Il tarlo nella mente di Paola Pica

La “libertà ritrovata” intorno ai quaranta ha quasi sempre un effetto inebriante sugli uomini, che si ritrovano a disposizione di nuovo gli stimoli giusti per far fronte alla normale crisi dell’età.  Volare di fiore in fiore fornisce loro l’afrodisiaco necessario a rivitalizzare quel ritmo che Madre Natura stava per placare, indirizzandolo verso piaceri più pacati e duraturi.  La solita vecchia storia: perché fermarsi, adesso che il bello è non solo cominciato di nuovo ma sembra non avere fine?
Quando si erano incontrati, infatti, Germano aveva quarantasette anni e era un professionista arrivato, con la disponibilità economica di cui un dentista gode di solito in Italia; era di bell’aspetto…aveva, praticamente, tutto…compresa una figlia adolescente, da usare come alibi, quando non sapeva come liberarsi di qualche donna un po’ troppo pressante.  A sentirlo parlare, passava con Veronica, la ragazza in questione, quasi tutti i sabato sera e spesso partiva con lei per il finesettimana.
(…)
Attraverso il vano della porta, dal soggiorno,Sara lo aveva visto chiaramente di spalle prima e poi, mentre si dirigeva nella loro direzione nell’alone di luce della lampada sulla consolle dell’ingresso, per un attimo, e mentre entrava nella luce piena della lampada a stelo sulla sinistra della porta.  Il suo metro e ottanta abbondante si stagliava nitido adesso e il taglio perfetto della sua giacca lo faceva, forse, apparire un po’ più sottile di come non doveva essere.  Il sorriso era il più candido che ricordasse di avere mai visto…ma era un dentista, no?
Stretta di mano a tutti, anche a lei, la nuova a tavola quella sera, a cui riservò anche una specie di piccolo inchino, quasi impercettibile, con la testa, mentre gli occhi scuri si infilavano letteralmente nei suoi.
Come da copione, dopo i saluti e le strette di mano:
– Scusate il ritardo, ma Veronica mi ha chiesto di accompagnarla al Gilda oggi pomeriggio, senza chiedermi di andarla anche a riprendere.  La sua telefonata in proposito mi ha beccato mentre facevo la doccia e mi preparavo per venire qui.  Credevo di farcela…ecco perché non ho chiamato.-
Coro: – Va be’…va be’…tanto lo sapevamo. –
(…)
Sara si limitava ad assistere alla scena senza parlare ma, a differenza degli altri, non credette neppure per un attimo alla storia della figlia.  Non avrebbe saputo dire perché; lo sentiva e basta.  Comunque, non era affar suo.
(…)
– Ecco, lo vedi? Un altro Casanova che se ne va in giro, a piede libero, sbandierando agli amici che non ha niente di fisso; il che significa che ha sicuramente due o tre storie “leggere” e parallele.  Claudia, si vede che sei al sicuro, nel tuo nido, da tanto tempo…il mondo non gira così… Tanto mi basterà la prima occhiata, per sgamarlo.  Questo tipo di uomini ce l’ha scritto in faccia.  E’ come se fosse marchiato con una C scarlatta in fronte…te l’ho detto: C, come Casanova. –
E, infatti, quella C Germano ce l’aveva ben stampata in fronte, quando finalmente arrivò per cena quella sera.  Almeno, così pensò Sara, congratulandosi con se stessa per avere azzeccato la diagnosi già soltanto con la descrizione di lui fatta dai suoi amici.
(…)
Stringendogli la mano, mentre gli occhi di lui penetravano nei suoi, Sara scorse una luce strana in quelle pupille, come di un fiammifero acceso su uno sfondo completamente buio.
E lei non poteva certo sapere che la sensazione che la sua vista e il contatto fisico della stretta di mano stavano dando a Germano era lo stesso tipo di scossa che lui aveva provato circa venti anni prima, quando Karina gli aveva aperto la porta di casa, in quella lontana sera di vigilia natalizia.  Né Sara né nessun altro, in quel momento, poteva essere a conoscenza di uno stato d’animo simile…neppure i due amici fidati e intimi di Germano, cioè i padroni di casa.
Da quando si era separato, lui aveva provato quella sensazione così violenta un’altra volta soltanto e la ragione per cui continuava a passare da una relazione all’altra era che stava alla ricerca continua di quel brivido lungo la schiena, che lo faceva sentire vivo.
Lo aveva avvertito per tutta la durata della cena e se lo riprocurò con le due telefonate che vi avevano fatto seguito: furono proprio quelle a dargli la sicurezza che avrebbe cercato di avere una storia con Sara.
(…)
Germano viveva come sdoppiato: se da una parte aveva una grande sicurezza in se stesso, che gli veniva dal bell’aspetto, dal valore professionale e dalla conseguente floridezza economica, dall’altro aveva il bisogno continuo di verificare che tutte queste sue armi di conquista, queste sue certezze, funzionassero sempre, potenziando l’attrazione sessuale che lui era in grado di esercitare. Continue conferme, ecco cosa ricercava, senza però avere messo a fuoco questa sua condizione latente e costante di squilibrio emotivo.

