Gli addii

Dove sono finite le mie innamorate

– addormentate o perdute per sempre,

stanotte nessuno mi vuole e mi resti

solo tu, tu che passeggi in fondo

alla strada e ti basta uno sguardo,

e che importa se alla fine chiederai

il conto all’amore e monete ai sospiri:

anche tu hai capelli rossi e occhi verdi,

lentiggini e luna sulla pelle, anche tu

m’inchiodi con l’inevitabilità di un sorriso

e inevitabile sarà correrti incontro.

Non avremo bisogno di nessun addio

alla fine, e di addii ne ho conosciuti

fin troppi: tu mi sarai istantanea

e fatale e io forse necessario, l’ennesimo

di questa vita e di questa notte,

questa notte che mi scopre inerme

e senz’orgoglio, finalmente stanco,

questa notte in cui tutti si perdono

e s’abbandonano, pare per sempre.

Verrò allora alla tua strada senza guardare

più in là, dove c’è l’acqua e c’è il mare,

e il ponte dove ho scritto due versi,

dove gli innamorati si baciano e i ragazzi

s’ammazzano, quasi uno per notte;

ci si perde per forza a pensare a ventenni

caduti dal ponte, altro che addii,

e allora fa quasi piacere non avere

innamorate stanotte e passeggiare da soli,

non avere niente da fare e venire

ai tuoi occhi e alle tue cosce disperate,

fa quasi piacere non avere futuro,

non sapere il tuo nome e ignorare ogni cosa.

1 commento

  1. Molto bella. Lucida analisi di chi, attraverso la mercificazione del corpo delle donne, preferisce estraniarsi alla relazione con l’altro piuttosto che soffrire ancora…

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