
Tremule percezioni,
scuotono gli occhi d’un impavido assopito
tra le braccia di Morfeo, furbo incantatore.
Profumo di malinconie, e paradisiache sensazioni.
Nelle vene scorre linfa rossa,
vita corre fuori
e dentro noi,
assieme a mondi incrociati
ed angoli di cielo,
che non puoi ignorare,
ma che volutamente scorrono via.
Scivolano le menti, cede la fantasia
alla mercè di una realtà distante da tutti.
Schiudo le mie ali,
apparendo senza sbarramenti artificiali,
colpendo a tradimento la tua mano,
mentre abbranchi aria tra le dita,
ma non me.
Affonda nel mio sguardo se vuoi,
lascerà senza fiato i tuoi polmoni,
fino a farti toccare terre e nuvole.
Le certezze si scorticano in ogni respiro,
ed ogni istante è follia, umana poesia.
Il pugnale dell’irragionevolezza,
con i suoi spazi di breve vita,
immerge la sua sottile lama,
e la ferita che con sé reca brucia.
Male e letizia, amanti,
complementari e distanti,
bramano dinnanzi
all’indecifrabile gioco,
che tal lacerazione accende.
Siamo carnefici e vittime di noi stessi,
fragili incoscienti,
ma consapevoli
delle tribolazioni dei sensi.
Ebbri di spirito, ma sobri di tangibilità,
realisti ma meno doppi di altri,
avvinti e discosti.
Distratta l’anima
combattuta,
spezza il filo della storia,
e lascia in te il sapore amaro,
della disabitudine,
ed un fievole sorriso,
che bagna le tue labbra
schiuse.
scuotono gli occhi d’un impavido assopito
tra le braccia di Morfeo, furbo incantatore.
Profumo di malinconie, e paradisiache sensazioni.
Nelle vene scorre linfa rossa,
vita corre fuori
e dentro noi,
assieme a mondi incrociati
ed angoli di cielo,
che non puoi ignorare,
ma che volutamente scorrono via.
Scivolano le menti, cede la fantasia
alla mercè di una realtà distante da tutti.
Schiudo le mie ali,
apparendo senza sbarramenti artificiali,
colpendo a tradimento la tua mano,
mentre abbranchi aria tra le dita,
ma non me.
Affonda nel mio sguardo se vuoi,
lascerà senza fiato i tuoi polmoni,
fino a farti toccare terre e nuvole.
Le certezze si scorticano in ogni respiro,
ed ogni istante è follia, umana poesia.
Il pugnale dell’irragionevolezza,
con i suoi spazi di breve vita,
immerge la sua sottile lama,
e la ferita che con sé reca brucia.
Male e letizia, amanti,
complementari e distanti,
bramano dinnanzi
all’indecifrabile gioco,
che tal lacerazione accende.
Siamo carnefici e vittime di noi stessi,
fragili incoscienti,
ma consapevoli
delle tribolazioni dei sensi.
Ebbri di spirito, ma sobri di tangibilità,
realisti ma meno doppi di altri,
avvinti e discosti.
Distratta l’anima
combattuta,
spezza il filo della storia,
e lascia in te il sapore amaro,
della disabitudine,
ed un fievole sorriso,
che bagna le tue labbra
schiuse.
Non esistono leggi,
e quello che vedi
non è mai ciò che sembra.
Io non sono qui,
ma tu mi hai con te,
mentre il battito parlante,
dei secondi rallenta sotto le mie mani,
e affogano i miei pensieri,
nella vaghezza del domani.
L’eternità non può essere donata,
da umana beltà,
ma anche solo un frammento di felicità ardente,
perdura vivo nello schermo della mente.
Rivivilo se vuoi,
ancora,
ancora e ancora.
Apparterrà a te.
Sempre.
e quello che vedi
non è mai ciò che sembra.
Io non sono qui,
ma tu mi hai con te,
mentre il battito parlante,
dei secondi rallenta sotto le mie mani,
e affogano i miei pensieri,
nella vaghezza del domani.
L’eternità non può essere donata,
da umana beltà,
ma anche solo un frammento di felicità ardente,
perdura vivo nello schermo della mente.
Rivivilo se vuoi,
ancora,
ancora e ancora.
Apparterrà a te.
Sempre.
Aprile 2005
Presente su Musicaos.it