***

Brani tratti dal libro “Il tarlo nella mente” di Paola Pica, recensito da Nicla Morletti nel Portale Manuale di Mari.

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57 Commenti

  1. Paola ti adoro quando ti vengono queste idee!! Posso avere una copia del libro? Vorrei proprio leggerlo!
    Ancora grazie e complimenti!

    • Gentile Dott.ssa Ilaria Luca, spero che lei possa leggere questa mia replica (é la seconda che le invio): sarei felice di inviarle il mio libro, come ringraziamento del suo interesse, ma non ho il suo indirizzo. Un saluto cordiale, nella speranza di poterla accontentare. PAOLA PICA

  2. Germano e’ un dentista di successo. E – in superficie – un donnaiolo impenitente. Complessato dalla sua omosessualita’ (vera o presunta), cerca nel numero di femmine- amanti, sempre maggiore, il riscontro della sua virilita’, fallendo.
    Trova la catarsi imbattendosi in Sara, una donna-soggetto dalla bellezza oggettiva. E sorretto dall’ amicizia (vera) di Claudia e Roberto.
    Un romanzo – “Il tarlo della mente” – godibile e profondo. Che si legge in una notte alla luce della lampada dell’ introspezione piu’ seria. Quella di se stessi all’ incontro coll’ IO offuscato da convenzioni e fariseismi sociali e familiari.

    • Caro Gaetano, ti ringrazio per il commento così sollecito (hai ricevuto da pochissimo IL TARLO), stringato e profondo: non ti sono servite molte parole per inquadrare la situazione esistenziale del mio Germano. Sento di averti fornito un po’ di olio per la tua “lampada dell’introspezione più seria”; e spero che questo tuo giudizio intrighi qualche altro lettore potenziale. Grazie ancora dell’interesse con cui hai ricambiato questo mio piccolo dono. A presto. PAOLA PICA

  3. Non ho parole per ringraziarLa del bellissimo pensiero che ha avuto per me inviandomi il Suo libro… e per la dedica… grazie di cuore! Lo leggerò da oggi stesso.
    un caro saluto Giada

    • Grazie a lei, ancora, per l’interesse dimostratomi. Mi auguro che IL TARLO le piaccia e le rallegri vacanze già belle. La storia non è proprio allegra, ma forse, a volte, una lettura un po’ intrigante che ci faccia fare supposizioni sulla natura dei “tarli” altrui…tiene lontani i nostri potenziali. Un carissimo saluto, Giada. PAOLA PICA

  4. Siamo davvero così noi uomini a quarantasette anni? Forse assomigliamo tutti un pò a Germano, e anche noi cerchiamo continuamente emozioni che ci riportino al passato, alla gioventù, che ci facciano di nuovo sentire vivi. Ma anche oltre questa età le cose non cambiano. Solo che poi diventiamo vecchi e cessano anche tutte le nostre velleità, ci rassegnamo a vivere solo di ricordi. Non tutti poi siamo come Germano, professionista di bell’aspetto e dagli occhi penetranti.Il tuo racconto, Paola, é molto interessante soprattutto per noi uomini, per capirci meglio. E’ l’anticamera di un bellissimo ed interessante romanzo da leggere con grande attenzione. A risentirci, Lenio.

