L’incontro di Paola Pica

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E poi più niente. Solo lei nel buio di quella strada tortuosa che si inerpicava su per la collina; così pittoresca di giorno, eppure così triste di notte. Tristezza, ecco cosa l’aveva invasa.  E solitudine.  Paura, anche.
Strano, avevano sempre tentato tutti di farla riflettere sulle cose terrificanti che potevano accaderle per quella strada, ma mai e poi mai aveva provato paura.
…Incontri terribili dovuti ad una gomma bucata, oppure abbordaggi da parte di giovinastri e maniaci.  Se ne raccontavano, o forse semplicemente se ne temevano, pensava lei, di tutti i colori.  Ma niente le aveva mai infuso il senso di paura che aveva provato nell’incontrare se stessa quella sera.  L’aveva vista lì, sul ciglio erboso della curva, con l’andatura altera e trasognata, ma con lo sguardo vigile senza più rimpianti. Vigile, s’era detta nel guardarla, ma poi aveva deciso che era semplicemente acceso da qualche pena recente.  L’aveva guardata ancora e aveva scorto le belle gambe, i tacchi alti, il corpo ben fatto che aveva fatto sognare molti…poi, d’un tratto, il tonfo al cuore e la paura…Era buio pesto, come poteva aver notato tutti quei particolari?  Lo sguardo, perfino.
Eppure l’aveva vista bene e sapeva che quello sguardo teso, inosservato da chi s’era sempre fermato alle fattezze fisiche, era lo specchio sempre più cupo eppure vivo della sua anima che continuava a ribellarsi. Solo allora, d’un tratto, le era venuta la certezza che la donna era la sua immagine speculare: stesso abito aderente, stessi capelli ondulati e rossi nel collo rialzato dell’ampia giacca nera.  Rossi!…Come poteva aver notato il colore, in quel buio pesto in cui neppure un faro aveva illuminato la corsia opposta?  Aveva guardato nello specchietto retrovisore e lei era là, non solo una sagoma che spariva nella notte, ma nettamente delineata nei particolari di forma e di colore.

***

Brano tratto dal libro “L’incontro” di Paola Pica, recensito da Nicla Morletti nel Portale Manuale di Mari.

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Paola Pica

Avendo studiato e lavorato per lungo tempo in Inghilterra, Paola Pica porta dentro di sé e nella sua scrittura i segni dei due paesi di formazione.
Laureatasi in Lingua e Letteratura Inglese presso “La Sapienza” di Roma, con una tesi su Anthony Burgess e il Romanzo Inglese Contemporaneo, per la quale ha svolto attività di ricerca presso la prestigiosa University Library del King’s College di Cambridge, ha da allora lavorato come interprete, traduttrice ed insegnante, non solo nei due paesi di cui sopra.
Romana di adozione, non ha mai permesso che tali occupazioni la distogliessero dal sogno portante della sua vita, la scrittura, per coltivare il quale è tornata a vivere nella campagna dei Castelli Romani. Qui, dice, ha trovato la cornice di quiete e raccoglimento alla scena molto mossa della sua vita non certo sedentaria.
Non a caso si è infatti decisa a pubblicare solo nel 2004, incoraggiata anche da qualche personalità straniera del suo ambiente di lavoro, tra cui l’Ambasciatore del Belgio in Italia, S.E. Jean De Ruyt, e sua moglie, Signora Sheila Arora, che le hanno offerto la prima presentazione delle sue prime tre opere nell’atmosfera magica della loro stupenda Residenza romana al Foro Romano.
Di Paola Pica sono già stati pubblicati: L’Incontro, L’uccello Rapace, Il Capro Espiatorio e Il Tarlo nella Mente; i primi tre dalle Edizioni dell’Oleandro e il quarto da Sovera Edizioni.

3 Commenti

  1. Cinque racconti, una trama : la ricerca della felicita’ inizia re-interpretando noi stessi.
    Ne “L’ incontro” di Paola Pica trionfa l’ introspezione, affinata dalle emozioni. E la’ dove il successo arride professionalmente, la sconfitta
    emerge sentimentalmente. Un sillogismo sembra dominare i protagonisti, quasi che la vita sia divisa in compartimenti stagni e sia impossibile l’ appagamento completo.
    L’ agile volumetto della Pica merita un’ attenta lettura. Anche per indagare i segreti dell’ animo umano, sempre insoddisfatto e sempre protesa alla soddisfazione.

    • Caro Gaetano, grazie di questo tuo nuovo commento, che mi dimostra, ancora una volta, la tua attenzione. Mi piace molto la tua immagine della vita divisa in compartimenti stagni, in cui l’appagamento completo non può verificarsi, proprio per la non comunicazione dei vari livelli professionali ed emozionali. Eppure deve esistere un modo perchè tutto ciò avvenga, non credi? Io trovo questa totalità di realizzazione nella scrittura…ma forse hai ragione tu…perchè gran parte di questo mio appagamento avviene sulla pagina ed è, quindi, virtuale e di evasione.
      Aspetto il tuo commento sul CAPRO, sicura che farai ancora centro. A presto.
      Un caro saluto. PAOLA PICA

  2. Ringraziando la Redazione per la pubblicazione dei miei due ultimi (anche se primi nella mia piccola produzione) libri, vorrei evidenziare la bellezza del quadro che ho fortemente voluto sulla copertina di “L’Incontro”,non solo perchè emblematica rappresentazione pittorica del racconto che apre la serie, ma soprattutto perchè intendo così dire grazie pubblicamente all’autrice di LA MAGNA PORTA.
    Questa manifestazione di gratitudine da parte mia nasce non solo dalla sua gentile concessione di pubblicazione della sua opera ma anche dall’arricchimento che, come tutte le opere di vera Arte, ha procurato in tutti noi.

    SERENA PRUNO, oltre ad onorarmi della sua amicizia, è un grande vanto della Toscana e quindi del nostro Blog degli Autori, cioè del Manuale di Mari della Signora Morletti.

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