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Cosa resta di comete frastagliate
sull’albore di consapevolezze.
Ombra e apparenza.
Pura essenza che sazia le narici.
Pulsante rossa andante.
Fluente la parola si inerpica
per rapide coste di sole.
Muta è la mano
che non carezza la rosa
dei venti
dei trenta
dei mille
giorni dimessi.
Eterno è il respiro
Tuo, dipanato nella
verità arcana di fiamma
che avvampa
la memoria fredda.
Resta il riverbero
del soliloquio
d’amore passito.
Resta il gusto della promessa,
resta la radice riflessa
che non s’ode ormai più.
Non resto io stessa.
Resti Tu.
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