    • Caro Lenio, scusa per il ritardo, dovuto a ragioni molto serie.
      Eccomi a te, per ringraziarti del tuo commento, a me tanto più gradito in quanto proveniente da un uomo. Mi gratifica, infatti, sapere che ritieni interessante il mio romanzo. Anche l’analisi concisa delle vostre ragioni per vivere come molti uomini vivono la loro vita non è male: sembra collimare con le mie idee in proposito ed è una bella sintesi di questo mio libro e di “Un Uomo per bene”. Grazie. Spero che tu li possa leggere entrambi. A presto. PAOLA

      • Gentilissima Paola,
        la informiamo che abbiamo inviato vari messaggi di posta al suo indirizzo email fornendo nuovamente i dati dei destinatari delle copie omaggio ed aggiungendo anche quelli di nuovi lettori da lei invitati a prendere contatto con noi per la spedizione del libro. Ci può confermare la ricezione? Grazie per la collaborazione.

        La Redazione

      • Gentilissima Paola, la informiamo qui che stiamo tentando di metterci in contatto con lei via mail chiedendole di riscontrare la ricezione dei nostri messaggi. Forse la sua posta elettronica non funziona, la faccia controllare.
        Grazie.

      • Spett.le Redazione, ho appena risposto alle vostre mail; ma replico anche qui, per maggiore sicurezza. Vi prego di mandarmi la conferma di lettura dei due messaggi. Grazie. PAOLA PICA

  5. Salve, vorrei farle i miei complimenti per le parole che riescono ad uscire dalla sua mente, ma soprattutto dal suo cuore.
    Ho avuto occasione di leggere il suo “un uomo per bene” e devo dire che questo è un’altro capolavoro di un’autrice fantastica.

    • Grazie del suo commento, per me tanto più gratificante, perchè proveniente da un uomo. Sempre che il suo non sia uno pseudonimo. Un caro saluto. PAOLA PICA

  6. E’ un piacere poter dire:”riconosco lo stile”.Lo stile è carattere,non tutti gli autori possono davvero vantarne uno tutto loro,solo quelli autentici e maturi,giacchè lo stile,come il carattere,si costruisce nel tempo,prendendo esempio e sbagliando,tornando indietro e cambiando strada,fino a costruire poco a poco un piccolo sentiero di punti guida entro i quali ci si muove però in libertà,come passare la stessa farina allo stesso setaccio ma non per fare sempre la stessa torta.Ogni torta ha la sua farina,così come ogni tuo libro ha il tuo stile,ma ogni torta ha anche il suo gusto unico e particolare;e così fresca e nuova,ne sono sicura,risulterà questa storia che hai deciso di raccontare.Ti faccio un grosso in bocca al lupo,sono sicura che questa bella occasione della fiera del libro sarà per te un’ottimo mezzo per far conoscere il tuo stile a tanti nuovi lettori,che l’apprezzaranno così come l’ho apprezzato io.

    • Grazie, Maria Giuseppa, del bel commento con tanto di originalissima metafora-similitudine. E’ un grande piacere per me risentire lettori che potrebbero, invece, ignorarmi o magari lasciarmi una piccola nota di commento “una tantum”, proprio perchè sarebbe politicamente corretto…e basta. Il fatto, poi, che tu mi riconosca uno stile mi tocca particolarmente. Grazie ancora e, spero, a presto. PAOLA PICA

  7. Ciao Paola,

    Grazie per avermi dato un altro indizio…infatti il tarlo
    era diventato così grosso che stanotte non mi ha fatto dormire fino al
    momento che l’ho nascosto sotto il cuscino insieme ai pensieri, e ai sogni che non ricordo…

    Ho pensato alla copertina del libro, il mare, i frammenti di un volto di donna.. per quel poco che ho letto, riesci a creare colpi di scena veramenti interessanti, e degni di una giallista.

