La smania della solitudine

 

Tornare in collina

dove ancora i vecchi in canottiera

sostano sulle verande d’estate

e non cercare nessuno

per le strade sterrate

dove nessuno ti cerca

ma tutti ti riconoscono

e la vecchia piegata sul grano

ti sussurra “T’ho tenuto a battesimo”

mentre gli occhi le accennano

una lacrima.

Percorrere le vie che portano

fino alla vigna

e non cercare nessuno

perché ogni uomo lo senti

nel grappolo che strappi alla vite

e tutte le parole non valgono

uno solo di quei chicchi

che ti si sciolgono in gola

come un bacio gentile.

Traversare le strade

che ti hanno cresciuto

e non cercare nessuno

perché come un segreto conservi

il silenzio contadino

che quei sassi, quella terra

e quel grano t’hanno insegnato,

ancora oggi che hai visto il mondo

e tutto il mondo non vale quel grano

e non vale quel silenzio.

Tornare in città

e traversare altre strade

per correre in casa

e non cercare nessuno

– nemmeno una donna;

chiudersi in casa piuttosto

e scrivere versi

e poi apparecchiare la tavola

senza preoccuparsi di essere soli

e mangiare quei chicchi

che ancora sanno di collina

e non cercare nessuno.

 

9 Commenti

  1. Chicchi dolci profumati..lasciano un buon sapore se pur velato da maliconia e una calda lacrima di ricordi..

    Così non si è soli non si ha bisogno di cercare nessuno..si ha solo bisogno di ritrovare un pò di quella purezza che comunque è dentro di noi..basta solo ascoltarla.

    ti abbraccio forte

    monica

  2. La solitudine, in certi momenti, può aiutare a guarire tante ferite, soprattutto una solitudine così ricca di sensazioni, di profumi, di riflessione. Mi sembrava, leggendoti, di camminare con te in quei luoghi, di vedere colori, di sentire sapori. molto bella Riccardo. Un abbraccio.

  3. Molto delicati i tuoi versi.

    Capita per non star soli di rifugiarsi nei ricordi “del grano e dell’uva”.

    Sembra una contraddizione:si vuol star soli, quando si è delusi, sfiduciati, mentre in fondo forse soli non si è mai…

    Un abbraccio

    Francy

  4. Nei tuoi versi delicati… c’è la poesia del grano e dell’uva, il sussurro del tempo nelle cose che sembrano sempre uguali… eppure vedo lei… il tocco agognato della signora solitudine che appare da lontano ma che senti da vicino… troppo vicino per tentare di dissolverla… troppo presente per poter credere che sia davvero un tocco agognato…

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