Cinque frammenti di un delirio

Giornate vuote
nell’attesa di un momento.
Lacrime nascoste
in ore disperate.
Cosa c’entravi tu
nella mia vita?
Eppure sei entrato,
piano piano,
come un’infiltrazione,
neve che si scioglie sul tetto
e penetra nei muri,
lasciando umidità e rabbia.
Ma avevo bisogno di quel dolore,
per evolvere da me stessa.
Notti insonni nel desiderio,
giorni nervosi da riempire
nell’immenso vuoto di te.

Ora
ti sorrido.

6 Commenti

  1. un amico m ha chiesto se è meglio lasciarsi
    o non essersi mai amati

    credo…
    solo chi ha amato molto, puo capire cosa sia la vera sofferenza
    credo…
    si soffra piangendo sole per un mese
    solo per chi ne vale la pena
    solo per chi, anche per poco tempo, ci ha dato tanto
    infilandosi come una spina sottopelle
    quando da bimbe giocavamo felici nei prati

  2. Ora ti sorrido…
    E credo che non possa essere altrimenti 😀
    Molto efficaci le immagini usate per descrivere quest’evoluzione, descritta attimo x attimo…
    “Ma avevo bisogno di quel dolore,
    per evolvere da me stessa.”
    Molto sentita

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