    Per rimanere in tema con il giallo, penso che sia Sara, che taglia le verdure in cucina nel momento che parla di Germano con la sua amica Claudia, Sara pensa che lei lo può sgamare..ma l’amore non lo permetterà, anche se porterà dolore a lei e ai suoi amici Robero e Claudia, proprio perchè sono amici di tutti e due.
    Ora non dico più niente, altrimenti va via il pizzicorino della curiosità per la lettura del libro.
    Sarei proprio curiosa di sapere se anche io ho mischiato le carte nel modo giusto…

    Ciao

    Maria Luisa

    • Chissà…chissà…si vedrà. Comunque, grazie anche per la curiosità che stai di certo procurando in chi legge i commenti al TARLO. Ciao. PAOLA

      • Come potrei non soddisfare la tua curiosità su questa mia storia, dopo che ci hai perfino perso il sonno, oltre che investire buona parte delle tue energie mentali, trasformandoti in detective?

        Per avere la tua copia di “Il Tarlo nella Mente”, mettiti in contatto esclusivamente per via mail con la Redazione, indicando il titolo ed il tuo indirizzo postale. Ciao. PAOLA

      • Carissima Paola,

        Oggi ho ricevuto il tuo libro, e ti ringrazio infinitamente, finalmente potrò conoscere quel tarlo che tanto mi ha fatto pensare.
        La dedica che mi hai scritto: definendomi ” Il detective più intuitivo che abbia incontrato” mi ha reso felice, con una punta di orgoglio..però..piccola, piccola..

        Non possiedi solo la bellezza del tuo scrivere così…ma anche la gentilezza.

        Grazie con affetto

        Maria Luisa

  8. paola, fantasticamente mi hai ridato la gioia della lettura dei gialli…
    sì, il mio genere preferito, perché i tuoi personaggi in questo frammento di storia è come se mi chiedessero di indagare. lascia che io li scopra, te ne prego! cari saluti, maria

    • Cara Maria, stai tranquilla: neppure ci penso a rivelare niente della storia.
      Certo, devo tenere a bada i commenti molto espliciti (ma a me GRADITISSIMI) di M. Luisa Seghi, che si sta scervellando almeno quanto te; ma sono semplicemente felice di vedervi così prese da questa trama.
      Devo però dirti, sperando di non deluderti, che nella mia testa non è nata come un giallo. Molto intricata e intrigante sì: l’ho ideata proprio così, perchè i sentimenti sono sempre così…o, almeno, a volte. Grazie di cuore del tuo interesse rinnovatomi. Cari saluti. PAOLA PICA

    • Patrizia, se queste poche parole indicano una tua condizione del momento, spero essa sia di serenità per te. Quello che non capisco è se sei stata forzata in queste libertà e voglia di sentirti viva dentro o se ne sei felice…o se addirittura tu non stia alludendo a qualcuno, uomo e dell’età di Germano, che si trova in quella condizione, ma a tuo discapito e con la tua sofferenza. Ti auguro il meglio per te. Grazie dell’interesse, comunque. Un saluto caro PAOLA PICA

  9. Cara Paola,

    Ecco un altro enigma…
    Oggi, non farò il detective; (nel mio piccolo modo di pensare), oggi esplorerò la mente dei protagonisti del tuo libro.

    Tu…con la solita abilità della tua scrittura, vuoi mettere alla prova la curiosità del lettore, nel senso che, il titolo ” Il tarlo nella mente” ispira a saperne di più sulla vicenda del dentista, perchè se fosse stato ” la gioia della mente” è facile…è felicità, ma “il tarlo” è proprio una cosa che fora il cervello.
    Cercherò di entrare nelle tue parole, inciamperò nelle virgole..qualche punto mi fermerà..un punto interrogativo mi farà riflettere..ma voglio provarci ugualmente.

