Se potessi

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Se potessi
con le lacrime
ribattezzerei di sogni
le vicissitudini
della povera gente
e mi trascinerei da solo
come un cane
la contentezza
degli altri.

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Pasquale Mesolella

Pasquale Mesolella è nato a Teano il 18 gennaio 1949. Dopo aver frequentato le scuole medie e superiori in alcuni istituti religiosi della Campania, ha seguito i corsi di diritto presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università degli Studi di Napoli. Ha lavorato per alcuni anni a Milano e poi a Prato in un Ente pubblico dove esercita l’attività di funzionario. Vive, con la moglie e i due figli, a Prato, in Toscana. Con le raccolte di poesie inedite “Parole al vento ”, “Canti d’amore”, “Frammenti”, “Electa”, ha partecipato a diversi concorsi, segnalandosi per il suo vivo e intenso sentimento poetico. Il suo primo esordio editoriale è del 2004 con un carme dal titolo “Carme alla mia terra”, a ricordo della sua città natale, Teano, in provincia di Caserta. Con la casa Editrice Bastogi, ha pubblicato nel 2005 la raccolta di poesie dal titolo “Tornerò a riprendermi il sole”, e nel 2006 un’interessante raccolta di detti e racconti popolari dal titolo “Cose della mia terra”. Nel 2007, inoltre, con la casa Editrice Pentalinea di Prato, ha pubblico l’ultima sua silloge di poesie dal titolo “Testamento breve”: opera di maggiore spessore poetico.

7 Commenti

  1. Hai racchiuso in pochi versi la grandezza del tuo cuore…In un mondo dove l’egoismo regna sovrano,i tuoi versi sono acqua di fonte dove dissetare chi come me crede ancora alla nobiltà dell’animo altrui…

    Complimenti davvero.

    Annaluna

  2. A Pasquale, bravissimo rispondo con questa mia che ha suscitato, credo e spero la stessa emozione che ho provato io.
    INVISIBILI

    Chiamali così : intrecci d’ossa
    stracci sudici
    bagagli di una vita mal vissuta
    nel randagio vagare
    cercando riparo in angoli irreali
    evidenti all’umana vista.
    Chiamali così : invisibili
    mucchi di respiro, evitati
    da passi indifferenti
    e sguardi sdegnosi:
    l’invisibile è visibile
    nella dolente ricerca
    di tessere smarrite.
    Chiamali così i mendicanti scomodi
    allontanati, nello specchio appannato
    dei loro occhi
    troverai la tua povertà.
    Nei brevi versi di Pasquale c’è il tutto!

  3. Se si potesse avere il coinvolgimento emotivo di un popolo intero ci sarebbe tanta umanità che risolleverebbe la gente fragile e impotente di fronte alle avversità della vita. Questa tua poesia è un invito alla riflessione interiore a cui non tutti purtroppo siamo abituati.

  4. Una poesia dolorosa, che parte da un sentimento primordiale che l’uomo prova di fronte alla sofferenza di altre persone. Un rifiuto e una incredulità del dolore, che si trascina cantando, perchè un poeta non può non cantare.
    Corta, sofferta, dolorosa poesia.

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