La camicia bianca

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    Camicia Bianca, Giancarlo Caponi

    Guardandomi allo specchio stamane ho ricordato le sue mani quando, sfiorandomi il petto con le dita, mi sistemavano la camicia bianca.
    Magro, allungato in un abito scuro, il mio corpo sembra il tronco secco di un albero e il colletto bianco della mia camicia il suo unico fiore.
    Quando mi abbracciava mi sentivo proprio così, una pianta nella bella stagione e accoglievo i suoi desideri come nidi di pettirossi sui mie rami.
    Sentivo il suo profumo intorno a me come fossi in un giardino fiorito e me lo portavo nelle narici tutto il giorno. Quel profumo che non sento più.
    Ad un tratto tutta la mia energia è scomparsa, afflosciandomi su una poltrona vicina, ho pensato di me: sono un uomo senza più primavera. Penso a tutte le donne che allontano perché recano con se come un nero sigillo. Alle altre che fuggono perché intuiscono la maledizione e come dolci streghe amando il proprio maleficio odiano quello delle altre. Amo solo la notte perché distende le tenebre sui miei pensieri come scuri capelli sul mio viso…

    "Immagina i miei capelli,
    foreste d’ebani,
    che accarezzano il tuo viso."

    Dai versi di una bella poesia di Sonia.

    1 commento

    1. .. una pianta nella bella stagione…

      .. e sarà di nuovo primavera, anche per chi non ci crede più

      (p.s. si lo so che non è un diario ecc,ecc, 😉

      dico in senso generico 🙂

      Buona domenica

      Ars

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