    Il protagonista; Germano, marchiato da tutti con una C di Casanova, bello, ricco, viziato, con la scusa sempre pronta prendendo in prestito il nome della figlia, sembra della serie “Anche i ricchi piangono..” Sembra felice, perchè ha quella libertà riconquistata dopo la separazione, ma si rende anche conto, che andare di fiore in fiore, fa solo parte del suo ego maschile, per dimostrare quel ritmo che Madre Natura gli ha donato.
    Ma ora, che cosa sta cercando? Quella felicità già trovata e perduta?
    Perchè molti uomini si sentono in catene..e dopo, quando sono liberi da legami, vorrebbero che quelle catene li avvolgessero di nuovo?
    Sara, ha capito che cosa si nasconde dietro questo esemplare di essere umano, e non vorrebbe cadere in questa rete che lui le getta provando per lei una forte attrazione, lui nasconde molto bene questa sensazione, che gli procurerà fragilità e lo renderà schiavo delle sue certezze.
    Questo è l’enigma…
    Sarà Germano ad avere il tarlo nella mente, cercando sempre le conferme al suo modo di essere?
    Sarà Sara ad avere il tarlo nella mente, sperando in un amore vero, che ora ha solo le sembiamze di un’avventura?

    Leggendo il libro, sapremo la fine della storia, sono sicura che sarà fortissimo..e avvincente.
    Brava Paola, adoro le tue storie.

    Maria Luisa

    • Cara M.Luisa, questa volta hai davvero superato te stessa; e non è impresa facile, credimi. Apprezzo tantissimo questa tua ulteriore analisi e gli interrogativi che poni alle menti di tutti i miei-tuoi lettori a proposito di questo mio libro, la cui storia si svolge tra Italia (Roma) e Olanda, paese che amo e di cui conosco abbastanza bene gli abitanti.
      Grazie per avere indotto a riflettere sul fatto che non si sa chi abbia questo tarlo: Germano apre la storia e, come protagonista apparente della stessa, dovrebbe essere la mente torturata…ma Sara? Hai ragione: anche per lei sta per cominciare la tortura. …Ma non credere che Claudia e Roberto non staranno, anche loro, in pena. Beh, spero proprio di averlo istillato anche nella tua mente un tarlo grosso così!Ciao e a presto.PAOLA

      • Ciao Paola,

        Sei brava a fare i trabocchetti…
        Prima che il tarlo che hai messo tu nella mia mente, diventi enorme…vorrei fare una piccola considerazione.
        Nella tua risposta che ho gradito molto, tu parli di Claudia e Roberto, ma Roberto non viene nominato nei frammenti che ho letto su questa pagina, chi è Roberto ? E’ forse il marito di Claudia? La persona che parla con lei facendo commenti su questo Casanova, sembra che provi una leggera invidia per Claudia, perchè dicendo…”si vede che sei sicura nel tuo nido..le cose non vanno così” come se, volesse metterle la pulce nell’orecchio, allora è nella mente di Claudia che entra il tarlo ??

        Voglio confessarti una cosa, è bellissimo questo scambio di idee e supposizioni fra te che hai scritto la storia, e io che cerco di entrare con la forza nelle tue parole.

        Cari saluti
        Maria Luisa

      • Cara M.Luisa, grazie ancora e scusa se questo tarlo ti sta togliendo il sonno (Ah,Ah). Anche a me piace questo gioco all’ultimo indizio e sarebbe divertente se altri ospiti di questo meraviglioso blog (noi iscritti e i visitatori di passaggio)entrassero a farne parte.
        Comunque, hai azzeccato il particolare di Roberto: sì, è il marito di Claudia e la cena si svolge a casa loro. Ma non c’è assolutamente gelosia nelle parole della persona che si rivolge a Claudia a proposito del nido…anzi, sono talmente amiche…a questo proposito ho anche creato una scena in cui le due parlano mentre tagliano le verdure per l’insalata russa, prima della cena; scena con cui ho voluto fare un elogio alla solidarietà e amicizia femminili. Scervellati ancora un po!…Ciao. PAOLA

