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La Porta

Risuonano le note, piano
nella sala di notte,
con incomprensibili voci
le tue molte labbra
sussurrano nel mio petto.
Non sono favole,
nel regno dei desideri
desiderare è il fine ultimo.
E in te m’asciugo e mi consumo,
in te mi sento l’aria,
ove nasce e sgorga
ancor pulita…
e tutto questo
è solo un pensiero
di uno degli uomini che hai catturato,
uno dei tanti
che risiedono in me
e che prima di te non c’erano
e che prima di te amavano nascondersi
e che prima di te non conoscevo…
ancora…il sole è una vampa…
artiglia le mie anime
per riportarle a ciò che è passato
e che prima di te non esisteva
e che prima di te era oblio…
Sarai forse la porta
che attraversavo fuggendo?
La porta che mi ricordava
i passi, la differenza tra i mondi
e regolava la mia distanza
tra reale e indefinito.
E non sopporto più
questo nodo che lega la mia voce,
sò solo scrivere ancora
ed ancora, ed ancora…
E tutto questo
è solo un pensiero
di uno degli uomini che hai catturato,
uno dei tanti
che risiedono in me.
Nati da te,
attraversano te,
interminabilmente.
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