconciando i capelli ti scoprivi
ogni giorno più bella e a memoria imparavi
quei sogni che inquieti riempivano le tue dolci notti
di questa provincia che ti ha fatto crescere
e poi morire senza inverno; dimmelo tu
che sei stata solo primavera caduta a vent’anni
cos’hai lasciato e cosa rimpiangi
e a che serve che sia primavera
lungo queste strade; dimmelo tu
cos’è mai questa gioia e queste lacrime
e questo nodo alla gola in cui germogliano
dolcezza e angoscia del vivere in provincia.
Ahi primavera! Ahi piccolo straziante paese
e vie dove ricordi danzano e si confondono
e nulla resta oltre l’accecante bagliore del cielo.
© 2006, . Tutti i diritti sono riservati per i rispettivi autori.
stupenda!!! semplicemente stupenda!
Riccardo, tu mi lasci sempre più senza parole…Scrivi benissimo e scrivi cose interessanti, mai banali, sferzanti e profonde come lame taglienti…