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Cosa resta di comete frastagliate
sull’albore di consapevolezze.
Ombra e apparenza.
Pura essenza che sazia le narici.
Pulsante rossa andante.
Fluente la parola si inerpica
per rapide coste di sole.
Muta è la mano
che non carezza la rosa
dei venti
dei trenta
dei mille
giorni dimessi.
Eterno è il respiro
Tuo, dipanato nella
verità arcana di fiamma
che avvampa
la memoria fredda.
Resta il riverbero
del soliloquio
d’amore passito.
Resta il gusto della promessa,
resta la radice riflessa
che non s’ode ormai più.
Non resto io stessa.
Resti Tu.
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Bellissimi versi, esprimi come sempre in parole meraviglie sublimi.
Ti abbraccio
Nicoletta
Forte, intensa, complimenti.
“Cosa resta di comete frastagliate…
Pulsante rossa andante”
“Resta il riverbero
del soliloquio
d’amore passito”
Versi superbi Irene 😉 e un incipit che non si dimentica.
Composizione veramente bella, intensa… un saluto e un complimento ammirato.
c’è una specie di gioco che provo a fare: leggendo i primi versi tentare ad indovinare chi li ha scritti. Non è facile, ma di qualcuno riconosco lo stile e le parole, il suo particolare modo di trasmettere le emozioni…
Stavolta mi è riuscito anche con te 🙂
“Resta il riverbero
del soliloquio
d’amore passito”
Questo è il verso che mi si è impresso maggiormente, unitamente alla chiusa “Non resto io stessa. Resti Tu”
Il mio abbraccio anche per quest’oggi..
Ars
stupenda, altro asso giocato benissimo. Manuela