  10. Una scrittura pulita e diretta, ma che tiene il lettore in tensione già dalle prime righe, con quella voglia di sapere dove l’autore vuole andare a parare (anche se il titolo già qualcosa annuncia), ma soprattutto vuole vedere come si muoveranno i personaggi, perchè ho la netta impressione che non sarà un racconto dalla trama scontata.
    Complimenti!
    Ars

    • Infatti: ho cercato (o meglio, mi è venuto spontaneamente in mente) di creare una storia apparentemente di ordinaria amministrazione, come si dice; ma con qualche colpo di scena. Sempre sperando che io riesca a tenere l’attenzione del lettore sveglia, fino a che arrivi quel colpo…me lo auguro e lo auguro anche a lei, gentile Arsomnia, come ringraziamento del suo breve ma bellissimo commento. Grazie. PAOLA PICA

  11. Sono davvero contenta di trovare un altro libro scritto da Lei e pubblicato. Un racconto che si preannuncia semplice nella storia ma ricco di introspezioni e forti emozioni. La figura di Germano primeggia a rappresentare un uomo “normale”, un quarantenne affermato con pregi, difetti e tanta insicurezza.
    Le poche righe riportate incuriosiscono alla lettura, i personaggi elencati iniziano e vivere. Credo che anche questo sia un libro che lascia un qualcosa, che da e fa riflettere. Ancora complimenti.

    Stefania

    • “Food for thought”(“cibo per il pensiero”), dicono inglesi ed americani; ed io ne ho fatta la mia regola. Non che voglia minimamente insegnare niente a nessuno, ma mi fa molto piacere sapere di suscitare riflessione in qualcuno dei miei lettori.Grazie per avermi espresso il suo rinnovato piacere nel leggermi. Cari saluti. PAOLA PICA

  12. Ed io ringrazio Lei per le cose belle che dice a me. Sono contenta di aver capito anche se solo da un brano, le linee guida del pensiero che si cela dietro i suoi personaggi. Ed è altrettanto bello scoprire che ogni volta c’è sempre un qualcosa in più che sfugge e che magari riemerge quando lo sottolinea oppure leggendo nuovamente alcune frasi in cui il senso che davo, più quello che mi fa notare lei, mi lascia intravedere sensi che in un primo momento non mi si erano svelati.
    Spero di avere davvero il piacere di poter leggere il suo libro (e non solo questo, ma anche gli altri) perchè trovo davvero che abbia uno stile espressivo inconfondibile e che invoglia alla lettura.
    Continui così!
    Un caro saluto
    Giada

    • Giada, ancora un grazie di cuore per l’interesse che sta dimostrando per le mie “creature”. Ho paura di non meritare tutte le cose belle che si stanno imprimendo, giorno dopo giorno, sulle pagine di questo bellissimo blog…e quelle dette da lei sono tra queste. Un saluto caro. PAOLA PICA

  13. Cara Paola,
    sono sicura che se leggessi tutto il libro lo divorerei, con la sua scorrevolezza riesce a a far rivivere le interiorità con estremo realismo.
    Cari saluti.

    • Grazie. Per me non c’è nulla che valga il nostro mondo interiore; anche se spesso ci viene rovinato dolorosamente da tutti i fattori esterni che, però, ce lo forgiano anche nel dolore. Apprezzo molto il suo commento. Ancora un caro saluto. PAOLA PICA

  14. Trovo “il tarlo nella mente” un racconto di vita semplice e coinvolgente.
    Storia in cui una donna pur sapendo dall’inizio che si ha a che fare con un Casanova, a voi donne questo particolare non sfugge tanto facilmente…, alla fine ne viene affascinata ed attratta.
    Scommetto che il proseguimento di questo racconto parlerà di un’amore avvincente, di un’entusiasmante avventura di vita e libertà!

