Sono…?

Sono un petalo di gelsomino

sopravvissuto, accartocciandosi,

 al rigore dell’inverno.

Cresta di monte

sfavillante di bianco abbandono,

che si consuma nel suo orizzonte

o solo granello di senape,

rimasto tra le pieghe delle dita,

che non si è arreso alle folate di vento?

Più non so.

Ero castello di sabbia

sconvolto da un’onda più audace,

portato via dall’amore del mare

in fondo ai suoi abissi

e mi ritrovo stazione per viandanti,

stanchi di lontananze e di deserti,

che cercano ristoro

nelle increspature delle parole.

Funambola precaria

cammino su frammenti di vetro,

cercando la mia anima

in un oceano di solitudini.

5 Commenti

  1. Bellissima poesia. Spesso i nostri sogni sono castelli di sabbia, che un’onda più audace spazzerà via. E’ importante comunque aver sognato, aver vissuto la nostra vita con tutte le proprie forze. Solo così ritroveremo noi stessi, un giorno, e riusciremo a lenirci le ferite senza rimpianti. I miei complimenti, ti invito a visitare il mio blog Lenio Vallati.

  2. Sono molto colpita dalla lucidità, dalla fisicità delle immagini, che risultano molto evocative e prorompenti…

    Una poesia equilibrata e bella…

    Brava davvero…

    Un abbraccio

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