
Canto la lacrima dell’usignolo stanco
che muto compie il volo di morte
nella fornace del mondo senza porte.
Canto la faccia buia del silenzio della
nuda dea Selene
che sola si contorce tra i rami secchi
che le trafiggono cuore ed occhi.
Canto l’altezzoso soliloquio della volpe
che solinga vaga nella vanità vanitantum
dell’umana trappola,
senza colpe.
Canto l’ardimentoso canto
di chi sorride nella notte con negli occhi il pianto.