    • Sì,ma non solo di quello. Mi creda, la vita è più complicata di così.
      Grazie per il suo commento e per essersi sforzato di prevedere l’imprevedibile. Un saluto cordiale. PAOLA PICA

  15. Ogni volta che leggo le Sue parole, non so, mi perdo in esse. E’ una sensazione bellissima perchè mi sento veramente coinvolta e trasportata. Sarà il ritmo incalzante, sarà il suo stile che trovo eccellente perchè leggero ma efficace, saranno le parole che utilizza perchè capaci di esprimere tutta la potenza espressiva del contenuto per cui stanno, fatto sta che resto ammaliata. Una storia che intreccia perfettamente due poli diametralmente opposti: le insicurezze e le convinzioni. Per far capire cosa intendo dire trovo di particolare importanza questa frase che descrive Germano: “continue conferme, ecco cosa ricercava, senza però avere messo a fuoco questa sua condizione latente e costante di squilibrio emotivo”. Germano pretende da sè ciò che egli stesso non è capace di offrire. E se in un momento può apparirne consapevole, immediatamente dopo non lo è più. Quindi intravedo in questi pensieri una continua ma inconscia ricerca del sè da parte di questo personaggio che vive spinto da varie pulsioni ma di cui non si accontenta, perchè sa di essere altro, è certo di ciò che può dare, ma non conosce ancora (e penso che poi lo conoscerà) ciò che va al di là delle proprie certezze.
    Un augurio di cuore, nella speranza che un giorno possa leggere la Sua opera per intero.
    Giada

    • Brava Giada! Ci è andata molto vicino, tranne nel fatto che Germano-Casanova
      non “sa” ma “teme” di essere altro. Se poi lo sia o no…le auguro di scoprirlo leggendo il libro. Grazie delle bellissime parole che ha trovato per me: spero di esserne all’altezza e le considero un incentivo, per me utilissimo, a continuare in questa avventura. Saluti cari. PAOLA PICA

  16. Cara Paola,
    ho letto con attenzione il sunto del tuo bellissimo libro.
    Noto che Germano il protagonista del racconto, viene descritto lodevolmente come un importante professionista: dentista, stimato dai suoiclienti.
    Da quanto scrive l’autrice noto anche che la somiglianza di Germano a Casanova è impressionante.
    Con l’amica (o con le amiche) è sulla breccia dell’onda, con molte virtù di carattere umano ma anche di relazioni amorose.
    Amorise, forse non è detto bene,perché amore è una parola grande che comprende quella forza universale che guida il mondo, e rappresenta un dialogo dedicato al romanticismo e alle passioni della vita e non ad un semplice rapporto fisico.
    Complimenti
    sergio

    • Grazie, Sergio, per il suo commento e per i complimenti. Quanto alle parole, spesso travisiamo il loro significato vero, a seguito di un uso sbagliato perpetrato nel tempo: prendiamo l’espressione “fare l’amore”, per esempio; oggi è sinonimo di “fare sesso”. Ma non era così per la generazione dei miei nonni, che uscivano a fare l’amore, cioè ad amoreggiare dalla dovuta distanza e con tanto di chaperon.
      Le relazioni di Germano sono amorose nel senso negativo del termine, visto che a volte si serve della figlia come alibi. Ma stiamo a vedere se qualcosa cambierà in lui con la comparsa di Sara nella sua vita, in una normalissima sera con gli amici di sempre.
      E poi, mi creda, Germano ha ben altro per la testa, visto che le conquiste “amorose” gli riescono così facili: spero che lei possa leggere l’intera mia piccola opera. Cari saluti. PAOLA PICA

  17. In queste righe si scorge che questo libro è un altro capolavoro di immagni, odori, emozioni e sensazioni dell’autrice paola pica. Lei ha la grandissima capacità di catturare il lettore tra le pagine dei suoi libri e di farli sognare. Complimentoni a un’autrice piena di talento, sperando di essere una delle fortunate che riusciranno a leggere il suo libro.

    • Cara Maria, lo spero anche io per lei. Da parte mia posso solo ringraziarla di un commento tanto entusiasta e che, forse, entusiasmerà (=incuriosirà) altri lettori. Mi sento onorata ma anche un po’preoccupata di non riuscire ad essere all’altezza di parole tanto belle.Un caro saluto. PAOLA PICA

  18. Fin dalle prime righe, non so perché, il protagonista non mi convinceva: l’aria da uomo che “non deve chiedere mai-in carriera-fisicamente attraente”, era solo una grande maschera che le esigenze della vita gli avevano cucito addosso. Mi faceva tenerezza.
    E poi, ecco che arriva la conferma: anche lui l’ha provata. E per ben tre volte. Parlo della “magia”, quella sensazione travolgente, quella carica emotiva che due persone si trasmettono nel momento in cui vengono in contatto l’una con l’altro (basta una semplice stretta di mano) e che ti fa pensare: Lui è il MIO lui…
    Anche il dongiovanni più incallito, rinuncerebbe alla famosa agendina piena zeppa di numeri telefonici delle sue spasimanti, al solo scopo di provare “la magia” almeno una volta nella vita.

    COMPLIMENTI! La scrittura è coinvolgente ed i personaggi son descritti talmente bene (anche in pochissime righe) che è impossibile non riconoscersi in loro. Io, per esempio, che sono una persona estremamente empatica, mi vedrei bene nel ruolo di sara: (cit.) “Non avrebbe saputo dire perché; lo sentiva e basta”.

    M.Grazia

    • Grazie, M.Grazia. Le sue parole sono il prodotto della sua empatia: sentire e basta. Amo molto la mia Sara: grazie anche a nome suo. Un saluto caro. PAOLA PICA

  19. E’ molto accattivante ,semplice e attuale .Da leggere sicuramente in poco tempo perche’ lineare ma intrigante.Complimenti.

    • La ringrazio dei complimenti e spero che l’opera intera non deluda le sue aspettative. Un saluto caro. PAOLA PICA

    • Grazie. Questo è il complimento più gradito che un lettore possa farmi: l’assenza di noia o semplicemente di stanchezza nel portare avanti la lettura. Spero che l’opera intera regga un giudizio per me così positivo sui piccoli stralci proposti. Saluti cari. PAOLA PICA

  20. sembra una storia ” normale”, che potremmo vivere tutti, raccontata con semplicita’ ma che , in questo breve brano, riassume il problema di ognuno: il dualismo fra interno ed esterno!

    • Brava! Quel dualismo,che logora già quando è semplice perbenismo e paura del giudizio altrui, può ferire ancora di più una mente già “tarlata”di per sè…ma non voglio dirle altro. Grazie. PAOLA PICA

    • Ha ragione. Grazie dei complimenti e delle poche parole con cui me li fa; vorrei guardarla negli occhi. Saluti. PAOLA PICA

  21. Immagini precise e nitide, come scattate da una vecchia Nikon che cattura tutti i particolari: “apertura del diaframma” sufficientemente stretto da includere i dettagli essenziali per dare giusto volume alla scena, ma senza stancare. “La scena” è un soggetto con ampie storie trascorse che rivelano la complessità delle personalità coinvolte e quindi la totale imprevedibilità di qualunque esito prossimo. Non nel breve tempo (forse fatti scontati a seguire, subito), ma nel lungo, dove le storie interiori precedenti hanno forgiato elementi di complessità tale da permettere qualunque evoluzione e qualunque nuovo regime di nuove situazioni e di instabilità che rendono “vivo” il vivere.
    Piacevole e scorrevole lo stile, interessanti i personaggi.
    Complimenti Paola, un libro che invita ad esser letto.
    Luigi

    • Luigi, grazie dei complimenti e del bel commento, prima di tutto. Vorrei aggiungere che ha intuito perfettamente che ci sarà un’evoluzione; ma forse non sarà quella prevista. Quanto alla vecchia Nikon, ha fatto centro anche lì, perchè vado in giro proprio con quella e non ho ancora una macchina fotografica digitale. Complimenti a lei per le doti di intuizione.
      Un caro saluto. PAOLA PICA

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